Vengono compiuti vari tentativi di annessione della memoria di Leonardo
Sciascia. I cattolici, con un articolo pubblicato dall'Avvenire di oggi, a firma di Vincenzo Arnone,
descrivono Sciascia alla ricerca di una fede che in effetti non ebbe mai tranne che nella Ragione; i radicali lo ricordano come membro del loro gruppo parlamentare dove lo vollero nella Commissione Moro e come uomo di punta in tante battaglie per "una giustizia giusta". In effetti Sciascia trovava congeniale i radicali nei tanti versanti dei diritti civili negati o calpestati, ma sono convinto che se ne sarebbe allontanato come a suo tempo si allontanò dal PCI. Il suo sentimento di giustizia era troppo profondo perchè continuasse un sodalizio con Pannella ed il suo Partito accettandone tutte le politiche. Non credo che avrebbe condiviso la posizione dei radicali per la spartizione della Jugoslavia e di acritico appoggio agli israeliani nella loro opera genocida del popolo palestinese nè credo che condividesse il liberismo radicale per cui i contratti di lavoro debbono essere individuali e trattati soltanto tra datore di lavoro e lavoratore. Si era allontanato dal PCI non condividendone la somiglianza di comportamenti della DC. Il compromesso storico, la teoria che con il 51% non si possa e non si debba governare, era quanto di più lontano potesse esserci dalla sua cultura ed intelligenza razionalista che rifiutava collaborazionismi che diventerebbero cappe di piombo e prigioni per la società civile. I suoi libri sono popolati da figure di monaci e di preti ma la fede nel cattolicesimo non c'entra per niente. Quando scrive di Monsignor Ficarra "Dalla parte degli infedeli"parla di un Vescovo originario di Canicattì e poi a Patti che nonostante il divieto di Pio XII e le ingiunzioni mafiose del Cardinale Ruffini sposava in chiesa i comunisti e non faceva da spalla alla DC nella sua diocesi. La figura dell'Abate Vella viene disegnata come quella di un leggendario falsario che si era improvvisato conoscitore della lingua araba fino al punto di inventarsi un testo per fare saltare in aria i privilegi feudali o frate Diego La Mattina che uccide l'Inquisitore che lo tiene prigioniero e pretende la confessione della sua eresia. Tutti i personaggi religiosi di Sciascia non c'entrano niente con la Fede e tutta la sua opera ne è assai distante. In Todo Modo lo sfondo è l'Istituzione Religiosa dove si consumano i delitti dei tre giorni di esercizi spirituali tra politici, banchieri, industriali. Istituzione come ricettacolo e sede del Potere e della sua malvagia logica di morte.
Venti anni dopo la sua morte, la realtà ha travalicato di molto la sua visione pessimistica.
La democrazia si è mostrificata e l'Italia è diventata un paese di gran lunga più incivile e malvagio di quanto non fosse durante la vita di Sciascia. Morì poco dopo il crollo del muro di Berlino che avrebbe salutato come fatto di liberazione e di libertà ma che, se fosse vissuto fino ai nostri giorni,avrebbe analizzato anche come il via libera ad una nuova fase di sfruttamento e di crudeltà sociali del capitalismo. In Italia stanno diventando famigerate le prigioni dove i detenuti vengono picchiati e molti di loro si uccidono. Ad oggi sono 65 dal primo gennaio di quest'anno. L'Italia si è dato leggi razziste che differenziano le pene a seconda del colore della pelle. Abbiamo un ministro
che incita ad essere "cattivi" verso gli immigrati ed i poveri. I senza casa vengono schedati dalla polizia. I rom vengono allontanati dalle ruspe e dagli incendi dei loro miseri accampamenti. I giovani italiani, a milioni, vengono sfruttati con i mille sotterfugi della legge Biagi. Il Parlamento serve soltanto per votare, senza discutere, i decreti predisposti dal Padrone dello Stato che pretende per se di stare al disopra della Legge come gli antichi Faraoni. I deputati ed i senatori sono diventati Oligarchi con privilegi scandalosi.
Venti anni dopo la sua morte tutto è degenerato e la società italiana è in avanzato stato di decomposizione. Si è realizzata nel peggiore dei modi la società asociale della signora Tatcher.
Stamane, ho visto vicino casa mia una anziana signora frugare in un cassonetto di immondezze per prendervi un vecchio e moscio broccolo buttatovi dal fruttivendolo. Una signora vestita con decenza munita di un borsone con carrello con il quale (presumo) si fa il giro dei cassonetti della città.
I mostri nascosti alla vista nel mistero del Potere al quale il nostro grande scrittore si è accostato tante volte sono in parte usciti allo scoperto.
Al suo laico civilissimo ragionare oppongono la rozzezza brutale del "me ne frego" fascista.
L'Italia di oggi è distantissima dalla civiltà della Ragione di cui Leonardo Sciascia era esponente.
La Mafia è al potere.
Pietro Ancona