Mafie in Abruzzo, il ventre oscuro dei colletti bianchi. Mentre la politica smarrisce spesso la polis …
- Alessio Di Florio, Associazione Antimafie Rita Atria, PeaceLink Abruzzo
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Mentre il ventre oscuro, fatto di droga, mafie, ecomafie, prostituzione, estorsione e altro – in Abruzzo non ci facciamo mancare niente, neanche il terrorismo neofascista su cui (sempre nel disinteresse totale) si sta celebrando un processo penale, https://issuu.com/casablanca_sicilia/docs/cb42 pagina 41 - sta divorando e avvelenando la regione da tanti anni come abbiamo raccontato e denunciato anche nei giorni scorsi
Mafie in Abruzzo. Cos(t)a nostra: il ventre oscuro che divora sempre più di traffici illeciti, violenze e … colletti bianchi
- Alessio Di Florio, Associazione Antimafie Rita Atria, PeaceLink Abruzzo
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Per tutta la costa adriatica, fino a San Salvo o alla bonifica del tronto nominata quasi solo per squallide battute maschiliste, ci sono quartieri in mano allo spaccio, luoghi dove prolifera la prostituzione. Comuni dove personaggi più o meno pregiudicati inquinano la vita sociale a furia di botte e violenza. Basta semplicemente avere l’unica colpa di essere in un momento in una piazza, o in una strada, in una determinata sera e si può essere pestati. La stessa legge di Ostia. La Ostia degli Spada.
Mafie in Abruzzo, il ventre oscuro divora sempre più. E abbondano le 3 scimmiette/pecorelle
- Alessio Di Florio, Associazione Antimafie Rita Atria, PeaceLink Abruzzo
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“Non vedo non sento non parlo”, le classiche tre scimmiette. Plastica rappresentazione del pensiero mafioso, clientelare, servile. All’epoca dei social ne gira una versione 2.0 “Non leggo non capisco commento”. Sembrano due versioni molto lontane, quasi opposte perché una non parla e l’altra commenta. Ma non è così. Sono due passaggi della stessa catena.
Mafie in Abruzzo, il ventre oscuro c’è. Ed è ampio. Negarlo ancora è inaccettabile e gravissimo
- Accademia Apuana della Pace
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“Pescara è una zona d’ombra del nostro paese, un hub commerciale del narcotraffico, lì passa eroina, cocaina, passano armi e ci sono famiglie che hanno consolidato il controllo del territorio, alcune anche di origine sinti come abbiamo visto ad Ostia. Pescara è un altro dei luoghi oscuri del nostro paese”. Queste parole sono state pronunciate in diretta televisiva oltre un mese fa da Daniele Piervincenzi, il giornalista di Nemo colpito da Roberto Spada con una testata nel novembre scorso dopo aver posto domande scomode. Al di là della vicenda dalla quale era scaturita la riflessione, le parole di Piervincenzi hanno denunciato una verità certa e sicura. Ma purtroppo sottaciuta e sconosciuta ai più. Esistono ventri oscuri a Pescara e nella nostra Regione, traffici, piccoli e grandi domini criminali, vicende sulle quali non si è mai fatta pienamente luce. E non c’è coscienza di ciò, neanche tra gli stessi abruzzesi.
Un ricordo di Pina Maisano, la vedova dell’imprenditore Libero Grassi assassinato dalla mafia nel 1991 per essersi ribellato al racket, scomparsa il 7 giugno scorso
Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi (Vittorio Vik Utopia Arrigoni) “Chi lascia fare e s’accontenta, è già un fascista". (Cesare Pavese, da La casa in collina) “E’ successa la stessa cosa con Falcone e Borsellino, le persone che hanno lavorato per questo Paese sono riconosciute dopo la morte”. Questa le amare parole di Monica Dobrowolska, la vedova di Roberto Mancini, nell’intervista a Il Fatto Quotidiano TV del 28 febbraio di quest’anno, mentre ribadiva che l’unico vero rispetto alla memoria del marito è sconfiggere le ecocamorre e “salvare” la Terra dei Fuochi. Un’intervista dura e intensa che mi ha ricordato le parole del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, ormai 9 anni fa. “E' ora di smettere di piangere per Paolo, è ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire, è l'ora invece di dimenticare le lacrime, è l'ora di lottare per Paolo, lottare fino alla fine delle nostre forze, fino a che Paolo e i suoi ragazzi non saranno vendicati e gridare, gridare, gridare finché avremo voce per pretendere la verità, costringere a ricordare chi non ricorda”.
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Contro mafie e potentati non si costituiscono altri poteri ma ribellioni colorate e senz’indugio
“Ma non esiste solo il potere: esiste anche un’opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa […] l’opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere. Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch’essi come uomini di potere” (Cos’è questo golpe? Io So. Pier Paolo Pasolini, Corriere della Sera del 14 novembre 1974).
Peppino Impastato, Rita Atria e Roberto Mancini, non rimasero mai alla finestra. La commemorazione che non è accompagnata dallo stesso impegno è mantello di ipocrita complicità