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Il bulbo della speranza. Buon cammino, Italia

Cara Italia che festeggi il tuo 150° compleanno alle soglie della primavera, ho ancora negli occhi “tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro/un libro vero/così belli da gridare nelle piazze/ perché stanno uccidendo il pensiero” (Vecchioni). Per me è il testo della nostra bella Costituzione che va difesa e sviluppata come la carta del bene comune e dell’unità nazionale.

Per questo puoi lottare contro le povertà. Promuovere un lavoro dignitoso per tutti. Tagliare le spese militari (come i 15 miliardi programmati per produrre i cacciabombardieri F35). Smettere di vendere armi a paesi dove si violano i diritti umani. Rispettare i diritti, a cominciare dai più deboli, dai bambini, dai giovani, dalle donne, dagli anziani, dai migranti, dalle famiglie. Batterti contro le mafie, la corruzione e ogni forma di violenza. Curare la terra, difendere i beni comuni come l’acqua e sviluppare un’energia pulita.

Puoi ripudiare la guerra, quindi tornare dall’Afghanistan, costruire ponti di pace in Medio Oriente e nel Mediterraneo che può diventare, secondo il sogno di La Pira e di Tonino Bello, “un nuovo lago di Tiberiade”.

Non si può educare alla pace, cioè alla “vita buona del Vangelo”, senza alimentare questo sogno ad occhi aperti, sofferto e drammatico, ma proprio per questo credibile, cosciente di tanti problemi ma anche della bellezza di movimenti giovanili che hanno lottato e lottano al di qua e al di là del Mediterraneo con la nonviolenza per la libertà e la dignità, per una nuova Galilea delle genti: un evento nuovo emergente dalla terra di molti padri della Chiesa, di Charles De Foucauld con i suoi fratelli e le sue sorelle, di tanti martiri della speranza come i monaci di Thibirine, più forti di ogni odio, uccisi proprio 15 anni fa (marzo 1996), maestri di vita, come tanti, e testimoni di Cristo “nostra pace”.

Anch’io, come Mario Luzi, vorrei superare questa soglia alimentando “immagini irrevocabili per intensità e bellezza”, operando una liberazione, “una specie di rogo purificatorio/ del vaniloquio cui ci siamo abbandonati/ e del quale ci siamo compiaciuti./ Il bulbo della speranza/ora occulto sotto il suolo/ingombro di macerie/non muoia/in attesa di fiorire alla prima primavera”.

Buon cammino, Italia, la pace sia con te e con il nostro spirito operante.

Sergio Paronetto