Caro presidente Veltroni,
le scrivo perche' ho capito dalle sue scelte, e in
particolare dalla candidatura del prefetto Achille Serra alle prossime elezioni,
che lei intende affrontare nel prossimo parlamento una questione strategica per
il nostro paese: la credibilita' delle forze di polizia, messa in discussione e
in parte compromessa da eventi recenti, in particolare i fatti del G8 di Genova
del 2001.
Non c'e' bisogno che le ricordi di che si tratta: giusto in questi giorni nel
tribunale di Genova i pm che conducono l'inchiesta sui fatti avvenuti alla
caserma di Bolzaneto, hanno descritto tali e tanti abusi morali e materiali da
far arrossire di vergogna tutti i cittadini democratici. Immagino che anche lei
abbia provato la stessa sensazione.
Occorre, evidentemente, fare qualcosa e
il prefetto Serra - ne sono certo - non manchera' di contribuire, dal
parlamento, a fare chiarezza e pulizia e che lavorera' perche' arrivi finalmente
dalle istituzioni un messaggio di fiducia, cominciando con il ripudio pubblico e
solenne di quanto avvenuto a Bolzaneto, alla scuola Diaz, nelle strade di
Genova. Aspettiamo da anni questo momento.
L'esperienza del prefetto Serra e'
sicuramente preziosa, e tutti ricordiamo il comportamento esemplare delle forze
di polizia - a lui affidate in quella circostanza - durante il Social forum di
Firenze nel novembre 2002. Tuttavia esistono esperienze - molto diverse dalla
sua - che sono altrettanto preziose. Ad esempio quelle di chi si trovo', durante
le giornate di Genova, dall'altra parte dei manganelli, quella senza manico. Mi
riferisco ai 205 cittadini finiti nel "girone infernale" di Bolzaneto (cito un
titolo dei giorni scorsi del quotidiano la Repubblica, ma se preferisce possiamo
riferirci alla Stampa, che ha parlato di "Guantanamo italiana"...), oppure ai 93
prima pestati e poi arrestati alla scuola Diaz sulla base di prove false.
Io
sono uno di questi, e da quasi sette anni mi batto, nel mio piccolo, per
l'affermazione della giustizia, la difesa della legalita' costituzionale cosi'
pesantemente infranta a Genova. Sono convinto che un paese democratico non possa
permettersi il lusso di avere forze di polizia incapaci di fare i conti con i
propri errori e responsabilita'. Percio' da anni chiedo, insieme a molti
compagni di strada, che i vertici delle forze dell'ordine e dello Stato dicano
chiaro e forte che a Genova vi fu un tracollo delle garanzie costituzionali
incompatibile con una corretta vita democratica. Al riconoscimento di questa
verita', dovrebbero seguire le scuse alla cittadinanza e provvedimenti
amministrativi e politici conseguenti, a cominciare dalla sospensione da
incarichi di responsabilita' per gli imputati nei vari processi in corso (in
tutto oltre settanta agenti, funzionari e dirigenti delle varie forze di
sicurezza). Come lei sa bene, in questi anni gli imputati di maggior "peso", per
livello gerarchico, sono stati addirittura promossi, con grave danno - fra le
altre cose - per l'immagine e la credibilita' delle forze di polizia.
Occorre
cambiare rotta e credo che l'impegno del prefetto Serra non sara' sufficiente.
La invito percio' a inserire nelle liste del suo partito qualcuno di noi: puo'
scegliere fra qualche centinaio di cittadini umiliati ingiustamente nelle
strade, nelle caserme e nelle scuole di Genova. Abbiamo tutti alle spalle
un'esperienza molto dolorosa e quindi importante, che merita d'essere conosciuta
e riconosciuta.
Per quanto mi riguarda, sono in grado di esporle
sinteticamente il mio programma di legislatura. Se fossi in parlamento proporrei
questi provvedimenti: introduzione dell'obbligo di riconoscibilita' degli agenti
in servizio di ordine pubblico, attraverso codici sulle divise (come sapra' alla
Diaz i poliziotti-picchiatori erano tutti irriconoscibili e sono rimasti percio'
indisturbati e impuniti); varo immediato di una legge sulla tortura (l'Italia e'
fra i pochi paesi europei a non averne una, e percio' il processo per Bolzaneto
e' particolarmente difficile); istituzione di un organismo indipendente di
verifica sull'operato delle forze di polizia (a tutela dei diritti dei cittadini
e anche a garanzia di chi lavora nelle forze dell'ordine); monitoraggio delle
spese per la sicurezza (pare che siano in crescita, ma se ne sa poco e nessuno
ha mai verificato davvero se si tratti di investimenti utili).
Come vede, e'
un programma minimo ma significativo, che trova ispirazione nei valori della
nostra costituzione ed e' proteso alla piena affermazione dei diritti civili,
nonche' alla tutela della credibilita' delle forze dell'ordine. E' insomma un
programma che mi pare degno di un partito che si definisce democratico. Non
esito percio' a proporle la mia candidatura: quella del prefetto Serra, da sola,
avrebbe il sapore di una beffa e sarebbe percepita come un segno di lontananza
da tutti i cittadini tornati da Genova con la sensazione di non riconoscere piu'
il proprio paese.
In attesa di una sua risposta, le invio i miei distinti
saluti
Lorenzo Guadagnucci (Comitato Verita' e Giustizia per
Genova)
cell: 380/3906573