È su Lodi che simbolicamente ci giochiamo davvero l'anima come comunità e democrazia, nella lotta e nel riconoscimento di uguali diritti e uguali doveri.
Ho ammirato la decisione di Corrado Formigli ieri che, nel pieno di una crisi di governo seria, inedita e inaspettata sulla manovra economica, ha deciso di dedicare l'apertura del suo programma a Lodi. E su Lodi ha continuato a mantenere l'attenzione per tutta la trasmissione.
Perché dico che Lodi è la vera partita che ci restituisce il polso della nostra democraticità e umanità:
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c'è un disegno preciso che deciderà se saremo il paese che definisce altri esseri umani "zecche dei cani": si respingono i tentativi di vita e speranza con i porti chiusi, si smantellano i tentativi di buona integrazione con l'attacco a Riace, si discriminano cittadini italiani perché "stranieri" usando vigliaccamente e subdolamente l'ottuso e crudele grimaldello della burocrazia (solo gli stranieri devono certificare ulteriormente, per gli italiani basta l'ISEE). Ieri Piazza Pulita ha dato nuovamente voce ai cittadini, alle mamme, ai bambini. Il potere chiamato a confrontarsi è rimasto muto: la sindaca di Lodi, Salvini, Di Maio, il Ministro della scuola interpellati si sono chiusi nel silenzio, hanno perso la voce.
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la mobilitazione di Lodi è il risultato della mobilitazione di cittadini con una coscienza civica forte e consapevole. Davanti ad una odiosa discriminazione si sono auto-organizzati, non si sono arresi, non hanno accettato passivamente, non hanno fatto prevalere l'indifferenza e lo hanno fatto in maniera lucida: prima azzerare immediatamente la discriminazione, i bambini tornano in mensa grazie a una raccolta fondi spettacolare che ha visto cittadini da tutta Italia contribuire, facendo arrivare la raccolta in pochi giorni a 145mila euro, poi mobilitazione permanente per chiedere incontro con il sindaco e ricorso al Tribunale di Milano contro quel regolamento (si decide il 6 novembre). La politica nel senso più alto e nobile del termine.
Lodi è il nostro "turning point", quella svolta decisiva che ci indica chi siamo e cosa vogliamo davvero essere. In un contesto difficilissimo in cui i diritti sono sotto costante e infido attacco, dove si cerca di scardinare l'idea di "noi" nella contrapposizione "noi / loro" e dove una opposizione degna davvero di questo nome non esiste. Ai cittadini è richiesto lo sforzo di un maggiore e altrettanto costante impegno.
È di ieri la notizia che una donna su un bus ha chiesto a un ragazzo di colore apertamente, pubblicamente, fieramente di spostarsi, di mettersi in fondo all'autobus perché nero e di altra religione. "Vai via, sei nero. Cambia posto". Ormai questa forma di razzismo è stata sdoganata, si fa il tiro a bersaglio con chi ha il colore della pelle diversa, si aggredisce, si massacra di botte, calci, pugni, si insulta. C'è la signora al supermercato che chiede di essere servita da una bianca e non dal nero.
Dove prima c'era vergogna ora c'è esibizionismo di crudeltà e odio. A questo siamo chiamati a reagire, perché questo può essere l'inizio di un abisso o di grande scatto democratico. La nostra reazione o la nostra indifferenza deciderà delle nostre coscienze e del nostro paese più di una manovra al 2,4 %.
Fonte: Valigia blu