Le lagnanze sui metodi della giustizia e sulle sue lungaggini sono antiche e non solo di oggi. Un mio concittadino, tale Fiorenzo, nel 1830 circa per sfuggire alle carceri se ne andò all’estero (Massa era un piccolo stato, gli bastò andare a Lucca!).
Da là scrisse una supplica a Francesco IV, Duca di Modena cui Massa era integrata, spiegando che mai avrebbe sfuggito la giurisdizione della patria “se lente assai fatalmente qui non fossero le criminali procedure”. Voleva anche lui, già a quei tempi, il processo breve! Spiegava infatti che con i tempi lunghi si “era dato corpo alle ombre”, e rivoltava anche la frittata e il linguaggio asserendo che con tali metodi gli era stata “aggravata l’innocenza”!. Chi mai potrà volare così alto nelle sue requisitorie? Chiedeva infine di essere esentato dalle carceri in modo da potersi difendere da libero, in tal caso si dichiarava “pronto a comparire”.
Era proprio un antesignano!
Non riesco ad immaginare chi ai nostri tempi possa essere capace di tanto. Oggi, per superare un campione del genere, un condannato di un qualche reato dovrebbe fuggire all’estero, magari fino in Russia, e da là scrivere a Napolitano che sarebbe disponibile a rientrare solo da libero, nel caso il Presidente della Repubblica, con la grazia, annullasse la sua condanna. Non credo proprio che un caso del genere potrà avverarsi.
Chi mai potrà farlo? Il mio Fiorenzo non lo batterà mai nessuno.
Massimo Michelucci – Massa 3407741066
PS – Anche se precario sono uno storico, ed ho naturalmente copia della supplica contenente le parole virgolettate, ho evitato per simpatia il cognome di Fiorenzo