Circa trent'anni fa coordinai per l'Italia una campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ed una delle cose che costantemente ricordavo a tutti gli interlocutori era che l'apartheid non era un residuo archeologico di un medioevo ormai definitivamente superato, ma un modello di organizzazione sociale, economica e politica che i poteri dominanti avrebbero cercato di imporre su scala planetaria. E la lotta del movimento antiapartheid in Sudafrica era decisiva per l'umanità intera. E quindi a chi chiedeva perché dovevamo essere solidali con quella lotta all'altro capo del mondo rispondevo semplicemente che non eravamo noi che aiutavamo Mandela: erano Mandela e i suoi compagni e le sue compagne che lottavano anche per la nostra libertà, che lottavano per tutta l'umanità. Poi Mandela vinse, e con lui vinse l'umanità intera. E tutti se ne accorsero e ne gioirono. Tutti dopo la sua vittoria gli hanno reso omaggio e lo hanno riconosciuto come simbolo della lotta per la dignità umana, come la più grande guida politica dell'umanità nella seconda metà del XX secolo.
In Sudafrica il regime dell'apartheid fu abbattuto dalla lotta di un intero popolo guidato con saggezza, con lungimiranza, con empatia, con la forza dell'esempio, da persone come Nelson Mandela, i suoi compagni, le sue compagne.
Una persona, un voto. Il potere al popolo. Vi è una sola umanità.
Quando mori' Primo Levi, che a quella campagna di solidarietà con Nelson Mandela aveva dato la sua adesione - ed il suo nome era il primo che facevamo negli incontri e nelle manifestazioni in cui illustravamo l'iniziativa: poiché al mondo non c'era persona più autorevole di Primo Levi, la cui parola era da tutti riconosciuta veritiera, e quando parlava era la voce dell'umanità intera che parlava - organizzai a Viterbo un convegno di studi in sua memoria. Tra le relatrici ed i relatori di quell'incontro vi erano personalità illustri dell'antifascismo, sopravvissuti della deportazione, testimoni luminosi dell'umana dignità; vorrei ricordarli una per una, uno per uno, quelle maestre e quei maestri che hanno illuminato la mia vita e sono ormai in gran parte defunti, ma qui dirò solo della relazione di Ernesto Balducci che disse parole che fecero piangere di commozione l'intero uditorio e ancora una volta ci invitava alla lotta, come ci invitava ancora alla lotta Primo Levi nell'ultima opera sua, I sommersi e i salvati, nelle cui conclusioni è una frase che non ho più dimenticato: "é avvenuto, quindi può accadere di nuovo".
Ormai sono un vecchio, un vecchio compagno, fedele all'insegnamento dei miei antichi maestri, e alla loro memoria che ancora rischiara i miei giorni.
E poiché quegli antichi maestri ora non sono più vivi, credo di dover continuare anch'io la loro lotta, la lotta per la buona causa, la lotta per la vita, la dignità e i diritti di ogni essere umano, la lotta per la liberazione dell'umanità da tutte le menzogne, da tutte le oppressioni, da tutte le violenze.
E in primo luogo qui ed ora devo lottare contro l'oppressione razzista e schiavista nel paese in cui vivo, contro la politica guerriera e violatrice dei diritti umani dello stato in cui vivo.
In primo luogo devo denunciare e contrastare il razzismo istituzionale, criminale e criminogeno, che in flagrante violazione della Costituzione della Repubblica (cosi' come della Dichiarazione universale dei diritti umani) opprime le persone migranti, favoreggia la violenza mafiosa e schiavista che le sfrutta brutalmente, consente che esse siano sistematicamente vessate e fin uccise, è corresponsabile della strage in corso nel Mediterraneo negando agli innocenti in fuga dalla fame e dall'orrore di giungere in Italia in modo legale e sicuro. Devo denunciare la scellerata infamia dell'immane sperpero di risorse pubbliche a fini di morte: giacché lo stato italiano ogni giorno dissipa 72 milioni di euro (ogni giorno, 72 milioni di euro al giorno) per le spese militari ed armiere, ovvero per strutture e strumenti il cui scopo fondamentale è la guerra, che sempre e solo consiste nell'uccidere gli esseri umani.
E devo denunciare e contrastare l'ideologia razzista che viene diffusa da propagandisti che trovano complicità scandalose in pressoché tutti i mass-media.
Non mi illudo di poter fare molto, ma quello che posso devo pur farlo. E quello che posso è invitare le persone che come me pensano che ogni essere umano è diverso dall'altro e proprio per questo tutte le persone sono eguali in dignità e diritti, tutte hanno diritto alla vita, al rispetto, alla solidarietà, tutte fanno parte dell'unica umanità vivente - e vissuta, e ventura - in quest'unico mondo anch'esso vivente, casa comune dell'umanità intera; invitarle ad agire insieme - con la forza della verità, con la scelta della nonviolenza - per contrastare il razzismo e la guerra, per salvare le vite, per difendere la legalità costituzionale, per difendere la democrazia, per difendere la nostra comune umanità.
Le quattro proposte che il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo propone a chi concorda con noi di inviare ai Comuni costituiscono azioni positive, buone pratiche, che ogni Comune d'Italia può agevolmente adottare giacché centinaia e centinaia di Comuni d'Italia lo hanno già fatto.
Le quattro richieste che proponiamo di inviare ai parlamentari (ed ogni persona o associazione scelga a quali) serviranno se non altro a coscientizzare i legislatori ed a contrastare la propaganda razzista e schiavista cui essi rischiano di esser subalterni ovvero rassegnati o peggio complici - e subalterne al razzismo, ed esplicitamente complici, le maggioranza parlamentari susseguitesi nelle ultime legislature lo sono state indubitabilmente, altrimente non sarebbero ancora vigenti misure ignobili e sciagurate come ad esempio la detenzione di innocenti in campi di concentramento, o la scelta abominevole di costringere le vittime innocenti in fuga dall'inferno a mettersi nelle grinfie dei poteri criminali per poter giungere nel nostro paese - costrette: poiché lo stato italiano (violando de facto il diritto d'asilo affermato de jure nell'articolo 10 della Costituzione) nega loro il diritto di giungere qui in modo legale e sicuro.
Di questo orrore non posso, non voglio essere complice. E come me credo la maggioranza della popolazione italiana. Facciamo valere la legalità costituzionale, facciamo valere il principio democratico, facciamo valere la coscienza e la ragione che sono in ogni essere umano.
Cessi la violenza razzista e schiavista, guerriera e stragista.
Otteniamo dai Comuni provvedimenti che immediatamente promuovano la democrazia e difendano i diritti umani delle persone innocenti ed inermi oggi vilmente e brutalmente sfruttate e perseguitate nel nostro paese.
Otteniamo dal Parlamento l'abolizione delle mostruose, illegali misure razziste scandalosamente, illecitamente imposte e mantenute da chi ha governato e governa il nostro paese.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
L'indifferenza è complicità coi carnefici.
Il primo dovere è salvare le vite.
Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo