Per risolvere il problema dell'immondizia, a quanto riportano autorevoli opinionisti, il governo Berlusconi ha trasformato la capitale della Campania, Napoli, in una prefettura, cioè l'ha abbassata di rango. Nello stesso tempo ha tolto alcuni diritti costituzionali ai napoletani obbligandoli allo stoccaggio di rifiuti nocivi e non nocivi nelle stesse discariche, pur di fare presto. Nel resto d'Italia e in Europa questa raccolta è illegale perché, mancando i controlli sull'idoneità delle discariche a ricevere veleni, si prefigura alla lunga un danno per la salute dei cittadini.
Tutto ciò è detto alla tv e scritto sui giornali. Ma, pure nello stesso tempo, la magistratura napoletana scopre e denuncia intrallazzi e maneggi proprio tra alcune persone che oggi si devono occupare legalmente della questione. Ci sono anche arresti. Neppure lo scrittore Roberto Saviano, nel suo «Gomorra», lo aveva previsto. Nel suo libro, ed ora anche in un film, fuori della legge si muove soltanto la camorra. Passano i giorni e ci si dimentica di questa reale insicurezza della cosiddetta sicurezza.
C'è da aver paura dell'illegalità o no? Un editorialista molto autorevole su un molto autorevole giornale denuncia l'azione del governo, ma non fa mai, in tutto il suo scritto in prima pagina, mai il nome del presidente del consiglio. Sembra di essere in guerra: «Taci, il nemico ti ascolta». Un tempo si scriveva il governo De Gasperi, il governo Andreotti, il governo Craxi, in certi casi oggi il governo sembra orfano.
Un altro autorevole opinionista lo aveva preceduto con un articolo pieno di dubbi, ma in sostanza favorevole all'azione autoritaria del governo e contrario a quella dei magistrati, che si permettono di far rispettare le leggi (almeno questo è il loro compito) proprio in questo periodo, concludendo un'azione iniziata parecchi mesi prima. Mi accorgo che anch'io non faccio nomi. I magistrati dicono che alcune norme sono anticostituzionali e protestano sostenendo che così si vanifica la lotta alla camorra. A sua volta protesta il commissario straordinario: afferma che l'azione dei magistrati danneggia il suo lavoro di pulizia.
Nel giro di quarantotto ore, il capo della polizia attacca (è il verbo usato da tv e altri mass media) l'attuale situazione giudiziaria per cui sembra che in Italia, mentre le forze dell'ordine arrestano decine e decine di clandestini colpevoli di crimini, si sviluppi una sorta di «indulto quotidiano», visto che delinquenti d'ogni genere entrano in carcere, escono, rientrano e di nuovo escono a commettere altri delitti (spaccio, furti, rapine, stupri, e così via). Insomma, non è garantita la sicurezza, perché in Italia manca la certezza della pena.
Assistiamo da lettori a una guerra di tutti contro tutti? Capisco che papa Benedetto XVI si rallegri quando vede che i politici cercano di andare d'accordo, ma l'opinione pubblica italiana viene stravolta da queste bufere che, forse, in Vaticano non si vedono. Si guardi bene il palcoscenico: governo, Costituzione, magistratura, polizia, per avere un quadro della situazione. Chi schiaccia chi? Manca il sindacato: è malato dietro le quinte. Anche la libertà di stampa è febbricitante.
Da che parte stare? Dalla parte della legalità o dalla parte della sicurezza? O dalla parte del silenzio? È un problema di libertà cioè di sostanza, non di facciata. Questi scontri sulla uguaglianza dei cittadini e sulla loro libertà di movimento e di parola investono non soltanto la sicurezza materiale, ma anche e soprattutto la sicurezza morale dei cristiani. I cattolici hanno diritto di avere un'indicazione forte e precisa dal loro papa. Visto che riguarda la libertà, più che una semplice indicazione sarebbe meglio un sostegno.
Mario Pancera
C'è da aver paura dell'illegalità o no? Un editorialista molto autorevole su un molto autorevole giornale denuncia l'azione del governo, ma non fa mai, in tutto il suo scritto in prima pagina, mai il nome del presidente del consiglio. Sembra di essere in guerra: «Taci, il nemico ti ascolta». Un tempo si scriveva il governo De Gasperi, il governo Andreotti, il governo Craxi, in certi casi oggi il governo sembra orfano.
Un altro autorevole opinionista lo aveva preceduto con un articolo pieno di dubbi, ma in sostanza favorevole all'azione autoritaria del governo e contrario a quella dei magistrati, che si permettono di far rispettare le leggi (almeno questo è il loro compito) proprio in questo periodo, concludendo un'azione iniziata parecchi mesi prima. Mi accorgo che anch'io non faccio nomi. I magistrati dicono che alcune norme sono anticostituzionali e protestano sostenendo che così si vanifica la lotta alla camorra. A sua volta protesta il commissario straordinario: afferma che l'azione dei magistrati danneggia il suo lavoro di pulizia.
Nel giro di quarantotto ore, il capo della polizia attacca (è il verbo usato da tv e altri mass media) l'attuale situazione giudiziaria per cui sembra che in Italia, mentre le forze dell'ordine arrestano decine e decine di clandestini colpevoli di crimini, si sviluppi una sorta di «indulto quotidiano», visto che delinquenti d'ogni genere entrano in carcere, escono, rientrano e di nuovo escono a commettere altri delitti (spaccio, furti, rapine, stupri, e così via). Insomma, non è garantita la sicurezza, perché in Italia manca la certezza della pena.
Assistiamo da lettori a una guerra di tutti contro tutti? Capisco che papa Benedetto XVI si rallegri quando vede che i politici cercano di andare d'accordo, ma l'opinione pubblica italiana viene stravolta da queste bufere che, forse, in Vaticano non si vedono. Si guardi bene il palcoscenico: governo, Costituzione, magistratura, polizia, per avere un quadro della situazione. Chi schiaccia chi? Manca il sindacato: è malato dietro le quinte. Anche la libertà di stampa è febbricitante.
Da che parte stare? Dalla parte della legalità o dalla parte della sicurezza? O dalla parte del silenzio? È un problema di libertà cioè di sostanza, non di facciata. Questi scontri sulla uguaglianza dei cittadini e sulla loro libertà di movimento e di parola investono non soltanto la sicurezza materiale, ma anche e soprattutto la sicurezza morale dei cristiani. I cattolici hanno diritto di avere un'indicazione forte e precisa dal loro papa. Visto che riguarda la libertà, più che una semplice indicazione sarebbe meglio un sostegno.
Mario Pancera