In questi ultimi mesi, sono già molte le considerazioni emergenti a riguardo il problema non più differibile della sicurezza sui luoghi di lavoro. I fatti di Firenze, la catastrofe della centrale idroelettrica di Bargi e le altre tragedie che hanno costellato questo inizio 2024, scuotono un sistema ancora poco stabile che sembra reagire soltanto a ridosso delle tragedie, per poi tornare alla “normalità” in attesa del prossimo incidente.
A seguito delle dichiarazioni emerse nel corso della trasmissione di Rai Tre “Report”, andata in onda ieri sera domenica 21 aprile, l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro (PSL) della Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli esprime alcune considerazioni a riguardo.
«Turbano le parole che abbiamo ascoltato ieri sera – ha dichiarato Alessandro Conti, direttore dell’Ufficio diocesano di PSL – “sfuggite” ad un imprenditore carrarese del settore del lapideo, suscitando sorpresa di come sia possibile affrontare un tema così delicato, che tocca la vita di molte famiglie che hanno visto un loro caro perdere la vita sul lavoro, con una “arroganza” e superficialità come quella emersa. In secondo luogo ci si chiede come sia possibile, per un settore, come quello del marmo, che fattura milioni di euro, non essere ancora riusciti a raggiungere l’obiettivo di zero morti sul posto di lavoro». «Inoltre – continua Conti – ci si chiede come la città di Carrara, debba raccogliere esclusivamente il sangue dei suoi figli come prodotto dell’escavazione, insieme all’inquinamento e alla sistematica distruzione delle Apuane, mentre a pagare il prezzo di tanta ricchezza non ridistribuita, siano i lavoratori che vengono addirittura chiamati “deficienti”».
«La questione della sicurezza sui luoghi di lavoro – ha aggiunto don Leonardo Biancalani, vicario foraneo di Carrara – riguarda anzitutto la dignità delle persone, in primis dei lavoratori, tenendo conto dell’uso adeguato degli strumenti di protezione e della loro corretta modalità di utilizzo per evitare gravi incidenti, che non può essere risolta con dichiarazioni semplicistiche e riduttive».
«L’occasione offerta da questo episodio – ha detto il vescovo mons. Mario Vaccari – ci deve dare lo spunto per ricalibrare i rapporti tra le forze in campo, tra chi offre lavoro e chi ha bisogno di lavoro, tra l’amministrazione pubblica e chi scava le nostre Apuane, tra il popolo di Carrara e le sue montagne per poter tornare a parlare di ciò che il marmo è stato per tanti secoli per tutto il mondo: un vanto ed una opportunità per tutto il territorio apuano».
Massa 22 aprile 2024