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Abitare la città (2)

L’assemblea tematica dedicata a “Abitare la città” ha visto circa 90 partecipanti e ha raccolto 68 interventi volti ad analizzare tanto il contesto in cui le famiglie si trovano a vivere, quanto le necessità della famiglia rispetto alla convivenza e al rapporto con il territorio e con le istituzioni.

Ci troviamo in una fase storica di profonde trasformazioni, in cui i destini delle città sono talvolta decisi al di fuori delle sedi istituzionali e le regole pubbliche non sono sempre considerate “beni comuni”.

Nonostante questo contesto problematico, molti interventi hanno richiamato l’importanza della partecipazione attiva e creativa da parte della famiglia e delle reti di famiglie. Abbiamo raccolto un forte richiamo a recuperare il ruolo della famiglia come interlocutore autorevole ed efficace rispetto alle politiche urbane e la necessità di una ripresa dello spirito di cittadinanza attiva, di progettazioni urbanistiche partecipate, di una rappresentanza attiva nei consigli di quartiere e di circoscrizione (che vanno ripristinati senza gettone di presenza!) con un ruolo non solo consultivo, ma riconosciuto anche negli statuti locali.

Per una migliore rappresentanza delle famiglie, è fondamentale la creazione di associazioni familiari, di reti, di gruppi di aiuto reciproco, per condividere un percorso con ogni realtà e per produrre sinergie volte a rappresentarle con efficacia presso le istituzioni…perché molte buone pratiche hanno evidenziato che cooperare “conviene”.

Sul tema dell’abitazione sono emerse numerosissime esperienze positive, che vanno dall’housing sociale alla coabitazione e all’autocostruzione e auto recupero, anche con riferimento alla rigenerazione dei centri storici per evitare l’espansione e la cementificazione delle periferie, con conseguente consumo di territorio. In queste esperienze di coabitazione, si coopera nel prendersi cura di anziani, bambini e soggetti fragili, nell’acquistare beni e servizi in maniera sostenibili, nel ridurre i consumi e quindi per migliorare nel complesso la qualità della vita e dell’ambiente.

Alcuni interventi hanno sottolineato la problematica connessa con le separazioni e in particolare all’impatto che esse hanno sui figli, anche in termini di instabilità connessa alla necessità di spostarsi periodicamente tra le abitazioni dei genitori separati. In particolare sono state riportate come esperienza positiva alcune sentenze che vedono l’assegnazione della casa ai figli, che così possono fruire un’abitazione di riferimento che contribuisca a dare loro stabilità, in un vissuto sofferto come quello della separazione, e possa costituire un incentivo all’incontro dei genitori separati.

E’ stato sottolineato che per la famiglia non è importante solo l’abitazione ma anche la disponibilità di luoghi di incontro, dove sviluppare una rete di relazioni interpersonali (interne ed esterne), valorizzando spazi per iniziative e funzioni comuni come gioco, tempo libero, sport; sono utili anche biblioteche, spazi verdi, centri culturali che possono diventare luoghi in cui fare formazione alla bellezza e all’importanza dell’essere famiglia.

Si è riflettuto sul processo di progressivo impoverimento e perdita demografica dei centri minori a favore delle grandi città ed anche sulla scomparsa dei piccoli esercizi commerciali prossimi alle abitazioni che tuttavia vitalizzano il tessuto urbano e quindi su possibili iniziative.

Fondamentale affinché la famiglia incominci ad essere protagonista dell’abitare la città è la diffusione della formazione e della conoscenza. Ciò può avvenire anzitutto nei luoghi di incontro tra famiglie e attraverso l’associazionismo familiare. Le Parrocchie devono diventare luoghi di partecipazione per i ragazzi, per i loro genitori e i loro nonni; Parrocchie e Diocesi possono inoltre attivare scuole di formazione politica e di approfondimento della Dottrina Sociale, orientate in particolare alle tematiche familiari e della cittadinanza attiva. In questi contesti culturali vanno recuperati valori come la bellezza (generatrice di rispetto, cura e amore per gli altri e per il creato) e la scelta di nuovi e più sobri stili di vita.

Abbiamo raccolto tre proposte pratiche che sono:

  • la richiesta di costituzione di un gruppo di lavoro nazionale interdisciplinare, promosso dalla CEI, per “una città a misura di famiglia”, finalizzato a proporre criteri per la rigenerazione urbana focalizzati sui bisogni della persona e della famiglia (che definisca linee guida generali su criteri di assetto urbano)

  • la creazione di una piattaforma informatica delle “buone pratiche” (normative, progetti realizzati, etc.) che diventi luogo virtuale di confronto, scambio e valutazione di buone pratiche che possono poi essere ri-declinate localmente

  • la promozione di gruppi di volontariato civico, inseriti nei consigli pastorali, che abbiano l’obiettivo di rappresentare le istanze e i bisogni delle famiglie alla città, che possano dialogare con le istituzioni, che costituiscano un riferimento per le famiglie e che siano portatori di istanze comuni.

Rappresentiamo anche una richiesta forte, giunta attraverso numerosi interventi, che propone che quanto emerso in questa Settimana Sociale possa essere reso disponibile e pubblicato in tempi rapidi, anche per favorire un proseguimento del lavoro qui avviato e la presa in carico da parte delle Parrocchie, delle Diocesi, delle associazioni e dei movimenti delle istanze qui emerse. Si suggerisce anche di procedere alla elaborazione e diffusione di una versione sintetica, facilmente leggibile, graficamente adatto, che riconsegni quanto emerso alle famiglie, alle comunità, alle istituzioni.


Dott.ssa Paola Stroppiana

già Presidente dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI)

Domenica 15 settembre 2013


 47a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

La famiglia, speranza e futuro per la società italiana

Torino, 12-15 settembre 2013


Segnalato da Francesco Ostrogovich – SICET Massa-Carrara