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Cultura dell'avere e dell'infelicità

Una domanda che ci dovremmo porre è questa: i giovani che in Italia vivono una realtà sociale, senza diritti, con una scuola dove ancora per essere ammessi agli esami devono fare degli stage gratuiti.. con un lavoro precario o senza lavoro con oltre il 30% di disoccupati, con una prospettiva di povertà e di preoccupazioni ambientali… si stanno ribellando? lottano a sufficienza per cambiare le loro sorti?

La mia risposta è NO ! … ad eccezione di una presa di coscienza globale sulle questioni fondamentali del clima e del rischio della distruzione del Pianeta Terra… non vedo lotte adeguate, nel Mondo e in Italia, con carattere di continuità delle scuole, nelle fabbriche, nei territori… capace di coinvolgere non solo i giovani ma anche i lavoratori,, i pensionati, e le popolazioni meno privilegiate… sia sul grande tema di quale economia e riconversione ecologica, ma anche sui temi della qualità del lavoro, dei diritti, dei servizi, della sanità, della scuola, di tutto lo stato sociale…

Insomma credo che quello che manca è la convinzione che occorra cambiare nel profondo l’attuale sistema capitalistico… cambiare nel profondo un sistema tutto basato sui mercati e sulla competizione da ottenere soprattutto riducendo in continuazione i salari, le pensioni, i diritti, la sicurezza ambientale e del lavoro… e quindi la necessità di cambiare le regole assurde come quelle definite dai trattati Europei dove tutto viene finalizzato al primato liberista dei mercati speculativi e libera concorrenza con grave danno delle classi subalterne .

Ma perché la rivolta dei giovani è ancora del tutto frammentata ed insufficiente?

La risposta che mi sono dato è, questa:

dopo la caduta “del Muro di Berlino”, non ha vinto soltanto il capitalismo… ma in modo progressivo, nei cervelli si è creato un disastro culturale !.

Oggi, la maggioranza delle persone (soprattutto giovani) crede che il problema centrale non sia quello di cambiare il Mondo… ma di come essere capaci di godere il mondo che abbiamo…

E quindi si pensa che la vita vada goduta in termini individuali (massimo familiari) e per essere goduta... occorre costruire la felicità basata sull'avere...”una felicità” che sfugge soltanto a coloro che non hanno l'abilità per impadronirsene... La vita diventa quindi una caccia alla felicità basata sui piaceri dell'avere: soldi, notorietà, potere, immagine, sesso, forza, astuzia, ecc...

Ma questa caccia alla felicità dell'avere di solito porta ad essere schiavi dell'oggetto del proprio desiderio... e quando capiscono che tutto ciò appartiene ad una minoranza, anziché ribellarsi finiscono per conoscere l'infelicità del mancato raggiungimento, cadendo nell'apatia....

Naturalmente, questa impostazione di vita, riguarda la maggioranza… ma esiste però una minoranza molto motivata… e che sa che per fare crescere una cultura alternativa con al centro l’eguaglianza, i diritti del lavoro, la solidarietà, l’umanità tra le persone, e la salvaguardia del clima e della terra… che bisogna cambiare profondamente il sistema economico e sociale sconfiggendo i “mercanti del tempio” che causano, non solo le loro disgrazie, ma anche la morte del Pianeta… e per farlo bisogna sempre partire dalla fabbrica, dalla scuola, dai territori dalla società civile, non tanto e non solo con il fine di far divenire maggioranza l’attuale minoranza… ma anche con il fine di sopprimere un sistema capitalista perverso

Umberto Franchi

Lucca 15 maggio 2019