Alla Villa Rinchiostra di Massa si è svolta la Festa di Tutta un'Altra Città (TUAC), un insieme di associazioni di diversi ambiti il cui progetto unitario era emerso dal percorso del Bilancio Partecipato promosso dal Comune di Massa fin dal 2008. Vi si è respirata un'aria davvero "altra", cioè nuova. La gente era allegra, partecipe, le iniziative molteplici e diversificate per interessi tutti concreti, sia che fossero il desiderio di fiabe, o le necessità economiche del riuso critico. Il segnale che una nuova cultura, un nuovo senso civico e quindi una nuova politica è possibile, e quindi appunto anche credibile la speranza in tutta un'altra comunità.
Ai banconi del Baratto, molto vissuti, ho assistito a questa scena. Un ragazzo ha chiesto di comprare un oggetto, la "titolare" gli ha spiegato che non poteva accettare soldi, ma che lui doveva portare qualcosa da scambiare. Poi in tono molto scherzoso, ma serio, gli ha detto: "evolviti! evolviamoci! (la capacità di coniugazione rivelava un alto livello di cultura), il denaro è cosa di altri tempi, ora è giunto il tempo di barattare, scambiarci le cose!"
L'insegnante era forse troppo infervorata, il discepolo chiaramente disarmato, ma la sostanza del pensiero e del messaggio valida e molto profonda. Il richiamo al baratto non è un richiamo a tornare indietro nel tempo, ma un invito a cambiare codice, a mutare l'anima.
Noi viviamo in una civiltà cosiddetta dei consumi, che specificherei meglio non è comunque degli usi. Cioè più che "usa e getta", noi siamo governati dalla parola d'ordine "compra e dimentica". A tale clima i bambini ed i giovani sono poi completamente assoggettati complice un insegnamento, o meglio un indottrinamento invincibile, che è derivato e viene loro soprattutto dalla televisione. I ragazzi, i giovani, sono abituati infatti a dire voglio, i genitori a comprare. Ma poi le cose a volte nemmeno vengono usate, baste averle, e poi presto vengono dimenticate, per passare ad altre, alle novità che il mercato non fa che sfornare continuamente per alimentare il processo.
Sì. Davvero ormai sono tempi in cui è necessario combattere e contrastare concretamente questo sistema. Accettiamo dunque tutti lo sprone: "evolviti!", e l'evoluzione del nostro sistema di vita, che per i giovani è davvero urgente e improcrastinabile, sarà forse possibile.
Massimo Michelucci