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La catastrofe sociale della disoccupazione !

Per oltre 30 anni ci siamo sentiti dire:

i sindacati hanno troppo potere, i lavoratori sono dei privilegiati, i pensionati rubano il futuro ai giovani andando in pensione troppo presto, la sanità pubblica è insostenibile costa troppo allo stato, gli ammortizzatori sociali alimentano il parassitismo dei disoccupati, lo stato non deve gestire le imprese e le aziende pubbliche e i beni pubblici vanno privatizzati, ecc…;

Questo continuo lungo martellamento ideologico, effettuato da un vasto ceto di propagandisti ad iniziare dalla Confindustria, economisti ben pagati, mass-media, assieme alle forze politiche di centro-destra e di centro-sinistra, è servito per fare delle “riforme” che in realtà sono state controriforme , mettendo al centro la validità del “libero mercato” nella globalizzazione mondiale, fino a costruire un regime fondato sul liberismo , spostando immense ricchezze dai ceto medio bassi ai ceti più ricchi, con il 10% di popolazione che detiene il 55% di tutta la ricchezza presente nel nostro Paese;

Cosi oggi abbiamo:

Le aziende pubbliche dello stato, i beni pubblici e servizi, che sono stati svenduti a grandi capitalisti privatizzandole, con grave danno per i cittadini che devono pagare di più per ottenere servizi peggiori come nelle ferrovie , luce, gas, acqua, ecc…;

Una sanità che è stata in gran parte privatizzata a favore delle cliniche private e quello che è rimasto non è funzionale al bene fondamentale della cura e prevenzione della salute , ma del profitto tanto che negli ospedali le morti dei pazienti sono in crescita, perché gli ospedali sono diventati aziende che devono fare profitti, e si chiamano ASL (Aziende Sanitarie Locali) e non più USL (Unità Sanitarie Locali);

La maggioranza delle pensioni sono di fame ed i lavoratori sono costretti ad andare in pensioni ad oltre 67 anni, contemporaneamente è aumentata la disoccupazione con quella giovanile al 40%;

I morti sul lavoro ogni anno sono oltre 1.000 , ciò a causa della di una organizzazione del lavoro aziendale finalizzata alla ricerca del massimo sfruttamento dell’uomo e senza investimenti adeguati in merito alla formazione, informazione, addestramento dei lavoratori e per la mancanza di investimenti tecnologici sugli impianti al fine di prevenire possibili incidenti;

Il lavoro è stato frantumato, delocalizzato, precarizzato, flessibilizzato , con gravi ricadute sulla qualità del lavoro, dei prodotti, e della vita di chi ha un lavoro ed ancora peggio per chi lo ha perso ;

I diritti dei lavoratori sono stati distrutti fino alla cancellazione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, dando la possibilità ai datori di lavoro di poter licenziare senza un giusto motivo (anche se uno fa sciopero o si ammala) o per motivi economici che l’azienda non è tenuta a giustificare;

I salari sono tra i più bassi in Europa ,spesso non viene nemmeno più dato un salario ma elemosine agli stagisti e molti lavoratori sono pagati persino con buoni (voucher) . A causa di ciò siamo in deflazione , con la maggioranza delle piccole imprese che sono in crisi a causa del calo dei consumi e di conseguenza della mancanza di commesse.

Ma in questo contesto il sindacato cosa fa e cosa è diventato ?

Il potere di contrattazione dei sindacati è stato limitato, sicuramente dalla nuova realtà sociale, ma anche per errori e scelte di irresponsabile connubio con le imprese e governi … fino a sostenere leggi come quelle che limitano il diritto di sciopero nei trasporti, che in teoria dovevano tutelare i servizi dei cittadini ma che nella pratica essendo essi stati tutti privatizzati , hanno peggiorato proprio le utenze a danno dei cittadini... oppure l'aver fatto uno sciopero finto di 4 ore contro la riforma pensionistica di Fornero;

Certamente il potere di contrattazione sindacale è stato indebolito soprattutto dalla mancanza dei diritti ritornando alla realtà esistente in Italia prima del 68, del secolo scorso, e dalla disoccupazione di massa, con le imprese che oggi possono dire al lavoratore: lavora in condizioni di non sicurezza, anche se sei ammalato, non scioperare, ed accetta i voucher, altrimenti li c’è il cancello e te ne vai tanto posso sostituirti con una lunga fila di disoccupati !

Così il sindacato (prima CISL e UIL e successivamente anche la CGIL) hanno finito gradualmente per cambiare pelle. Essi non riescono più a sviluppare la contrattazione nelle aziende sul come e per cosa si lavora, su organizzazione del lavoro ed investimenti; … Non riescono più rinnovare contratti nazionali in grado di difendere il potere di acquisto, le professionalità, e migliorare le normative , (purtroppo anche il contratto ultimo dei metalmeccanici , firmato anche dalla FIOM, non è riuscito a fare ciò), e non riescono più a combattere le scelte antisociali effettuate dal governo con la catastrofe della riforma pensionistica Fornero la “buona scuola”, l’abolizione dell’art.18, il Jobs Act, ecc…

Essi di fatto, sono diventati funzionali alle imprese ed ai governi , con i gruppi dirigenti che anziché contrattare gestiscono assieme alla Confindustria ed ai Governi in termini assistenziali, le ricadute negative sui lavoratori delle scelte fatte da Confindustria e dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi 30 anni. Spesso cogestendo con le imprese le scelte le loro scelte tramite gli Enti Bilaterali.

A mio parere oggi la questione centrale diventa allora il rilancio di un progetto di società alternativo a quello fondato sul mero profitto con iol sostegno di alcune questioni centrali:

  • convertire in termini ecologici il sistema economico produttivo... ciò significa modificare profondamente i processi produttivi, quelli dell'organizzazione del lavoro, quelli dei consumi... dei modi di vivere... culture... mettendo in discussione interessi, profitti e poteri consolidati nel tempo..;

  • Oggi occorre rilanciare la proposta della redistribuzione della ricchezza attraverso due richieste fondamentali:

    1. la riduzione della settimana lavorativa a 32 ore pagate 40, per redistribuire il lavoro esistente;

    2. la diffusione di u n reddito di cittadinanza non solo come fatto di giustizia ma come esigenza per rilanciare i consumi e le produzioni.

Credo che per poter avere successo in tal senso, sono necessarie scelte di politiche economiche agricole/industriali alternative a quelle fondate sulla centralità del profitto ponendo al centro gli interessi collettivi delle Persone. Quindi la questione attuale è il come mettere in discussione gli attuali rapporti di forza e rilanciare una impostazione conflittuale nelle aziende, nei territori, ed a livello generale...

Ma per questo fine non è sufficente il sindacato... oggi è comunque importante , mantenere in piedi i Comitati che il 4 dicembre 2016 hanno vinto il referendum a difesa della Costituzione ...Comitati composti da: RSU, Associazioni, Movimenti, partiti, persone, ecc... ma solo su un progetto rivendicativo che abbia alla base la mobilitazione di massa per cancellare leggi infami (soprattutto sul lavoro) che sono in contrasto con la costituzione e redefinire il progetto revendicativo...

Comunque non ci sono scorciatoie o illusioni attendiste ... bisogna che chi è cosciente della realtà che viviamo lavori per riconquistare i rapporti di forza ed allora sarà anche possibile fare la rivoluzione sociale, politica, culturale necessaria.

 

Umberto Franchi

 

Lucca 2 febbraio 2017