Devo ammettere la mia ignoranza ancor prima di cominciare: non so, non ho capito, di che si occupi esattamente il dicastero dello Sviluppo Economico. Oltre che ignorante sono ingenua; pensavo, infatti, che un Ministro dello Sviluppo Economico potesse rilasciare dichiarazioni pubbliche su, mettiamo, la disoccupazione nel suo paese (oltre due milioni di italiani, percentuale in crescita, dati Istat), oppure sul debito pubblico (a gennaio era aumentato sino a toccare il 115,8% ed ammontava a 1.761,191 miliardi di euro, sempre dati Istat: adesso siamo a novembre, non oso pensarci). Invece, il 25 novembre scorso, il cosiddetto e suddetto Ministro rilascia queste due dichiarazioni: 1) abbiamo intenzione di accontentare Confindustria e di investire due miliardi di euro sul "made in Italy" ed altre cose; 2) chiunque abbia un contratto per la fornitura elettrica dovra' pagare il canone televisivo, perche' se ha l'elettricita' ha anche la televisione e chi non ha la televisione dovra' dimostrarlo e solo in quel caso non paghera'.
Quindi, prima riflessione: le due affermazioni sono in relazione? Cioe': non sappiamo da dove pescare i due miliardi per tener buoni i grandi industriali ed intendiamo spremerli dagli italiani? Ai quali, tra l'altro, nessuno ha chiesto se i dividendi di Confindustria siano effettivamente una loro priorita', o se preferirebbero qualche consiglio su come arrivare a fine mese.
Seconda riflessione. La logica non e' un'opinione. Se sai nuotare sott'acqua non sei necessariamente il mostro di Loch Ness. Se possiedi un paio di scarpe non ne consegue che ti piace prendere a calci nel didietro i tuoi simili. E se sei un Ministro non sei obbligato a dire stupidaggini.
La sottoscritta ha un contratto per la fornitura elettrica e nessuna televisione da tre decenni. Signor Ministro, ne prenda atto: vivo benissimo senza televisione e spesso sono persino piu' informata di quelli che ce l'hanno. Prenda atto anche di questo: e' la colpevolezza che va provata, a norma di legge, non l'innocenza. E la Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 23, recita: "Nessuna prestazione personale o patrimoniale puo' essere imposta se non in base alla legge".
Vede, signor Ministro, lei non puo' alzarsi al mattino e stravolgere i fondamenti del diritto semplicemente perche' lo desidera. Perche' se invece puo' farlo significa che l'Italia non e' piu' una democrazia. Faccia del suo meglio per rassicurarmi, glielo chiedo umilmente; ho ormai una certa eta' e sarei seccata dal dovermi trasferire in montagna: ad ogni modo, tenga presente che prima di partire non dovro' ricordarmi di spegnere la televisione. Non posso spegnere quello che non ho, e non paghero' un centesimo per quello che non uso.
Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo