I cattolici hann o perso la volontà di reagire: sono sbandati. Occorre loro una guida politica e morale, che nel disordine di oggi nessuno riesce a vedere
di Mario Pancera Nel novembre 2009, il padre gesuita Bartolomeo Sorge pubblicava sul mensile «Aggiornamenti sociali», di cui allora era direttore, un lungo editoriale intitolato «Vogliamo uscire dalla palude?», con l’interrogativo, che cominciava così: «Raramente il disorientamento è stato tanto grande in Italia. Si ha la netta sensazione che il Paese sia impantanato in una palude. Emblematico della gravità della crisi è lo sbandamento anche dei cattolici».
Oggi i cattolici in politica sono sbandati peggio di ieri: sono divisi in più partiti dal Popolo della libertà, Pdl, all’Unione dei democratici cristiani, Udc, al Partito democratico, Pd, e certo anche in altri: comunque vanno dall’accordo con gli ex fascisti a quello con gli ex comunisti. Francamente, dai vertici della chiesa italiana non vengono indicazioni chiare. A mio parere, è giusto che anche i vescovi dicano la loro, perché lo «sbandamento» dei cittadini è tutto fuorché indicazione di libertà.
Un sondaggio tra i cattolici, citato da Sorge, «rivela che essi non sanno più che cosa fare: il 77% ritiene che una loro "forza organizzata non serve", mentre il 54% stima che oggi in Italia non vi sia una forza politica che rappresenti i valori cristiani meglio delle altre. La conseguenza è che, nelle consultazioni europee del 2009, l'assenteismo dei cattolici ha raggiunto il 39,1%, con un'impennata del 14,6% rispetto alle elezioni politiche del 2008. Si direbbe che anche i cittadini di buona volontà, e i cattolici tra loro, si siano assuefatti alla crisi e abbiano perso la volontà di reagire». L’ultima frase era scritta in neretto.
Più che sbandati, in questo grave momento politico i cattolici sembrano distrutti ovvero pare che non credano più nella loro capacità di portare avanti i valori cristiani. Quanti religiosi di ogni livello hanno letto e discusso l’articolo di Sorge? Per quanto ne so, non mi pare che abbia suscitato particolari dibattiti nemmeno tra gli intellettuali cattolici e i loro politici di riferimento, a destra, al centro e a sinistra. Manca una guida che non tanto li organizzi, ma dia loro animo e idee, così come peraltro è avvenuto nella seconda parte del Novecento (ma c’erano figure di alta qualità degne di essere considerate leader anche durante la clandestinità antifascista).
«Come si spiega altrimenti che la maggioranza degli italiani assiste rassegnata allo scempio», continua Sorge, «che per mesi si parli di "veline" e dei festini del premier, anziché dei gravi problemi che angosciano le famiglie, i giovani, i lavoratori? Com'è possibile che siano così limitati i segni di rivolta morale o le voci di sdegno di fronte a scelte legislative che violano lo spirito (e talvolta la lettera) della Costituzione: dal "lodo Alfano" all'introduzione del reato di clandestinità, al respingimento in mare di poveri in fuga dalla fame e da situazioni disumane, agli attacchi contro la libertà di stampa, al condono fiscale con cui periodicamente si premiano i ricchi disonesti e s'irridono i cittadini onesti?».
Andando a ritroso nel tempo si trovano nomi, dis cutibili naturalmente, ma che hanno aiutato gli italiani a darsi una Costituzione ritenuta tra le migliori al mondo, a ricostruirsi una vita dopo la seconda guerra mondiale, a inserirsi tra le nazioni più attive dell’Onu: ma dove troviamo oggi un De Gasperi o Gonella o Dossetti o La Pira e anche sacerdoti e vescovi capaci di convogliare con forza in politica gli ideali cristiani? Molto probabilmente ci sono, ma i miasmi nebbiosi sulla palude impediscono di vederli.
I relig iosi come i Mazzolari, i Milani, i Balducci, ci sono e si vedono, sono attivi nella società (anche nelle aree più difficili e gravose), ma il loro lavoro è isolato e la loro voce coperta dalle grida dei mercanti. Mancano le avanguardie cristiane che fin dal secolo scorso don Mazzolari voleva impegnate sul campo. Fu messo a tacere con i risultati che abbiamo visto. Ma la storia ci ricorda che la base, soprattutto nei momenti di crisi, si sbanda se non ha un riferimento di personalità capaci e incorrotte, di un leader preparato e deciso. Per uscire dalla palude morale e politica, c’è anche bisogno di un nuovo Mosè.
Mario Pancera