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Guerra e femminicidio, la stessa cosa

Ieri 25 novembre grandi manifestazione per la liberazione delle donne dal maschilismo violento.

Intanto, questa tragedia e vergogna umana - la guerra Hamas-Israele, Israele-Palestina, come Russia-Ucraina, Ucraina-Russia, come tutte le altre che non guardiamo - è fallimento di umanità, di cui dobbiamo sentirci tutti responsabili per legami storici, culturali, economici, kako-antropologici.

La reazione sana all'ultimo delitto maschio contro femmina, può essere un inizio di riscatto, se vediamo che questa violenza privata, perdita e rinnegamento di umanità, è la stessa identica sostanza delle guerre politico-statali-etnico-economiche-suprematiste che una politica subumana giustifica e alimenta.

E' lo stesso fenomeno di disumanità, di perdita, di morte imperante volontaria, che accade nel privato come nel politico. Lo stato, il governo, la classe dirigente, il potere economico che fanno una guerra, sempre ingiustificabile e criminale, agiscono come l'uomo, fallito in umanità, che uccide la donna che voleva possedere e dominare, schiavo della propria incapacità di vivere in relazione.

Dove c'è guerra, e preparazione di guerra (armi, enormi strutture omicide, stragiste, volontà di dominio, non di difesa), c'è delitto, come nel femminicidio. Quando vorremo liberarci radicalmente dalla guerra, da ogni guerra? Le donne possono farlo. Aiutiamole tutte, tutti.

Enrico Peyretti

26 novembre 2023