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Quando il bene comune è ostaggio... (Terzoni Maurizio)

Quando il bene comune è ostaggio... Colonia "Ettore Motta": insicurezza o incuria politica ?
Riportiamo questa breve riflessione di Terzoni Maurizio, Presidente dell'Associazione "Alberto Benetti" che va a toccare il tema della sicurezza e del degrado di un territorio, già affrontao altre volte in questo sito
Dicono alcuni: "il problema della sicurezza non è né di destra né di sinistra !" Affermazione difficile da contestare anche se va tenuto conto che sono le modalità con cui si attuano le politiche di tutela dei cittadini che fanno la differenza tra destra e sinistra.
Il degrado fisico, culturale, ambientale e sociale è terreno fertile per l'illegalità, ma il degrado persistente di ambiti territoriali spesso appetibili è quasi sempre il risultato di incuria associata a possibili tentativi di speculazione. Prima ancora di preoccuparsi di darne una colorazione politica, il combattere l'illegalità tentando di rimuovere anche le cause del degrado dovrebbe poter essere considerata una sapiente e lungimirante modalità per attuare politiche di sicurezza dei cittadini.
Purtroppo, gli avvenimenti degli ultimi mesi non sembrano proprio essere caratterizzati da una visione di questo tipo. Le prime avvisaglie a Bologna. Poi in estate a Firenze con l'editto contro i lavavetri. A Roma, dopo l'efferato delitto di Tor di Quinto, un decreto legge conferisce poteri quasi straordinari ai Prefetti: le ruspe demoliscono i campi nomadi in nome della sicurezza.
Intanto nel nostro comune sono negli anni accadute e accadono tuttora molte cose, ciascuna di queste ha un suo inizio in un tempo più o meno lontano e per diverse ragioni.
Gli esempi potrebbero essere: Evam Spa, Borgo Ducale, Riva dei Ronchi, Filanda di Forno ecc.ra Tutte hanno una loro importanza ma, purtroppo, il difficile è che sia una importanza riconosciuta e condivisa.
Un esempio è offerto dalla situazione della colonia Ettore Motta.
Ma, come si affronta e si analizza questo esempio? Quali sono i codici interpretativi che permettono di rendere di tutti e per tutti un problema che recentemente ha assunto la caratteristica di "sicurezza"? La realizzazione della colonia Ettore Motta era inserita in un quadro di utilizzo del territorio con marcate caratteristiche sociali, qualcuno potrebbe dissentire ma è indubbio che nei mesi estivi la sua spiaggia era popolata di bambini e bambine che avevano, sia pure per un breve periodo, qualche beneficio fisico e relazionale.
Nel 2004 apparve un articolo su l'inserto CentroNord de IlSole24Ore che segnalava la già compromessa situazione ( compresa una procedura fallimentare), omettiamo di riproporre tale notizia ( è comunque reperibile in data 16 aprile 2004 e per quanto riguarda la procedura è, probabilmente, già superata dai fatti)), comunque da molti anni ormai il complesso va in rovina e viene utilizzato da diseredati, disperati, clandestini e non.
Le notizie più recenti sul sito sono di martedì 23 ottobre 2007 ( Il Tirreno cronaca locale) con la notizia: "Blitz all'alba, sgomberata la Motta"; sottolineando ancora una volta il codice della "sicurezza". Da tale articolo si evince anche l'esistenza di un progetto per trasformare la struttura in un maxi centro turistico residenziale.
Sotto un certo profilo non si può che constatare una intenzione positiva ma, questo tipo di "soluzione" è di tutti e per tutti?
E' significativo che anche da ambienti della destra si tenga una posizione aperta, quando sul sito web si dice: "...si attendono nuovi interventi, volti possibilmente al recupero di un area che può essere sfruttata in tanti modi, ma che necessariamente deve uscire dallo stato di abbandono in cui si trova." Peraltro si ritiene opportuno ritornare sul tema della "sicurezza", una prima considerazione è: viene segnalata una assenza, cioè manca qualche cosa, c'è un vuoto da riempire.
Ma allora dal territorio viene una domanda e il problema vero è l'analisi di questa domanda. E' necessario chiedersi se il " problema sicurezza" è il problema principale.
Intanto può porsi un problema di percezione, le persone percepiscono una situazione di disagio, ma siamo sicuri che il disagio, e di conseguenza l'utilizzo improprio della colonia, si manifesta per una mancata sicurezza o al contrario è proprio una situazione sociale deteriorata che alimenta l'insicurezza? Intanto c'è stato lo sgombero e nei giorni successivi l'inizio dei lavori per la pulizia, la messa in sicurezza e la recinzione di quello che nel passato era stato uno dei gioielli architettonici del litorale di Marina di Massa.
Noi abbiamo un sogno, il risanamento completo del sito e la sua adibizione a luogo socio-culturale, aperto alla popolazione non solo del luogo, forse sul tipo della "Versiliana".
Certo non è una idea originale, qualcuno direbbe creativa ma ...( di valore come il centro turistico residenziale.... per poi avere... passati i quindici giorni estivi.. un nuovo deserto cementificato), sarebbe una possibilità per restituire al territorio un luogo di cultura e di giochi.


Associazione "Alberto Benetti"
Maurizio TERZONI
Presidente