Premessa
Il quadro che provo a delineare è ovviamente estremamente parziale, perché frutto di una mia esperienza limitata. Può essere un punto di partenza, che necessita ampliamenti e approfondimenti, partendo da esperienze anche più significative.
Un primo punto elemento di partenza è quello di osservare i bisogni, espressi e inespressi, interrogandosi su quali risposte possono essere date nell'immediato, ma anche cosa soggiace ad essi, cercando cioè di decifrare, per quanto possibile, anche altri fattori che sottendono a quei bisogni.
La crisi che stiamo attraversando è sicuramente un fattore devastante all'interno di un tessuto sociale già di per sé fragile, quale è quello della nostra provincia. Un tessuto sociale quindi nel quale l'assenza di lavoro, così come la precarietà dello stesso, assumono contorni quanto mai preoccupanti.
Problematiche
Come già detto, il quadro che delineo risulta necessariamente parziale, e quanto mai schematico. Sicuramente, anche osservando i dati di realtà piccole quali la Mensa della Caritas e la Casa di Accoglienza, si evidenzia un aumento degli utenti locali, che precipitano in questo “girone infernale” a causa della perdita del lavoro, dell'insufficienza delle risorse economiche, della perdita di legami familiari capaci di sostenere la persona in difficoltà:
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Problema abitativo: pur essendo in un comune ad alta densità di alloggi, risulta quanto mai difficile per una fascia sempre più ampia di popolazione, trovare un alloggio ad un affitto accettabile. Come già suggerito da Pietro Baruffetti intervenendo fiscalmente si potrebbe cercare di agevolare la concessione di affitti non in nero e a prezzi accettabili.
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Problema alloggio di emergenza: sempre più persone, espulse dai processi lavorativi, oppure che già si trovavano in situazione di estrema emarginazione, non hanno nemmeno un posto per dormire. Fenomeno questo che spesso coinvolge anche famiglie. Sul bilancio delle politiche sociali sicuramente la voce degli alloggi temporanei assume contorni di non poco conto. In tutta la provincia di Massa-Carrara esiste solo la struttura della Casa di Accoglienza, a Massa, che non è in grado, con i suoi 9 posti per 5 giorni, di essere una soluzione. Tenendo conto che con questa crisi il numero di richieste di alloggi temporanei aumenterà, è il caso di ipotizzare convenzioni con strutture, oppure pensare a realizzare strutture temporanee quali container, alloggi prefabbricati...., coordinando il tutto con un tavolo delle Associazioni per la gestione.
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Situazione di marginalità e precarietà di alcune periferie nelle quali il degrado e la marginalità assumono un rilievo determinante.
Risorse del territorio
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Esistono numerose associazioni che operano in ambito sociale e culturale (dall'assistenza, all'animazione socio-culturale...), che tuttavia sono spesso scollegate tra loro. Possono essere una risorsa se si riesce ad inserirle dentro un percorso virtuoso coordinato, nel quale si individuano le priorità e le risposte possibili.
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Nel territorio ci sono 8 centri di aggregazione, che svolgono per lo più attività di animazione socio-culturale nei confronti di minori, alcuni con personale del Comune (2) e altri in convenzione con associazioni: Castagnara, Rinchiostra (2), Stella Azzurra, Alteta, Partaccia (2) e Forno. Già queste realtà potrebbero essere uno strumento di animazione del territorio, ovviamente configurandole diversamente. Lasciando la convenzione per gli spazi di aggregazione, ma coinvolgendo una rete di associazioni per svolgere un ruolo di animazione, anche rivolto agli adulti.
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Il limite del nostro territorio, sia in ambito culturale che sociale, è che i gruppi e le associazioni operano singolarmente, ciascuno pensando al proprio progetto, al proprio orticello, talvolta in una visione completamente autoreferente. La scommessa è riuscire a costruire un progetto condiviso generale costruito con l'apporto di tutti.
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Dinanzi alle emergenze estreme esistono servizi di bassa soglia, che non risolvono le cause dell'emarginazione, ma offrono sicuramente un aiuto momentaneo: la mensa della Caritas (Cervara), la Casa di Accoglienza della Caritas (Quercioli) e il Centro Vestiario (Zecca). Non so se il Comune da un suo contributo, posso solo escluderlo per la Casa di Accoglienza.
Accanto a questo vengono distribuiti pacchi viveri in maniera stabile sia presso la Parrocchia di Marina di Massa che dai Fratelli Cristiani.
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Esistono associazioni che operano con gli immigrati ed uno sportello immigrazione del comune. Il punto è mettere insieme queste realtà, che spesso invece non comunicano tra di loro.
Alcune considerazioni generali
Ovviamente, tenendo conto che questo è un quadro parziale (da arricchire con il contributo di altre prospettive), ma rimane il problema delle risorse (sia economiche che umane).
Tutto ciò può aiutarci a costruire un progetto di cambiamento culturale nella città, che veda come elemento essenziale l'idea della partecipazione e di una cittadinanza attiva.
La stessa intuizione di Alessandro per quanto concerne la valorizzazione delle risorse culturali locali, l'auto-produzione (sebbene aperta alle esperienze esterne) va in questa direzione.
Tale orizzonte ritengo che vada incentivato anche per le politiche sociali, nella consapevolezza che ci sono ambiti nei quali l'azione culturale e sociale si intreccia (penso ai centri di aggregazione, a eventuali spazi di partecipazione, ad esperienze di autogestione per quanto concerne l'animazione delle periferie).
Una tale sfida è sicuramente molto più difficile di quella del chiedere all'assessore di turno di fare le sue scelte, però alla fine è l'unica che può veramente contribuire a ridisegnare la città come una comunità, nella quale i progetti, le esperienze si intrecciano, si mescolano, si contagiano.
In tale ottica penso che un primo passo sia svolgere un ruolo di facilitazione affinché le associazioni inizino ad operare in rete, che non significa sedersi ad un tavolo nel quale ciascuno porta il proprio progettino o il proprio orticello, ma nel quale si costruisce insieme un progetto complessivo e generale, nel quale ciascuna associazione offre il proprio contributo, mette in campo il proprio protagonismo sociale insieme alle altre.
In tal senso l'esperienza delle politiche sociali e culturali interagiscono... perché tutte sono finalizzate a costruire una comunità attiva, protagonista e solidale.
Alcune ipotesi di proposta
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Abbiamo bisogno di figure che aiutino e facilitino la partecipazione nelle periferie. Non potendo assumere figure, potrebbe essere interessante costruire un percorso con le associazioni per svolgere un'azione di formazione di alcuni iscritti sui temi della facilitazione dei processi partecipativi (un conto è facilitare un'assemblea più o meno omogenea, un conto facilitarne una nella quale gli interessi spesso sono contrapposti) e della gestione dei conflitti. Le figure dei facilitatori possono, insieme alle associazioni, essere uno strumento per iniziare ad animare i territori, sopratutto le periferie.
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In tale senso si potrebbe iniziare a disegnare diversamente i centri di aggregazione esistenti... Risulta evidente come ciò si intrecci pienamente con la richiesta di spazi per esperienze culturali. Non è forse possibile fare si che i centri di aggregazioni diventino centri polivalenti nei territori, capaci di suscitare autogestione e auto-organizzazione.
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Dinanzi alla domando di un posto dove dormire, bisogna entrare nell'ottica che alcuni soggetti hanno bisogno di una assistenza adeguata. E' possibile ragionare in termini di convenzioni, ma anche di pensare a soluzioni strutturali da costruire nel tempo.
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Dinanzi alla domanda di affitti adeguati, è possibile che il comune svolga un ruolo di incentivazione in tal senso, utilizzando in maniera diversificata gli strumenti fiscali.