Su "La Stampa", Don Luigi Ciotti, Fondatore di Gruppo Abele e di Libera, nonché Premio Nonviolenza nel 2012, ricorda la figura del grande sacerdote cattolico, amico degli ultimi e dei più diseredati. Don Andrea Gallo ha rappresentato – anzi incarnato – la Chiesa che non dimentica la dottrina, ma non permette che diventi più importante dell’attenzione per gli indifesi, per i fragili, per i dimenticati.
Mipiace ricordarlo così: come un prete che ha dato un nome a chi non lo aveva o se lo era visto negare. Ma il suo dare un nome alle persone nelle strade, nelle carceri, nei luoghi dei bisogni e della fatica, è andato di pari passo con un chiamare per nome le cose. Andrea non è mai stato reticente, diplomatico, opportunista. Non ha mai mancato di denunciare che la povertà e l’emarginazione non sono fatalità, ma il prodotto di precise scelte politiche ed economiche. Ha sempre voluto saldare il Cielo e la Terra, la sfera spirituale con l’impegno civile, la solidarietà e i diritti, il messaggio del Vangelo con le pagine della Costituzione. Le sue parole pungenti, a volte sferzanti, nascevano da un grande desiderio di giustizia, da un grande amore per le persone.
Ci mancherai tanto, Andrea, e ti dico grazie. Grazie per i tratti di cammino percorsi insieme. Grazie per le porte che hai aperto e che hai lasciato aperte. Grazie per aver testimoniato una Chiesa capace davvero di stare dalla parte degli ultimi, dalla parte della dignità inviolabile della persona umana.
*Fondatore del Gruppo Abele e di Libera
Fonte: Associazione Cultura della Pace di San Sepolcro