Per un lungo periodo a partire dal "68" , le lotte e rivolte del Movimento Studentesco , si sono unificate con le lotte del movimento operaio che a partire dell’autunno caldo" del 1969 , sono state un fattore fondamentale delle lotte di classe nel nostro Paese.
Gli studenti si sono sempre opposti ai tentativi delle classi dominanti, agli sforzi da essi fatti per cercare di plasmare i valori, la mentalità, i comportamenti degli studenti , al fine di favorire lo sviluppo delle doti richieste dal mercato del lavoro capitalistico in trasformazione .
Gli studenti pensavano e volevano una " Scuola diversa", si battevano soprattutto per un'idea di scuola qualificata che permetteva agli studenti nonché cittadini, di vivere in un mondo dove ciascuno "pensa" e si comporta di conseguenza perché sa cosa implicano le sue scelte e da cosa derivano, e quale società vuole costruire....
Ma la realtà odierna , appare molto lontana da quella che negli anni 70 che aveva fatto conquistare "i decreti Delegati" ed altre conquiste partecipative fondamentali per le scelte che dovevano maturare nella scuola e nella società... assieme al diritto allo studio , alle 150 ore per lo studio degli operai in fabbrica.
Purtroppo , così come è avvenuto per il Movimento Operaio, anche il Movimento Studentesco è rifluito ... e da circa 30 anni , in modo strisciante, è prevalsa l'idea di una scuola pubblica utilitaristica depotenziata, che si affianca a quella privata, considerata paritaria, e che viene finanziata dallo Stato a danno di quella pubblica, dove tutto è mosso dall'interesse economico e dal guadagno –
Gli studenti, attraverso l’ultima riforma, "la Buona Scuola" voluta dal governo Renzi, devono solo essere utili a far fare più profitti all'aziende ... inventando anche la dizione "scuola-lavoro" con gli studenti che per essere abilitati , devono farsi sfruttare nelle aziende in attività lavorative senza percepire alcun stipendio.
Siamo quindi in presenza di una Scuola che soffre, perché è stata piegata ad una visione “mercantilistica” secondo cui anche l'apprendimento deve essere finalizzato all'obiettivo in funzione dell'economia ... perché secondo i poteri forti a partire da Confindustria, la scuola deve essere un utile strumento per favorire la produzione... per fare nascere nuovi prodotti, costruendo così un futuro “esercito” lavorativo precario e flessibile di riserva... cioè, con una scolarizzazione destinata alla produzione di una massa di lavoratori dotati di competenza professionali destinati ad essere utilizzati in mansioni esecutive con bassi salari.
In questo contesto , anche le materie scolastiche sono cambiate regredendo... perché ad esse non viene più riconosciuto il loro compito fondamentale: quello di aiutare gli studenti ad interpretare il mondo (prima di servirlo) , a capire la storia da dove veniamo... a scegliere dove vogliamo andare... quindi essere non "oggetti" ma soggetti , con una scuola pubblica capace di rendere gli studenti, cittadini consapevoli ed attivi.
Eppure , il secondo comma dell’art. 33 della nostra costituzione recita: “la Repubblica detta le norme generali sull’istruzione, ed istituisce la scuola pubblica statale, fonti private hanno il diritto di istituire Istituti per la formazione scolastica, ma senza oneri per lo Stato”… ed invece tutto il pubblico è stato depotenziato e culturalmente regredito privilegiando il privato.
C'è stato un tempo nel passato, dove prevaleva la curiosità anche per conoscere il diverso e raccoglierne "i frutti", dove i libri, l'arte, la cultura, non facevano paura... dove prevaleva la sete di conoscenza e partecipazione.
Oggi invece nelle vite di molti italiani è arrivata anche la paura, con una società che non riesce più ad aprirsi ed innovarsi a ciò che arriva da fuori dal confine... con una maggioranza di italiani che si chiude all'accoglienza... che si rinchiude in se stessa marciando verso la sua disintegrazione...
Eppure, Io credo che la scuola , l’università, sia rimasta ancora uno dei pochi luoghi di concentrazione di studenti che non demordano… di forza lavoro in formazione dove è possibile fare maturare una coscienza politica dei propri interessi di classe. Credo quindi che non sia morta la voglia di pensare...di partecipare... di agire...
Oggi , si vive una fase storica dove prevale la democrazia rappresentativa (anche se chi va a votare sono sempre meno) con la delega “all’Uomo che può risolvere i problemi” … e con molti che pensano all’uso della democrazia “orizzontale” tramite web… Credo invece che ci sia bisogno di rilanciare la democrazia partecipativa, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei territori… ed attraverso l’azione delle Associazioni, i Movimenti , le Fondazioni, nati in difesa della nostra Costituzione , che a partire dal CDC (Coordinamento Democrazia Costituzionale) , cerchino di sviluppare una grande iniziativa per l’applicazione dell’art. 33 della Costituzione… ed assieme ai Docenti, agli Studenti, agli operai, ai cittadini, cercare di promuovere un grande movimento di lotta.
Il vecchio slogan : "Operai Studenti Uniti Nella Lotta" potrebbe ritornare attuale e rompere la concezione "culturale" di chi concepisce la vita pensando che le "cose" hanno un valore solo se sono utili e fanno raggiungere l’obiettivo del più profitto aziendale… finendo per farci diventare tutti servi delle cose , senza più la capacità di servircene...
Umberto Franchi
Lucca, 7 settembre 2018