Essere qui questa sera è un segnale che vogliamo dare al Governo e a tutti i rappresentanti politici. Come qui a Pontremoli,in altre piazze di tutta Italia, oggi e domani, c’è e ci sarà chi pensa che la guerra debba essere cancellata dal lessico umano a favore di una pace che promuova e permetta la giustizia sociale e la convivenza tra tutti i popoli.
Parlerò anche della guerra in Ucraina ma voglio sottolineare che purtroppo la guerra in Ucraina è solo una delle tante guerre che ci sono tuttora nel mondo.
Voglio soffermarmi particolarmente su una, quella che si combatte in Siria e in particolare quella guerra cui è sottoposto il popolo curdo, anche perché, e lo vedremo, molte sono le analogia con la guerra in Ucraina.
I Curdi infatti dopo la 1° Guerra Mondiale, dopo essere stati utilizzati, furono abbandonati dalle grandi potenze, allora Inghilterra, Francia, USA che negarono loro uno stato –trattato di Losanna 1923- dopo che a Sevres nel 1920 era stata concordata la creazione di un loro stato. Le Grandi Potenze avevano allora interesse ad appoggiare Kemal Ataturk come baluardo contro l’URSS a scapito della popolazione curda. C’è una analogia con la situazione del popolo ucraino come cercherò di spiegare.
Ancora i Curdi sono quelli che nella recente guerra siriana hanno sconfitto l’Isis riconquistando terre prese dal gruppo Jiadista-Rakka in Siria Shengal in Iraq e altre zone mentre gli USA bombardavano dall’alto villaggi distruggendoli e colpendo solo le popolazioni locali ma non i Jiadisti.
Dopo migliaia di morti combattenti curdi, la popolazione curda viene lasciata sola, perché gli USA si ritirano e permettono alla Turchia di entrare nell’ottobre del 2019 nella regione chiamata Rojava abitata dai Curdi e questo per rafforzare la loro alleanza con la Turchia essendosi questo stato avvicinato alla Russia. Tra l’altro c’era un altro obiettivo, far fallire una nuova e rivoluzionaria esperienza politica portata avanti dai Curdi: il confederalismo democratico di cui accennerò in seguito.
Credo che alla stessa maniera oggi è usato il popolo ucraino: gli Americani e gli Occidentali attraverso Zelensky stanno oggi usando la popolazione ucraina per indebolire la Russia, dopo aver convinto la stessa popolazione a combattere con il pretesto di difendere il proprio territorio e i propri confini. Sì gli Ucraini sono convinti di lottare per la loro nazione- sono stato a luglio in Ucraina e la popolazione èconvinta di questo- ma presto si accorgeranno che gli USA e gli Occidentali tratteranno quando lo riterranno molto indebolito, con Putin e lasceranno alla Russia la Crimea e probabilmente anche pezzi del Donbass creando forse una regione autonoma, cosa che si poteva fare sin dal 2014senza guerra rispettando gli accordi di Minsk
Ne traggo una lezione che deriva dal nuovo sistema politico curdo cioè il confederalismo democratico che porta avanti la rivoluzionaria idea di rinunciare allo Stato-nazione, l’attuale assetto del mondo, venuto in auge nel secolo diciannovesimo che pone al centro i confini: conseguenza di ciò è oggi la guerra in Ucraina, come la guerra nella ex Jugoslavia, come la maggior parte delle guerre.
Da questo parallelo, tornando alla situazione dei Curdi, che le grandi potenze vedono come uno dei maggiori pericoli di questo odierno ordine mondiale, riprendo il tema del confederalismo democratico che pone al centro della sua azione la parità assoluta uomo-donna, la convivenza di etnie e popoli diversi creando così la così detta nazione democratica che non predica i “Sacri “ confini ma li indebolisce aprendosi a relazioni corrette con altre nazioni e alle loro popolazioni. Così ancora dai Curdi, seppure lì la guerra continui come i massacri vedi anche la situazione degli Yezidi, una popolazione di etnia curda ci viene un’altra visione della politica praticata come dicevo nel Rojava, basata su una fortissima ecologia sociale, sulla democrazia diretta basata su un sistema elettorale che fa perno sulle assemblee di base, su una nuova economia alternativa al capitalismo, che fa perno soprattutto sulle cooperative: una strada che potrebbe farci imboccare una nuova società.
Credo che dovremmo cominciare a vedere e studiare questo nuovo metodo di fare politica per uscire da una situazione di stallo che presentano le nostre società. Ne consegue una riflessione: perché nonostante la maggioranza del popolo non vuole la guerra e l’invio d’armi, i governi vanno avanti senza tener conto di tutto ciò?La risposta è come io credo , che in effetti la democrazia non esiste più. Che fare allora?
Credo che sia importante, oltre a resistere, intraprendere il cammino che i Curdi ci insegnano e cioè rimettere in moto un movimento che crescendo possa influire veramente sulle scelte dei governi.
Certo è difficile visto che la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione in mano al potere- stravolge la verità, presentando dei fatti solo l’aspetto esterno e emotivo ad esempio raccontando la storia a pezzi: è così per l’Ucraina, ove viene sottaciuto il fatto che la guerra è iniziata già nel 2014 e di qui tutto ciò che ne è conseguito. Occorre tra noi studiare, sono d’accordo con le analisi di Volpi perché vanno alla ricerca di ciò che muove le potenze economiche svelando perché succedono i singoli fatti , occorre cercare per quanto possibile la verità degli accadimenti, per sconfiggere le false informazioni e la cancellazione della verità. Solo così il movimento potrà riprendere forza. E’ l’unica arma che abbiamo ma che nella storia è riuscita più volte, insieme a condizioni oggettive, oggi crisi ecologica, crisi politica, crisi sociale gestite ancora dalle elite e insieme a una nostra lotta democratica, a cambiare le cose.
Pontremoli 24 febbraio 2023
Paolo Zammori