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Acqua Pubblica nello Statuto: la Provincia di Torino approva "quasi tutto". I cittadini vigilano

La delibera di iniziativa popolare per l’acqua pubblica nello Statuto, è quasi in dirittura d’arrivo. Il 25 maggio scorso si è votato per la terza volta il testo della delibera, comprensivo di emendamenti che, a eccezione del principio del quantitativo minimo vitale gratuito (che si sarebbe potuto garantire come diritto inviolabile della persona facendo da esempio in Italia e nel mondo), conserva comunque intatti altri importanti capisaldi della proposta popolare. Tra essi spiccano la qualifica del servizio idrico come privo di rilevanza economica"scelta necessaria per sottrarre l’acqua dalle logiche del mercato", la garanzia che gli attivi di bilancio siano reinvestiti interamente nel servizio stesso e quella della proprietà e gestione delle reti, e del servizio, mediante soggetti esclusivamente pubblici.

Un voto che ha sancito, grazie alla compattezza della Maggioranza, l’approvazione definitiva dei primi quattro punti del testo, mentre per l’ultimo punto, con cui la Provincia garantisce la gestione pubblica del servizio idrico, sarà necessaria un’ultima seduta.

Come nelle sedute precedenti, l’opposizione di centrodestra "con la lodevole eccezione di un Consigliere" continua a non partecipare al voto, dimostrando di non aver compreso l’universalità dei principi della delibera popolare. Proprio oggi, che la speculazione dei tanto osannati mercati finanziari condanna intere nazioni a sacrifici di "lacrime e sangue", si evita di prendere atto dei gravi e ripetuti fallimenti causati dalla scelta di affidare al privato la gestione dell’Acqua (chiedere per conferma ad Aprilia, Latina, Arezzo, Agrigento... e l’elenco potrebbe continuare!).

Ancor più sorprende e delude il voto contrario, sull’ultimo punto, dei tre Consiglieri dell’UdC.

Possiamo dare atto che già le affermazioni dei primi quattro punti, votati dall’intera maggioranza, mostrano che il seme del dubbio si fa strada anche tra gli ascoltatori del mantra delle "liberalizzazioni". Ma se si è favorevoli a dichiarare il servizio idrico come privo di rilevanza economica, come si può non trarne la conseguenza che la sua gestione debba star fuori dal mercato?

Ma noi siamo ottimisti e confidiamo negli effetti salutari di una settimana di riflessione, per vedere, Martedì prossimo, il voto compatto anche di quei consiglieri che ieri hanno ascoltato più i richiami all’ordine delle segreterie romane, che gli interessi dei cittadini del proprio, e nostro, territorio.

Per dar seguito alla richiesta pressante degli oltre 515.000 cittadini, che si sono affollati ai tavoli per firmare il referendum, chiediamo ai Consiglieri la conferma definitiva che la Provincia di Torino ha imboccato con convinzione la strada della Puglia, di Parigi e di molti altri territori.

Il Comitato Acqua Pubblica Torino continua a informare nel dettaglio i cittadini degli esiti delle votazioni, mediante il sito www.acquapubblicatorino.org e ogni altro strumento a nostra disposizione.

Perché, come amiamo ripetere, si scrive acqua e si legge democrazia.

Fonte Comitato Acqua Pubblica Torino