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Andare oltre: dopo l’assemblea dei comitati per la difesa della costituzione svolta a Roma il 21 gennaio 2017

Nei giornali di questi giorni, abbiamo letto che nel mondo soltanto 8 persone detengono la ricchezza pari a quella di 3.6 miliardi di persone… quindi anche se dessimo per scontato che la parola destra o sinistra “sia un fatto di corteccia celebrale” come alcuni sostengono, e per me non lo è, resta comunque sempre la realtà che viviamo che ci impone di dover provare a dare il nostro piccolo contributo per cercare di modificarla…

Ora io credo che ancor più della crisi economica creata dalle banche e dalla speculazione a partire dal 2007, è stata la "rivoluzione liberale", che in Italia si è imposta in modo strisciante da oltre 30 anni, con i vari paladini, non solo Berlusconi con la sua discesa in campo agli inizi degli anni 90, ma anche i vari governi che si sono succeduti, molti imprenditori, politici, finanzieri, manager, di vario orientamento politico …

Tutti si sono fatti araldi. di quell'ordine liberale, utilizzando anche (ma non solo) il tecno-capitalismo o tecno-scienza, con risultati che vediamo: disastrosi.

In Italia, la svolta restauratrice, si è sviluppata su più fronti: attraverso l'uscita dello Stato dall'economia, (oggi è al minimo rispetto ad altri Paesi Europei); ha abbattuto tutte le regole nel mercato del lavoro; tolto "lacci e lacciuoli" all'iniziativa privata; abolito i diritti del lavoro; ha privatizzato svendendo parte del patrimonio economico e culturale Italiano; ha in gran parte privatizzato servizi essenziali nella sanità ed in tutto il sociale; ha spostato gran parte della ricchezza dai ceto medio bassi a quelli che già erano ricchi… ma potrei continuare nell’elenco…

Insomma la libertà assoluta, di impresa e di mercato nell’ambito della globalizzazione, che a Davos, fa dire persino al Presidente Cinese Xi Jinping che la globalizzazione ha creato si problemi ma non può essere cancellata.

Certo tutti riconoscono che nella globalizzazione economica e finanziaria vi sono problemi irrisolti : nell’equilibrio della distribuzione della ricchezza, nei processi di automazione, nel modello di sviluppo con al centro la crescita che sta diventando insopportabile per la natura e per l’uomo… ma nelle volontà complessive dei governanti niente cambia, anzi essi dipendono dai “ poteri forti” e se qualche cosa cambia è solo per proteggere i propri affari come afferma Trump… ma tutti marciano nell’unica direzione con al centro l’egoismo dell’avere dei pochi ed i sacrifici sempre più “insopportabili” che devono pagare in termini di occupazione, di riduzione del costo del lavoro, dello stato sociale, dei diritti, di miseria, ecc… i molti.

Oggi, tutti conoscono le gravi conseguenze che un'economia sempre più finanziarizzata e globalizzata con un grande aumento della mobilità delle merci e dei capitali, con una accumulazione capitalista sempre più legata alla speculazione e non solo alle produzioni delle merci, comporta. Ma in Europa ai guardiani del capitale finanziario, il Fondo Monetario Internazionale, la BCE, la Commissione Europea, interessa continuare il solito percorso per spostare ricchezza dai più poveri ai più ricchi anche a costo di affamare i popoli come è avvenuto in Grecia… Persino nelle Istituzioni Europee dobbiamo accontentarci dell’elezione di un monarchico a Presidente del Parlamento.

Certo nel Mondo non manca la consapevolezza della gravità della realtà sociale, e della gravità della realtà climatiche, ecologiche, ambientali, che continuano ad aggravarsi … e magari vengono anche divulgati i dati, come è avvenuto con Parigi 21… Tutti sanno che un'economia “Tecno-capitalista” porta ad uno sviluppo non sostenibile dalla natura e dall’uomo… ma il “mostro” continua la sua corsa folle verso l’autodistruzione del Pianeta, adoperando tutti i mezzi per mantenere il suo potere, anche quelli delle guerre Imperialiste/coloniali ed il dramma delle emigrazioni epocali.

Se la realtà è quella descritta, non è semplice trovare alternative… ed i punti di riferimento, anche se ci sono, sono quasi sempre fasulli.

In questo contesto, la domanda che ci dobbiamo porre, e´ quella di capire come sia possibile oggi in Italia ed Europa, fermare l'esito della feroce ristrutturazione capitalista e della controrivoluzione che ha restituito alle classi dominanti il predominio e l´egemonia sulle scelte economiche, sociali, civili, culturali, ambientali, rimuovendo di fatto, anche il conflitto sociale che il secolo scorso ci aveva lasciato in eredità.

Ora la riflessione Gramsciana sul Fordismo e l'Uomo nuovo, descriveva il ruolo della classe operaia in un sistema in cui la fabbrica, la tecnica, le relazioni sociali, le forme istituzionali, si integrano ed il lavoratore collettivo esercita la propria egemonia su tutto il resto... su tutti gli altri mondi vitali.

Ma oggi la classe lavoratrice non è più egemone, perché l'operaio sociale che abbiamo conosciuto soprattutto negli anni 70/80 del secolo scorso, ha dovuto e deve fare i conti non solo con i processi di frantumazione e trasformazione del lavoro… ma anche con una radicale trasformazione del mondo capitalistico, non solo in termini tecnologici che con la computerizzazione ha reso sempre più immateriali e terziarizzate molte attività produttive… ma anche con le modifiche dei rapporti sociali, dalla comunicazione pubblica, delle relazioni private, del tempo libero e perfino delle attività riproduttive...

In questo contesto, a mio parere non si tratta di rimpiangere I tempi andati, ma di verificare se le attuali lotte "di classe" e quelle dei movimenti, siano in grado di produrre livelli di scontro e modelli organizzativi alternativi, rompendo la gabbia di cui siamo prigionieri nell'epoca della globalizzazione liberista.

Per molti analisti politici ed intellettuali, la crisi della composizione di classe legata al superamento del fordismo e dei conseguenti limiti nei modelli organizzativi in termini politici e sindacali, non sono una catastrofe, perchè in alternativa si hanno “nuovi movimenti” in grado di far fare un balzo in avanti verso una nuova emancipazione sociale ai soggetti subordinati.

Credo però, che costoro dimenticano che l'attuale realtà della classe operaia e dei soggetti subordinati, con l'uscita dalla fabbrica, e dalla politica, con il non voto... non sono il frutto di scelte libere e consapevoli dei subordinati .

Essi sono legati soprattutto alla perdita di ruolo dei partiti e dei sindacati dei lavoratori. I partiti della sinistra, anche radicale, per come sono oggi, hanno perso l'abitudine ad operare nei luoghi di lavoro e nei territori, perdendo di fatto ogni ruolo... ma sono soprattutto le organizzazioni sindacali dei lavoratori, sia di categoria che confederali, che hanno di fatto cambiato pelle, riducendosi ad enti burocratizzati che gestiscono in termini assistenziali, le ricadute negative sui lavoratori, delle scelte economiche e sociali effettuate dai governi e dagli imprenditori.

E’ in questa realtà che allora occorre porsi queste domande:

  • oggi, le lotte dei movimenti esistenti nei territori ed a livello nazionale, hanno veramente una carica antagonistica nei confronti della società capitalista ?

  • Essi sono in grado di cambiare i rapporti di forza fra le classi e migliorare la qualità della vita, dell'ambiente, dei diritti, dei redditi?

  • C’è bisogno ed è possibile costruire un nuovo contenitore politico capace di buttar via la rappresentanza per delega e costruirne uno nuovo non gerarchico, orizzontale basato sulla auto-rappresentanza ?

Io penso che tutti i movimenti locali e generali di massa, esistenti in Italia, in Europa ed a livello globale, quali quelli ambientalisti, pacifisti, contro il razzismo, quelli femministi, o contro la globalizzazione, ecc... che si oppongono alle scelte che minacciano gli equilibri di un ecosistema naturale, quello economico, civile, culturale, ecc... anche se hanno alla loro base una costellazione omogenea di obbiettivi (come ad esempio lo erano i 10 punti del programma dell'ex Associazione -movimento "Altra Europa con Tsipras"), non hanno però una visione politica antisistema, ed anche le lotte fatte finiscono spesso per essere finalizzate ad ottenere il riconoscimento di quanto rivendicato (diritti, di genere, scelte sessuali, culturali, condizioni di vita, ecc..), accantonando di fatto ogni pretesa di presa del potere e di controllo della macchina statale.

Oggi, non mi convince la teoria della complessità sociale di chi sostiene che l'uscita dal post-Fordismo ci obbliga a curare le disfunzioni del sistema sociale attraverso i nuovi movimenti nel territorio e più generali, che, anche se sono molto importanti, praticano i "riti" (ad eccezione dei No Tav in Val di Susa) delle manifestazioni: marce per la pace, marce per I diritti, marce a sostegno della Grecia, ambiente, ecc... ma restano deboli, senza alcun antagonismo di classe ed idea profondamente alternativa di società.

I movimenti, anche quelli che privilegiano modelli organizzativi orizzontali, antigerarchici, con al centro la Persona... tendono di fatto a spostare l'asse del conflitto sociale sul terreno della rivendicazione di nuovi diritti, privilegiando quelli civili rispetto ai diritti del lavoro e sociali e dei diritti dei singoli o minoranze rispetto ai diritti collettivi.

Faccio alcuni esempi:

  • il movimento NO GLOBAL nel 2001 riunì oltre 300.000 persone a Genova (io c’èro) e dopo la tremenda repressione con l'omicidio di Giuliani ed il reato di tortura, oggi è scomparso;

  • il movimento pacifista, nel febbraio del 2003, riunì oltre cento milioni di persone in tutte le piazze del mondo contro la guerra in Iraq, che nessun governo avrebbe dovuto ignorare l'esistenza, ma non è stato così: non solo non è stata impedita la guerra in Iraq, ma continua il proliferare di conflitti atroci in altri parti del mondo;

  • i movimenti ecologici ambientalisti, che in Italia hanno vinto battaglie importanti come quella sul nucleare e sull'acqua, vedono però oggi, una carica che si va esaurendo, mentre i valori ed i contenuti ambientalisti, vengono spesso assunti da vasti settori dell'economia capitalista che traducono le rivendicazioni ambientaliste i modelli di business;

  • i movimenti femministi, che nel passato oltre alle conquiste di grandi vittorie, hanno offerto un formidabile contributo all'analisi della composizione di classe intrecciandola con quella dell'oppressione di genere... tuttavia oggi dobbiamo constatare che la tesi che la società capitalista non sarebbe potuta sopravvivere se si fossero minate le sue radici patriarcali, si è rilevata priva di fondamento.

Il capitalismo ha dimostrato di adattarsi tranquillamente ed ha cavalcato con profitto le opportunità offertagli dai processi femministi, integrando milioni di donne nei processi produttivi senza mai creare reale parità, ma abbassando il valore reale dei salari degli uomini, senza migliorare quello delle donne, che continuano ad essere meno pagate e più flessibili dei maschi

Una riflessione merita anche il Movimento cinque stelle, che con il comico attore Grillo ed un imprenditore Casaleggio, hanno fondato un partito-movimento attraverso la rete, raccogliendo la rabbia, le frustrazioni, il risentimento delle persone e tentando di fondare pratiche di democrazia diretta, di nuove forme di rappresentanza... che però, malgrado la radicalità del linguaggio, ed alcuni contenuti del loro programma sicuramente di sinistra, il M5S ha anche molte parole populiste velleitarie cercando di dare una botta al "cerchio ed una alla botte", con frasi ad alto effetto sulle caste politiche, sull'uscita dall'euro, sul ridimensionamento del potere delle banche e dei monopoli ecc... ma dopo alla prova dei fatti come nell'amministrazione di Roma dimostra di non essere all'altezza della situazione finendo per scadere integrandosi nel medesimo sistema.

In realtà, il problema che abbiamo in Europa, ma soprattutto in Italia, non riguarda solo la questione del riconoscimento dei diritti civili e sociali, ma anche e soprattutto quello di modificare strutturalmente lo scenario complessivo del sistema capitalistico in cui viviamo.

Per questo credo che sia un errore pensare che oggi la priorità, debba essere quella di andare a costruire il nuovo contenitore (partito) della sinistra sia con le caratteristiche della delega o quelle dell’auto-rappresentanza, sempre proposta ma irrealizzabile per il semplice motivo che comunque non può esistere un’organizzazione senza struttura organizzativa e senza alcuna delega.

Quindi, le nostre massime energie dovremmo invece provare a spenderle per fare ridivenire il lavoro centrale ed egemone, nel promuovere lotte ad ogni livello (fabbrica, territorio, generale). Su un progetto che abbia la centralità della Conversione in termini di compatibilità ecologica ambientale del sistema economico … cercando di modificare profondamente i processi produttivi, quelli dell'organizzazione del lavoro, quelli dei consumi... dei modi di vivere... culture... mettendo in discussione interessi, profitti e poteri consolidati nel tempo ed abitudini...

Chi può fare questo?

oggi, la “lotta di classe” non può essere condotta attraverso i partiti esistenti alla sinistra del PD, ed anche se si unificano tutti assieme, difficilmente riuscirebbero a raggiungere oltre il 5% del consenso elettorale. Quindi a mio parere il contenitore (partito) della sinistra, va ricostruito come sbocco naturale nell’ambito delle lotte conflittuali presenti nel Paese …

A mio parere non ci sono scorciatoie …è necessario tornare a mettere in discussione gli attuali rapporti di forza in ogni luogo di lavoro per tornare a contrattare le scelte sul come si lavora, per cosa si lavora, per quale prospettiva, cercando di cambiare il modello di sviluppo...

Per questi motivi, credo che in questa fase storica, sia importante mantenere in piedi i Comitati per l’applicazione della costituzione … ma quanto scaturito a Roma il 21 u.s. a me sembra un programma molto mediocre… “la classica montagna che partorisce il topolino”: di fatti si mantengono i Comitati nati in difesa della Costituzione, puntando a promuovere la sola cancellazione dell’art. 81 sull’obbligo di pareggio di bilancio mentre non c’è niente in merito alla applicazione della Costituzione su obbiettivi precisi ed articolati, a partire dall’art. 1 (Repubblica Fondata sul Lavoro)… andando a cambiare tutte le leggi che in questi ultimi 30 anni sono stata fatte in contrasto con esso.

Credo che sarebbe necessario che rilanciare proprio l’iniziativa dei comitati, con al loro interno le RSU, le Associazioni, i Movimenti, in ogni territorio, integrando le lotte dei territori con quelle nei luoghi di lavoro e con quelle più generali a livello nazionale...

Credo anche che la sinistra ed il suo contenitore partito, potrà rinascere soltanto se nelle aziende, nelle scuole, nei territori ed in ogni luogo di disagio ci sarà una nuova leva di persone(soprattutto giovani) capaci di rivendicare contenuti di cambiamento a partire dal sociale, e sviluppare il conflitto…

Solo da ciò che saremo in grado di sviluppare, potrà rinascere la speranza della trasformazione sociale e della nostra società .

 

Umberto Franchi

Intervento di Umberto Franchi 23 gennaio 2017