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Barca delle donne per Gaza

Nel numero di Combonifem di ottobre, tra i Fatti per sperare, raccontiamo dell’impresa della Barca delle donne per Gaza (Women’s boat to Gaza), un’imbarcazione a vela composta da un equipaggio esclusivamente femminile, partita a settembre per rompere il blocco imposto alla Striscia di Gaza, portare un messaggio di solidarietà e infrangere il silenzio sulla questione palestinese.

Tra le tredici donne a bordo, la Premio Nobel per la Pace irlandese, Maired Corrigan Maguire, parlamentari di vari Paesi, un’atleta olimpica sudafricana, un’ex-colonnella e diplomatica statuniteste, giornaliste, drammaturghe, una medica.

Il timore che accadesse quel che poi ieri è effettivamente avvenuto era grande. La premessa di navigare in acque internazionali, per non subire incursioni da parte della marina israeliana, e garantirsi l’accesso pacifico a Gaza, è stata vana. Il palesato rischio di essere assaltate è diventato realtà: a 35 miglia dalla costa di Gaza infatti, la barca è stata bloccata con la forza e fatta deviare fino al porto israeliano di Ashdod.

Le tredici donne sono state arrestate e verranno espulse per essersi «introdotte illegalmente in territorio israeliano». Un territorio in cui non intendevano arrivare ma dove sono state portate contro la loro volontà.

Non è la prima volta che le missioni della Freedom Flottilla, tese a richiamare l’attenzione sull’assedio illegale (cfr. art 41 della Carta dell’Onu) imposto da Israele alla Striscia di Gaza, vengono bloccate, con la giustificazione che l’intercettazione delle imbarcazioni è necessaria per «impedire la rottura del blocco navale».

Adham Abu Silmeyyeh, attivista palestinese, ha dichiarato che ciò che è accaduto «è un puro atto di pirateria, condotto dalla marina israeliana in acque internazionali contro una nave in missione umanitaria battente bandiera olandese. Un atto di terrorismo contrario a tutte le norme del diritto internazionale».

Freedom Flottilla Italia ha inviato un appello al presidente del Consiglio Renzi, al ministro degli Esteri Gentiloni e alla responsabile della diplomazia dell’Ue, Federica Mogherini, per chiedere protezione per le tredici donne. Mentre il silenzio dei rappresentanti della nostra politica è totale, a Gaza continuano i bombardamenti ed è iniziata una missione preliminare della Corte Penale Internazionale in Israele e Territori occupati. Attendiamo nuovi Fatti per sperare