In questa città manca colpevolmente la cura dello spazio pubblico, ma una popolazione che non può vivere gli spazi dove abita è una popolazione triste, disagiata e in pericolo: una comunità dove ci si incontra di più all'Esselunga che nei luoghi di svago è destinata alla disgregazione e all'abbruttimento, è abbandonata a se stessa. Come abbandonati sono i nostri bambini del centro cittadino, che, nonostante l'impegno che da 6 anni vede in prima linea un comitato di mamme, non hanno un'area verde a loro dedicata e comoda, lo sono gli adolescenti, i giovani che non hanno molte possibilità di svago, incontro, di crescita insieme, se non per strada, gli stranieri, che non accogliamo, ma piuttosto sfrattiamo, come è successo alla "casa delle culture" di Avenza, e nella schizofrenia che ci contraddistingue siamo capaci di intitolare il festival che anima a fine estate le nostre strade "Convivere". Non è possibile che i nostri amministratori non comprendano che il disagio e l'insicurezza si combattono non isolando o criminalizzando, ma dando a tutti, giovani e anziani, bambini, disabili, stranieri, studenti fuori sede, adolescenti, gli strumenti per vivere una vita degna nel territorio dove risiedono. Per questo volersi riappropriare degli spazi pubblici, cioè di tutti, diventa oggi il simbolo di una battaglia per vedere garantiti i diritti più elementari di cittadinanza, oltre ad essere un modo per cercare di tutelare i nostri beni ambientali, paesaggistici, artistici e architettonici. Negli spazi che abbiamo in comune si disegna la nostra vita, ci incontriamo, facciamo le esperienze formative, stringiamo amicizie, ci confrontiamo, ci aiutiamo a vicenda, accogliamo o veniamo accolti, formiamo e "svolgiamo la nostra personalità" (come indica la Costituzione), intrecciamo le maglie del tessuto sociale della nostra comunità.
Bastano alcuni esempi: pretendere che anche nella nostra città vengano ricavati spazi ciclabili degni di questo nome non è un capriccio, è un diritto. E' un diritto che riguarda la possibilità di scegliere uno stile di vita diverso, la possibilità di tutelare il nostro ambiente, di vivere uno spazio che dagli anni '60 (il tracciato della Ferrovia Marmifera) non è più a disposizione della cittadinanza, la possibilità di dare ai disabili uno strumento incredibilmente funzionale, per attraversare senza barriere 7 km del nostro territorio, invece quello spazio è come se non esistesse, è scomparso. Ma non è l'unico. In questa città scompaiono i teatri: gli Animosi non sono a norma e ogni anno ricevono la firma del sindaco per aprire, il Politeama è stato sventrato dagli speculatori edilizi sotto gli occhi dei nostri amministratori, vecchi e nuovi, era uno dei più importanti teatri d'opera della Toscana, adesso non è più niente, e dobbiamo solo sperare che non ci cada in testa. I centri di aggregazione chiudono: le attività per i ragazzi che si svolgevano nel Centro Saffi sono state dalla nostra politica cancellate, buttate via come qualcosa di ingombrante; la piscina ha il tetto crollato a causa della cattiva manutenzione di anni, i locali della casa dello studente, recentemente ristrutturati sono chiusi, non vengono consegnati, forse i lavori sono stati fatti male, e nessuno vuole la responsabilità di dichiararli agibili. Le aree verdi attrezzate, previste dalle normative come compensazione rispetto all'edificazione che ha interessato il centro cittadino negli ultimi anni, non sono mai state realizzate.
Gli spazi pubblici vengono cementificati, lottizzati, svuotati di senso, abbruttiti, inquinati, sbriciolati per farne dentifricio, e mentre questo accade il nostro vivere in questa città sta perdendo il suo senso.
Per promuovere una riflessione collettiva su questi temi, le associazioni e i comitati di Carrara uniti organizzano un pomeriggio di festa e informazione critica, in giro per la nostra città, dove una laica via crucis ci condurrà alla riscoperta dei luoghi che ci vengono quotidianamente e colpevolmente sottratti.
L'appuntamento è sabato 10 aprile alle ore 15.00 in Piazza Matteotti, davanti al"fu" Politeama G. Verdi, il simbolo della nostra collettività ferita .
Grazie a tutti quelli che parteciperanno e che condividono il bisogno di vivere la nostra città, perché torni un luogo a misura di essere umano.
Associazioni e Comitati uniti :"2010 odissea per gli spazi"
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- Categoria: Politica locale
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