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Comunicato Accademia Apuana della Pace su Afghanistan

Nei primi anni 2000 un movimento globale attraversava il mondo contrapponendosi tanto al fondamentalismo quanto al neo imperialismo; il movimento aveva denunciato l’irresponsabilità e la violenza degli interventi bellici “ pseudo umanitari”: dal Kossovo all’Afghanistan all’Iraq. Denunciava a gran voce la connessione micidiale tra globalizzazione delle merci e la separazione delle genti, le alleanze subdole tra signori dell’odio e padroni delle armi, la disinformazione ad hoc per giustificare la guerra, la “ guerra per esportare la democrazia”...

Accademia della pace Apuana si è costituita nel 2004, contro la guerra, contro tutte le guerre, sulla proposta della Non Violenza per la gestione dei conflitti, anche internazionali.

Per quello che sta succedendo oggi in Afghanistan possiamo dire che avevamo ragione noi, il movimento pacifista : la guerra in Afghanistan e l’occupazione militare poco o nulla hanno cambiato, l’esercito americano viene via lasciando un paese lacerato e distrutto i gruppi terroristici non sono stati sconfitti e oggi sono ancora più armati.

Pensare di avere avuto ragione 20 anni fa è una magra consolazione .

Vorremmo invitare alla riflessione e a cogliere “insegnamenti”, per non ripetere ulteriori errori:

  1. i nostri politici, che oggi si scandalizzano per la violenza presente in Afghanistan, vorremmo invitarli a fare autocritica sull’intervento armato deciso 20 anni fa e sulla presenza occidentale in Afghanistan in questi 20 anni ( già prima dell’agosto 2021 parte del territorio afgano era controllato dai talebani, il governo afgano si è sciolto come neve al sole, il capo del governo è scappato pensando solo a se stesso, l’esercito afgano si dissolve..)

  2. gli aiuti che possiamo dare devono essere da subito concreti: in Europa, in Italia va garantita l’accoglienza dei profughi afgani con riconoscimento dello status di rifugiati. Troppi profughi in questi mesi, anni, dall’Afghanistan si sono visti respingere e rimandare indietro nella rotta balcanica, (azione intollerabile e non più giustificabile oggi che tutti sappiamo cos’è l’Afghanistan).

  3. vorremmo che il grido delle donne afgane, schiacciate da un potere patriarcale mortale fosse davvero assunto da tutti; che la discriminazione di genere, come è stato per l’apartheid tra bianchi e neri in Sudafrica, venisse riconosciuta e condannata in tutti gli stati del mondo e si iniziasse una politica attiva di verifica sulla parità e uguali opportunità tra uomini e donne ( che comprenda anche gli Stati “ amici” ad es .Arabia Saudita) con conseguenti misure penalizzanti se le pari opportunità non fossero garantite.

Sosteniamo l’islam nonviolento contro i fondamentalismi, sull’esempio di Abdul Ghaffar, detto Badshah Khan (il Gandhi musulmano), che operò in Pakistan e Afghanistan, fondando il primo “esercito” nonviolento della storia addestrato professionalmente.

Contro la preparazione della prossima guerra ( contro l’industria bellica, i bilanci militari le banche armate, per la smilitarizzazione e l’istituzione della difesa civile non armata), la strada della non violenza non è semplice, necessita di impegno e ricerca ma è l’unica possibile per arrivare alla Pace.

Accademia Apuana della Pace

Massa, 1 settembre 2021