Domenica 29 Gennaio si è svolta la II Marcia della Pace organizzata dall’Azione Cattolica diocesana, alla quale hanno aderito le comunità cristiane del nostro territorio (Cattolica, Metodista e Ortodossa) e la comunità islamica, oltre che l’Accademia Apuana della Pace e gli uffici curiali in prima linea nel dialogo interreligioso e nella costruzione di una pace quotidiana ovvero Caritas, ufficio Migrantes, Ufficio dell’Ecumenismo e dialogo Interreligioso e ufficio Missionario.
La Marcia della Pace rappresenta un momento forte di incontro, di dialogo e di testimonianza, oltre che di forte visibilità verso tutta la cittadinanza.
L’Azione Cattolica, nei propri gruppi di formazione ordinaria a tutti i livelli (Ragazzi, giovani e adulti) dedica ogni anno il mese di Gennaio a riflettere su tematiche di Pace, partendo dalle esortazioni che il Papa ci offre con il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace che quest’anno è intitolato “La nonviolenza: stile di una politica per la Pace”, a sottolineare come la Pace possa essere costruita solo se ciascuno si impegna ogni giorno a vivere uno stile di rispetto e accoglienza dell’altro. La nonviolenza, infatti, non riguardo i grandi temi internazionali, ma richiama a un metodo quotidiano di relazione, a una educazione da promuovere in tutto le generazioni. Nel quinto paragrafo del messaggio il papa scrive: “La famiglia è l’indispensabile crogiolo attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono. Dall’interno della famiglia la gioia dell’amore si propaga nel mondo e si irradia in tutta la società”. Significativo è stato pertanto il gesto compiuto al termine della Marcia, dove è stato abbattuto un muro sul quale erano scritti tutti gli atteggiamenti negativi che impediscono alla pace di conquistare il mondo, e sono proprio state le nuove generazioni a farlo, i nostri bambini e bambini, simbolo del futuro. Altrettanto significativo l’impegno che ciascun partecipante alla marcia si è preso scrivendo su un cartoncino il modo attraverso il quale intende costruire quotidianamente la Pace.
La preghiera interreligiosa che ha concluso il bel pomeriggio di sole è una ulteriore testimonianza di come la religione non può essere in alcun modo utilizzata come giustificazione della violenza; i rappresentati delle religioni cristiane e islamica del nostro territorio da tanti anni sono impegnati in un cammino di dialogo e rispetto reciproco, che hanno e continuano a trasmettere alle proprie comunità come valore fondamentale e necessario per vivere una cammino di fede profondo e sincero; non c’è uomo o donna che non possa essere costruttore di Pace, non c’è religione che possa essere veicolo di violenza. E a nome delle proprie comunità hanno letto insieme un impegno, suggerito dal Papa: “Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla. Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace.”
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