Oggi, 29 novembre 2010, uniamo le mani in solidarieta' e chiediamo ad attiviste ed alleate nelle differenti parti del mondo di sostenere il lavoro delle difensore dei diritti umani che chiedono di mettere fine alla violenza giustificata in nome della "cultura", della "religione" o della "tradizione". La Campagna "La violenza non e' la nostra cultura" definisce tale violenza come: atti di violenza contro le donne giustificati e condonati tramite la politicizzazione e l'abuso delle credenze, dei valori e delle pratiche culturali, religiose o tradizionali al fine di imporre controllo su donne e bambine. Cio' puo' includere il controllo sul corpo di lei, sulla sua sessualita', su chi lei ama, su chi lei sposa, su come esprime se stessa, su cio' che lei sa, su cio' che lei crede e sull'esercizio del suo libero arbitrio.
La Campagna fu lanciata nel 2007 come "Campagna globale per metter fine all'assassino ed alla lapidazione di donne" per fermare l'insistente abuso di religione e cultura per giustificare gli omicidi, le mutilazioni e la tortura delle donne come punizione per la violazione di "norme" imposte, in special modo quelle che riguardano i ruoli di genere ed il comportamento sessuale.
La capacita' di donne e ragazze di esercitare la loro liberta' di espressione e' cruciale per contrastare la continua disseminazione di messaggi culturali usati per giustificare la violenza contro le donne. Cio' include il diritto per donne e ragazze di formare liberamente e liberamente esprimere le loro opinioni e di cercare, ricevere e fornire informazioni e idee liberamente tramite ogni media, al di la' delle frontiere (art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani). Include anche il diritto di associarsi e di tenere assemblee (art. 20 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).
Le tecnologie informatiche e di comunicazione come internet hanno grande potenziale nel permettere alle donne di partecipare allo sviluppo delle societa' in cui vivono e nel fare evolvere una cultura che onori e rispetti la dignita' umana e i diritti umani.
La Campagna "Riprendiamoci la tecnologia" ("Take Back The Tech!") chiama donne e ragazze a creare i propri media, a sfidare e contrastare le repressive nozioni vigenti di "cultura" e "identita'" che pretendono di dettare, anziche' di rispettare, il diritto base di ogni donna a definire se stessa. Promuovendo l'uso creativo della tecnologia da parte di donne e ragazze stiamo sostenendo il loro potere di documentare ed esprimere le loro diverse realta', la loro auto-rappresentazione e la loro contestazione delle credenze, delle attitudini e delle pratiche che perpetuano e scusano gli atti di violenza contro le donne.
Da quando la campagna "Riprendiamoci la tecnologia" comincio', nel 2006, centinaia di attiviste e difensore dei diritti umani, in piu' di trenta paesi, hanno usato internet, i cellulari, le radio per organizzare azioni contro la violenza di genere.
Le due Campagne sono unite come parte dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere. Potete vedere le azioni comuni su:
www.takebackthetech.net/take-action
www.stop-stoning.org/16_Days_2010
Difendete i diritti umani delle donne. Dichiarate la nostra cultura libera dalla violenza contro le donne!
Quest'anno, "Riprendiamoci la tecnologia" chiede di difendere il nostro diritto di donne di esprimerci e di essere informate: le fondamenta per essere in grado di stare insieme, organizzarci per il cambiamento, intervenire nel dibattito pubblico, definire la cultura, costruire spazi sicuri e mettere fine alla violenza contro le donne.
Video su You Tube: www.youtube.com/watch?v=DCwK8Y1Unr4
Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo
Traduzione: Maria G. Di Rienzo
Home
Due campagne per i diritti umani delle donne
- Accademia Apuana della Pace
- Categoria: Conflitto di genere
- Visite: 959