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“È possibile misurare i mali prodotti dalle parti coinvolte in un conflitto? Alcune considerazioni tra algebra, intenzioni e altre implicazioni morali” : riflessioni su un discorso del Prof. Gad Saad

In questo articolo si riporta, tradotto in italiano, un discorso del prof. Gad Saad1, docente universitario e ricercatore in Psicologia Evoluzionistica, pubblicato sulla sua pagina Facebook personale il giorno 1° Ottobre 2024. A seguire, si riporta una serie di miei commenti, sempre tradotti in italiano, che ho voluto esprimere nella primaria intenzione del promuovere una visione ad ampio spettro sui molteplici aspetti di verità che caratterizzano il conflitto Israelo-Palestinese attualmente in corso, un passo che ritengo fondamentale se si vogliono perseguire atteggiamenti distensivi e di conciliazione delle parti coinvolte. Questi miei commenti sono stati scritti in due parti successive la prima i 2 Ottobre e la seconda il 4 Ottobre. Al giorno del 6 Ottobre non avevo ancora visto alcuna risposta pubblicata ai miei commenti, sempre nella bacheca della pagina Facebook del Professore, ma non posso escludere che dopo la pubblicazione di questo articolo ne possano essere succeduti. Per questo riporto per gli interessati il link alla pagina Facebook del professore per prendere visione del post e successivi commenti in versione originale Inglese: https://www.facebook.com/Dr.Gad.Saad

  • Da: Gad Saad 1 Ottobre 2024

“Salve a tutti. Sono Gad Saad.

Qualche tempo fa, ma sempre nel 2024, sono stato invitato ad una puntata dei Joe Rogan podcasts, ospitato dall’omonimo conduttore. Si trattava della mia decima presenza al suo programma. Durante quell’incontro ho avuto modo di spiegare nel dettaglio della crisi in corso nel Medio e Vicino Oriente. Un aspetto che ho discusso verteva sull’asimmetria esistente tra i numeri di morti registrati nelle parti in conflitto, e come il numero di morti possa o meno essere un metro per misurare l’immoralità di una guerra. Lasciatemi spiegare nuovamente questo aspetto, dato che alcune persone hanno avuto diverse facoltà a comprenderlo bene. Supponete due casi ipotetici che vado ora ad illustrare. In uno di essi, una persona alla guida di un mezzo è coinvolta in un incidente nella quale uccide involontariamente 4 persone. Questo è il bilancio di morti: 4 individui.

Nel secondo caso, un’altra persona vuole incassare il massimale maturato dalla polizza stipulata dal coniuge. Per far ciò, ingaggia un sicario per uccidere lo stesso consorte. Si vuole quindi commettere un omicidio premeditato condotto con l’obiettivo di acquisire denaro.

Il sicario, però, è un ufficiale di polizia in incognito, e il diabolico piano non viene quindi portato a termine. Il coniuge non viene ucciso, ma il consorte che ha premeditato il piano assassino sarà probabilmente condannato ad una pena maggiore dell’autista che ha involontariamente causato la morte di quattro persone. Il fattore che fa la differenza nella gravità dei due atti è l’intento, la premeditazione. Nel caso dell’uccisione dei quattro utenti della strada non vi era alcuna intenzione di uccidere, mentre nel secondo c’era un’evidente premeditazione. Possiamo quindi affermare che l’intento di uccidere una persona al fine di ricavarne un guadagno pecuniario è molto più immurale del causare involontariamente la morte di 4 persone. Si tratta di un crimine ben più grave.

Venendo al caso specifico del conflitto Israelo-Palestinese, il fatto che la risposta di Israele all’attacco terroristico di Hamas abbia comportato un numero molto maggiore di vittime tra i Palestinesi è qualcosa che qualsiasi persona dotata di almeno tre neuroni attivi nel cervello non considererebbe indice di una gravità maggiore dell’azione Israeliana.

Anche durante la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti a tappeto compiuti dalle truppe alleate hanno causato più morti nella popolazione Tedesca di quanto le forze armate teutoniche non ne abbiano causate nella controparte. Questo si è verificato in ogni giorno di quel conflitto. Come sappiamo. Gli Stati Uniti sganciarono due bombe atomiche sul Giappone, causando grandi numeri di morti tra i civili innocenti. Tuttavia, nessuno direbbe che gli attacchi degli alleati, e quello degli Stati Uniti in particolare, siano stati più immorale delle atrocità commesse dai nazisti e dai loro alleati Giappone e Italia, giusto? Nel caso delle azioni di Israele in Palestina, le morti causate in quella terra non sono intenzionali, giusto? Ora, la realtà è che è impossibile stanare i terroristi nascosi in Palestina senza mai fare danno o ferire alcuno, senza mai far registrare neanche una morte. Questo è vero in ogni schieramento di qualsiasi guerra si stia parlando, con la tragedia conseguente in tutte queste parti coinvolte. No: nessuna persona con un minimo di senso morale esulterebbe alla notizia di anche solo una morte innocente; ma con i terroristi che si nascondono nelle scuole, ospedali, moschee, e i soldati israeliani che vengono a prenderti, prima o poi ci saranno delle morti innocenti. E le forze armate israeliane stanno cercando di ridurre il più possibile queste morti innocenti ad un livello che non è mai stato raggiunto in passato; però certo, se come “moneta di scambio” utilizzate il numero di morti causate da ciascuno schieramento per stabilire chi ha fatto più violenza, beh: allora chi uccide di più è il più violento. Nessuna persona dotata di una capacità di ragionamento appena superiore a quella di un bambino medio di tre anni utilizzerebbe però questo metro di misura. Guadiamo poi il recentissimo lancio di missili dall’Iran contro il territorio Israeliano. Se lo Stato di Israele non fosse dotato del sistema di difesa antiaerea “Iron Dome”, e quei missili riuscissero ad arrivare con successo nelle aree metropolitane del Paese, allora, in quel caso, centinaia di migliaia di Ebrei morirebbero. Israele dovrebbe per forza aspettare uno scenario del genere prima di rispondere agli attacchi terroristici di cui è stato vittima? Ma certo che no; nessuna persona seria lo pensa. Non lo pensa nessuna persona per bene, che si possa definire morale e razionale. Quello che conta è l’intenzione. Uno dei due schieramenti intende sterminare l’altro. Il fatto che non vi riesca non significa che non sei autorizzato ad uccidere più persone dei quante ne ha uccise essa, nonostante i suoi fallimenti. Non è così che funziona la guerra. Mi seguite, o devo dirlo in Arabo (Il Prof. Gad Saad è poliglotta e parla fluentemente Inglese, Francese, Ebreo e Arabo), o in Ebreo, o in Francese? L’intento dichiarato di Hamas è quello di eradicare totalmente il popolo Israeliano. Il fatto che siano riusciti a ucciderne, decapitarne e violentare e menomarne 2000, non significa che ad Israele non sia concesso uccidere, decapitare, violentare, menomare non più di 2000 palestinesi. Non è questo il meccanismo, l’assioma razionale che deve essere applicato. Possiate tutti passare una buona giornata.” – Gad Saad, in un suo video su Facebook postato il 1° Ottobre 2024

Da: - Andrea De Casa, 2 Ottobre 2024

“Stimato Professor Gad Saad. Non posso che constatare come la logica alla base del suo discorso sia impeccabile, per quanto anche estremamente semplice per render conto dell’intero raccapricciante scenario di guerra nel Medio e Vicino Oriente. Questo è almeno ciò che mi pare. Allo stesso tempo, penso davvero che la presenza di terroristi di Hamas nascosti nelle stanze e vani interrati di tutti quegli ospedali, scuole, piazze, edifici dell’ONU, abitazioni civili, accampamenti di fortuna dei rifugiati e così via nella striscia di Gaza occupata da così tanto tempo (area che è stata oggetto di costanti riduzioni d’estensione e reclusioni) deve essere ancora accertata nella maggior parte dei casi, o no? La prego di fare attenzione e non fraintendermi: non sto dicendo che nessun terrorista di Hamas non sia in grado di schermarsi di fatto all’interno di quegli spazi chiusi. So benissimo che possono ricorrere a quella misura. Lei parla di persone di buon-senso e di un senso di base della morale. Sinceramente non so se posso essere incluso in questa categoria di soggetti. Una cosa però so di sicuro: non bombarderei mai un edificio abitato da civili innocenti e privi di alcuna difesa, men che meno se si trattasse di un ospedale, neanche nel caso io fossi assolutamente sicuro che dei terroristi vi si trovino annidati utilizzando i civili come scudo umano. Sto parlando di quella stessa terra che è stata definita da così tante voci come “la più grande prigione a cielo aperto del mondo, e oggetto di sistematica apartheid”; e questo da ben prima della tragica strage del 7 Ottobre.

Ma c’è un’ulteriore cosa che evidentemente proprio non mi riesce afferrare, sulla quale magari qualche persona di buon senso può fornirmi delucidazioni: come è mai possibile che io proprio non comprenda che quel gruppo di reporters inviati sul campo di guerra non siano altro che… che cosa, di grazia? Una milizia di terroristi sotto mentite spoglie da essere prontamente freddati come lo sono stati? Inoltre, se da una parte Lei sottolinea appropriatamente come l’entità dei bilanci di morte registrati nelle varie parti belligeranti non possano essere un metro per misurare la gravità del male commesso da ciascuna, cosa che Lei spiega in maniera assolutamente razionale, mi domando anche come dovrei mai chiamare le deliberate sparatorie che hanno avuto come bersaglio persone disarmate radunatesi ai rarissimi punti di distribuzione di cibo ed acqua, lasciando anche diversi di loro privi di vita o feriti a terra? Dallo stesso punto di vista, come dovrei chiamare i blocchi di convogli con generi di prima necessita, cibo, e presidi sanitari al di fuori del valico di Rafa, che ha portato a così tante morti per denutrizione e complicazioni da ferite e malattie che non si potevano più curare? Tutti i terroristi che si nascondevano e ancora si nascondono nell’intricata rete di tunnel sotterranei a Gaza sono sicuramente i meno colpiti da tali indotte penurie di generi di prima necessità. La ringrazio sentitamente per avermi permesso di esprimere questi miei commenti.”

P.S. “A prioritaria tutela della pace, a chiunque possa aver letto queste mie parole dico: per favore, rimaniamo aperti ad accogliere le prospettive di tutti, e proprio tutti. É di cruciale importanza che ci atteggiamo e comportiamo con tale modalità, in questi drammatici tempi che ci è dato vivere.”

- Da: Andrea De Casa, 4 Ottobre 2024

“Di nuovo un saluto a tutti coloro che seguono questo post e i suoi commenti. Non posso fare a meno di continuare a riflettere sulla spinosa questione introdotta dal Prof. Gad Saad nel suo video-post. Spero davvero che tutti i lettori di queste mie righe possano credere che il mio volerle esprimere è mosso innanzitutto dalla primaria ricerca della Pace, come un piccolo contributo personale al ripristino e mantenimento della Pace. É con tale proposito profondamente sedimentato nel cuore e nella mente che mi sento spronato a ricordare un'altra delle tante verità (del conflitto Israelo-Palestinese). Se da una parte è vero e incontrovertibile che il dichiarato Intento di Hamas ricordato dal professore è quello di cercare l’eliminazione del popolo Israeliano dalla loro Nazione, vi è d’altra parte anche un’altra verità egualmente innegabile; una realtà che si è sviluppata sotto gli occhi del mondo intero ormai da decenni (più precisamente: dalla costituzione dello Stato di Israele nel 1948). Mi sto riferendo a quella popolazione che, in quell’area geografica, ha e sta continuando di fatto (e non tanto in discorsi a parole) avvicinando un altro popolo sempre più al punto di essere definitivamente cancellato dalla sua terra. Sappiamo tutti di che Nazione stiamo parlando. Non c’è bisogno che io dica come mi lasci letteralmente sbalordito il fatto che una particolare porzione di un intero popolo che ha subito una delle più atroci, irrazionali e imperdonabili pulizie etniche della storia dell’umanità – ovvero l’olocausto perpetrato durante la seconda guerra mondiale – sia capace di reiterare comportamenti di cui è stato vittima. Mi riscalda profondamente il cuore vedere come una porzione significativamente grande di cittadini Ebrei, ivi compresi diversi dissidenti Israeliani, stiano condannando aspramente il piano politico di Netanyauh, compreso il suo far perdurare gli insediamenti coloniali illegittimi in terra di Palestina.

Non saprei proprio come stabilire il numero di vittime civili innocenti che, in qualità di esseri umani, ci possiamo sentire legittimati a sacrificare in nome del fine di estirpare gli attori del male; ma c’è una cosa che so per certo, e si tratta delle chiare e precise definizioni dei vari “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità” cui la nostra civiltà è pervenuta, definizioni che sono ovviamente indipendenti dalle parti belligeranti che si macchiano delle efferatezze da esse definite. É nella mia speranza uno scenario in cui, così come stabilito dal quadro del diritto internazionale multilateralmente accettato e sottoscritto, la Corte di Giustizia Internazionale si occupi di indagare, rimandare a giudizio e pervenire a sentenze in merito ai suddetti crimini che si stanno ancora compiendo. Anche in questi miei ultimi passaggi non c’è bisogno che io sottolinei un fatto che i lettori possono evincere in autonomia, e cioè che non sto prendendo le difese di alcuna parte belligerante, ma sto solo ricordando un necessario e inevitabile passo che dobbiamo tutti compiere per la ricerca di una Pace efficace: quello di appurare tutte le verità che fanno parte del complesso scenario di guerra in corso nel Vicino e Medio Oriente. Grazie ancora di cuore dell’avermi permesso di esprimere queste mie considerazioni.”

1 Gad Saad è professore di Marketing alla “Concordia University” di Montreal, Canada, nonché precedente titolare della Cattedra di ricerca alla Concordia University in Scienze Comportamentali Evoluzionistiche e Darwinian Consumption (2008-2018). È stato Professore Associato a Contratto alla Cornell University, al Dartmouth College a all’Università della California – Irvine. Il Dott. Saad è stato insignito del Premio “Commerce’s Distinguished Teaching” nel Giugno del 2000, e ha figurato a lungo nella lista dei professori della Concordia University coinvolti nei più accesi dibattiti, secondo i due “Rapporti Mclean” del 2001 e 2002 sulle Università Canadesi. E’ stato insignito di diversi altri premi ed è autore bestseller di diversi libri rivolti al pubblico generale. (Fonte: https://www.northwood.edu/directory/faculty/dr-gad-saad/)