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Gaia... ma non per chi paga!!!

DALL'INVIATO Giuliano Fontani

VIAREGGIO. Si chiama Gaia, ma non sembra destinata a portare felicità e spensieratezza. Tutt'altro. Le sue letterine, sotto forma di bollette, stanno scatenendo le proteste degli utenti dell'acqua.
Gaia infatti gestisce le risorse idriche della Toscana del nord, 51 Comuni che vanno dalla montagna pistoiese alla Versilia, fino alla provincia di Massa-Carrara.
A Viareggio le bollette non sono ancora state recapitate, ma si teme un rincaro record, sulla scorta di quanto si è verificato nei Comuni vicini e a Carrara, dove si sono costituiti comitati con lo scopo di contestare il fenomeno dell'acqua-salata.
Gli aumenti sono generalizzati, ma colpiscono particolarmente le seconde case e gli esercizi commerciali.
I tartassati. Gli esempi si sprecano perché ormai - dice il presidente viareggino dell'Ascom Graziano Giannessi - stanno trasformando l'acqua in oro.
«La gestione - dice - dovrebbe tornare ai Comuni».
A Quiesa, piccola località della montagna che divide Lucca da Viareggio, una famiglia (moglie e marito, senza figli) si è vista recapitare da Gaia una bolletta da 12.460 euro per i primi sei mesi del 2005.
Potrebbe essere un errore, ma a Marina di Carrara, Adelmo Bocchini, titolare dell'hotel "Margherita", ha pagato 3.113 euro per i primi sei mesi, il triplo dell'anno precedente.
Anche Mario Guelfi, del ristorante "Ciccio", ha superato i tremila euro, il doppio rispetto alla bolletta del 2004. Il titolare di una rosticceria di Camaiore, altro caso, dovrà pagare una bolletta da 1.370 euro.
A fronte di queste bollette già recapitate fanno ancora più impressione le simulazioni su quel che potrebbe avvenire.
Un vero e proprio tsunami nelle tasche degli utenti.
A Carrara, una famiglia tipo di quattro persone che consuma un metro cubo di acqua al giorno, con il vecchio gestore Amia spendeva 462 euro l'anno, con Gaia si vedrà recapitare una bolletta da 526 euro.
Ma se lo stesso nucleo familiare avesse una seconda casa, l'importo andrebbe alle stelle. Supponendo che in quella casa per le vacanze la nostra famigliola viva quattro mesi l'anno, consumando quindi 120 metri cubi d'acqua, si vedrà recapitare una bolletta da 254 euro, mentre con la vecchia Amia ne avrebbe spesi 74.
I ricorsi. Il fronte dei tartassati ha messo in moto le classiche iniziative di difesa, a cominciare dai ricorsi.
Gli operatori turistici versiliesi, da Lido di Camaiore a Forte dei Marmi, sono stati invitati dalla Federalberghi a pagare la prima bolletta e a testare le fatture ricevute rivolgendosi ad un noto studio legale dove fare convergere le segnalazioni.
A Forte dei Marmi Adiconsum è scesa in campo a fianco del comitato "Acqua bollente" per una battaglia contro le tariffe di Gaia.
Perché il caro-bolletta. La spiegazione tecnica che viene da Gaia e dall'Ato, l'Ambito territoriale ottimale, non è accettata dagli utenti dell'acqua.
L'Ambito territoriale è l'organismo che raccoglie province e comuni e stabilisce le tariffe, Gaia le applica.
«L'Ato 1 - dice il neo presidente, l'avvocato Carla Guidi di Lucca - risponde ai criteri generali della legge: anzitutto deve perseguire il pareggio del bilancio, senza fare ricorsi a compensazioni di pubblici servizi più ricchi.
In secondo luogo deve provvedere al piano degli investimenti e all'ammortamento dei mutui contratti dagli enti locali per la manutenzione ma anche per acquedotti, depuratori e fognature».
«La bolletta - dice ancora l'avvocato Carla Guidi - va saputa leggere. A molti cittadini, che si sono detti scioccati dagli importi, ho già dato una risposta. In quelle cifre ci sono molte cose, dagli investimenti al pareggio del bilancio. Ma soprattutto le tariffe tengono conto delle fasce più deboli della popolazione e di chi ha una sola casa.
E' logico che riducendo sensibilmente gli importi da una parte, lievitano le cifre delle altre uenze».
«Uscire da Gaia - concludono gli amministratori dell'Ato - significherebbe per un Comune disfarsi delle proprie quote, rinunciando ad una partecipazione diretta dell'attività dell'azienda».
E' la solita storia del lenzuolo corto, perché i soldi non ci sono.
Per i Comuni accollarsi gli interessi dei mutui, il ripiano dei debiti della gestione delle acque, e il piano di investimenti (centinaia di milioni di euro in tutto il territorio, 11 soltanto a Viareggio) significherebbe il blocco della spesa corrente.
Gli stipendi. Il passaggio dunque è stretto e i sindacati ne chiedono conto e vogliono ridiscutere il piano tariffario, il piano industriale della società, la pianta organica, i ruoli, le funzioni e i costi del personale. Perché in mezzo a queste difficoltà stonano le cifre che percepiscono i dirigenti dell'Ato 1. Il presidente Carla Guidi non raccoglie: «Sono cifre stabilite dall'assemblea consortile, che le parametra sulla base di quanto percepisce il sindaco del Comune capoluogo». E qui la situazione diventa buffa, perché Lucca è l'unico Comune che non ha aderito a Gaia.
Ma vediamole le cifre dell'Ato 1: 120mila euro l'anno all'amministratore delegato, 50mila al vice presidente, e al presidente 5260 euro al mese.
Forse è per questo che la chiamano Gaia.