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Gli omicidi sul lavoro

Luana aveva 23 anni è stato risucchiata da un macchinario che carda la lana a Montemurlo e lascia un bimbo di 5 anni... Oggi Cristian è stato schiacciato da una fresa in quel di Busto Arsizio, lascia due figlie di 7 ed 8 anni.

Ogni anno i morti sul lavoro continuano ad aumentare... secondo i dati INAIL nei primi tre mesi del 2021 ci sono stati 185 morti, quasi 3,5 morti al giorno se si escludono i giorni festivi, con un incremento dell'11,4% rispetto all'anno precedente

Ai morti per infortuni sul lavoro vanno aggiunti quelli che muoiono a causa delle malattie professionali per patologie dovute alle esposizioni di sostanze tossiche presenti sul lavoro di varia natura ... e, se poi si aggiungono quelle differite per infortunio e quelli non denunciati perché lavoranti a nero, i morti diventano ogni anno circa 4000. Una vera guerra altamente rappresentativa dello scontro tra capitale e lavoro !

Essi sono aumentati anche durante la pandemia da covid, nonostante ci siano stati periodi di lockdown con la messa in Cassa Integrazione di centinai di migliaia di lavoratori .

Dopo ogni incidente , di norma viene sempre, avviata la solita inchiesta, le solite verifiche da parte degli Organismi preposti (Ispettorato del lavoro, Inail, ASL) … e quasi sempre parlano di errore umano... di fatalità ci dicono che gli operai erano specializzati nel fare il loro lavoro e che forse le aziende non applicavano le normative della sicurezza sul lavoro... oppure che sono morti per una serie di “fatalità” negative...

Ma in realtà quello che avviene è il frutto di precise scelte e responsabilità imprenditoriali e politiche.

Dobbiamo dire la verità: la grande sanguinosa tragedia di cui non si vede la fine , non dipende dal destino cinico e baro, ma da un tipo di sviluppo economico che mette in conto anche la morti sul lavoro al fine di incrementare i profitti!

Gli aspetti fondamentali della causa delle morti sono questi:

- la maggioranza dei datori di lavoro (non tutti) pensano che la prevenzione e sicurezza sul lavoro sia un costo che vada ridotto al minimo... quindi fare la valutazione dei rischi come previsto dalla normativa, sulla carta , mentre in realtà cercano di ridurre il costo del lavoro, senza fare investimenti di prevenzione sugli impianti,, spesso per incrementare la produzione tolgono anche i dispositivi di sicurezza esistenti;

  • cercano di incrementare carichi e ritmi di lavoro, far fare ore di straordinario per non assumere nuovo personale, non fanno formazione adeguata..... e soprattutto nelle piccole aziende, non bastano le RLS a controllare l'applicazione del Testo Unico Sulla sicurezza... ;
  • per quanto riguarda gli ispettorati del Lavoro ed i Tecnici e medici delle ASL ... fanno dei controlli sporadici del tutto insufficienti... spesso quando arrivano , le aziende sono state precedentemente informate e cercano di ricorrere ai ripari... E comunque i datori di lavoro preferiscono pagare la multa piuttosto che investire sulla sicurezza...
  • lo fanno a torto... perché investire sulla prevenzione e sicurezza li farebbe risparmiare sia in termini di infortuni e malattia professionali che in termini di innovazione competitiva che andrebbe a ridurre il costo del lavoro... ma la cultura della maggioranza dei datori di lavoro è quella di risparmiare su tutti i costi del lavoro...
  • anche il sindacato oggi è molto debole (non riesce nemmeno a proclamare uno sciopero generale nazionale) ma soprattutto è ridotto a cercare di gestire in termini assistenziali le ricadute negative sui lavoratori delle scelte fatte dai datori di lavoro e governi .

Nella mia esperienza sindacale ricordo periodi di contrattazione reale in ogni luogo di lavoro, partendo dalla soggettività dei lavoratori sui rischi esistenti... ma oggi non si tratta su tutta l'organizzazione del lavoro andando a decidere come si lavora, con quale sicurezza, con quanti organici con quali orari , per cosa si lavora... oggi il sindacato preferisce delegare la questione agli Organismi di Controllo (ispettorati, Inail, ASL) che sono necessari ma del tutto insufficienti.

Un altro motivo della crescita degli infortuni , sta nel fatto che c'è stata una continua rincorsa , da parte di tutti i governi , soprattutto degli ultimi governi Berlusconi e Renzi, finalizzata alla creazione di lavoro precario, flessibile, frantumato, parcellizzato, depenalizzato, senza prevenzione e tutele, attraverso interventi legislativi : Berlusconi tramite la legge n. 30 (Biagi) fatta nel 2003 che ha portato alla definizione di ben 46 forme di lavoro precario , frantumato, senza diritti… sempre Berlusconi nel 2011, ha provveduto alla depenalizzazione delle leggi esistenti in materia di sicurezza nel lavoro , soprattutto tramite la depenalizzazione del Testo unico sulla Sicurezza, (Gli altri governi succedutesi l’hanno lasciata depenalizzata) con i datori di lavoro che se non fanno prevenzione, non rischiano più il carcere ma solo una multa... Ma la rincorsa alla riduzione dei costi sul lavoro e riduzione della sicurezza sul lavoro è proseguita con Renzi con la legge Jobs Act, con una situazione divenuta sempre più drammatica, perché essendo stato abolito il diritto al reintegro in azienda del lavoratore licenziato senza giusta causa (con abolizione art. 18 per i nuovi assunti), il lavoratore, sempre più spesso è costretto a lavorare in condizioni di sempre minor sicurezza e a volte anche a dichiarare (come richiede l'azienda) malattia quella che invece è una patologia da infortunio, per paura di essere licenziato…

Quindi quello che avviene con le morti sul lavoro ,non è per colpa della sfortuna… oggi sotto accusa c’è un intero meccanismo di sviluppo distorto. I datori lavoro (anche quelli che avrebbero le risorse per fare innovazione e prevenzione) investono poco nell’innovazione “alta”, nella prevenzione sugli impianti “alla fonte”, ma preferiscono investire i loro capitali in attività speculative più vantaggiose, e cercano di essere competitivi sui mercati , oltre che con salari bassi, anche riducendo i diritti, con un mercato del lavoro frantumato e precario, dove chi lavora è costretto ad accettare carichi di lavoro sempre più stressanti, e spesso a lavorare a rischio infortuni.

Qualcuno si chiede : dove è finito il senso etico e di utilità sociale del lavoro stabilito dalla nostra Costituzione ? NO, occorre dire che in Italia, la classe capitalista, non ha il senso della solidarietà ed utilità sociale del lavoro, stabilita dalla nostra Costituzione… ignorano il bisogno di sicurezza e prevenzione della salute nei luoghi di lavoro, considerano i danni psicofisici di chi lavora , i morti e gli infortuni sul lavoro così drammatici, come un prezzo inevitabile da pagare per essere competitivi nella globalizzazione… sui mercati mondiali .

Come sostiene il grande Costituzionalista Paolo Maddalena , gli “omicidi bianchi” sono causati dal sistema economico patologico, illecito, cinico, incostituzionale del neoliberismo. Finché non combatteremo contro questa infame ideologia, “causa” di tutti i mali, non riusciremo a salvare i lavoratori.

In conclusione, penso che sia necessaria un’azione straordinaria diretta e coordinata , con una diffusa iniziativa sui luoghi di lavoro che, da una parte, deve creare una nuova cultura di rifiuto di ogni lavoro a rischio da parte di chi lavora, sviluppando una contrattazione continua giornaliera da parte delle RSU/RLS su tutta l’organizzazione del lavoro… dall’altra è necessario abrogare (anche tramite un referendum) la legge Iobs Act e la legge n. 30 , perché altrimenti i lavoratori precari sono soggetti ad accettare di lavorare in condizioni di insicurezza ed accettare ogni possibile vessazione imposta dai datori di lavoro, fino a morire di lavoro!

Umberto Franchi

Lucca 6 maggio 2021

Segnalato da: Gino Buratti