Pietro Gori riferisce che Ernest Renan, nella sua “La vita di Gesù”, del1863, afferma che «[…] Cristo medesimo, condannato più come riformatore sociale che come religioso, era sotto ogni aspetto anarchico, giacché non ammetteva idea di governo, il quale a lui sembrava puramente e semplicemente un abuso. E partendo dal concetto che gli uomini eguagliati nelle condizioni, devono di necessità divenire fratelli, giungeva a conclusioni comunistiche».
In un altro punto del suo libro Renan scriveva che Gesù aveva annunciato:
“Io rinnovello le cose tutte ”.
Ho controllato perché sono come San Tommaso.
La frase viene dall’Apocalisse di Giovanni cap. 21-5, e nelle copie che ho consultato (ediz. Paoline, 1968; Italica Libri, IV vol. 1986 (illustrazioni del Dorè); ediz. CEI 1974) recita precisamente:
“Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.
Però in una traduzione dell’apocalisse del 1838 edita a Siena, il monsignor Antonio Martini traduce il latino: cap. XXI/5 “Et dixit qui sedebat in throno. Ecce nova facio omnia”, con la frase: Ecce, sclamò, che io rinnovello il tutto”.
Devo ammettere che il “fare nuove tutte le cose” ha già in sé qualcosa di affascinante, ma il “rinnovello”dell’apocalisse di Renan, di cui ho trovato conferma nella traduzione di Martini (presumo prete toscano) è molto bello, e rappresenta anche l’invito ad una rinarrazione,.
Il “rinnovello” poi è davvero un buon toscano, non so se il Benigni l’abbia usato, di certo non lo ha fatto il Renzi che ha detto: “io rottamo tutto”, che davvero un buon toscano non lo è.
Se il Renzi avesse usato il “rinnovello” sarebbe stato davvero ganzo, e forse avrebbe raggiunto di già il 51% dell’elettorato senza bisogno di inventare altre frottole.
Le parole bisogna saperle usar bene!
Certo occorre avere un buona cultura di fondo.
Massimo Michelucci