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Il gioco al macello di costruire solo muri

A Salvini piace definirsi papà, come se non fosse abbastanza mostruoso da sé e come se non fosse orribile che, per giustificarsi, abbia bisogno ogni volta di coprirsi con la propria progenie.

E naturalmente si tratta di un "papà italiano".

Insomma quando il prossimo presidente del consiglio dice che gli italiani vengono prima di tutti ha ragione. Infatti per lui gli immigrati non sono poveri come gli italiani di razza. I poveri che parlano napoletano o milanese hanno più diritti di quelli che hanno imparato l’inglese e il francese nelle loro patrie colonizzate e derubate da noi occidentali.

Nella legge di bilancio il governo ha approvato la carta famiglia per le famiglie a basso reddito eliminando dagli aventi diritto le famiglie degli immigrati poveri, benché residenti in Italia da molti anni.

Ha inoltre bocciato la proposta del fondo per i figli delle donne vittime del femminicidio.

C'est la vie.

Così il nostro paese sta tirando su i muri. È un gioco suicida. Che però gli fa accumulare una montagna di voti. Tanti punti come al supermercato.

Salvini si merita un’aspirapolvere in omaggio. E Di Maio un asciugacapelli.

Me li immagino così. Me li immagino come ragazzini che dicono tutte quelle cose orrende solo per accumulare punti. Che vanno a vedere quanti like gli mettono gli italiani sulla pagina Facebook. Quanti voti prenderebbero se si votasse ?domattina?.

E intanto c’è la gente che soffre per davvero.

Che muore.

Lo fanno solo per questo motivo? Per accumulare punti?

No. Cercano di far passare una visione del mondo.

Come esempio basta ricordare quello che papà Salvini ha detto durante l’ultima adunata di Pontida. Cioè che bisogna cambiare la legge 180, quella conosciuta come legge Basaglia.

E perché? Perché lui è il ministro degli interni. E se si mette a parlare di una questione del genere significa che riduce anche la salute mentale a una questione di ordine pubblico.

Ecco. Per questo tizio è tutta una questione di ordine pubblico.

La povertà e il lavoro, la malattia e la cultura. Tutta una questione che si sbriga il ministro dell’interno.

Tutta una questione di ordine pubblico.

E invece no, caro papà: siamo una minoranza, ma siamo di sinistra.

Per noi c’è bisogno di fare ragionamenti complicati che distinguono una questione dall’altra.

Per noi i discorsi sono tutti diversi e le persone sono ancora tutte uguali.

[ Ascanio Celestini ]

Fonte: Post Pubblicato su Facebook

Segnalato da Michele Borgia