L’hanno chiamato “governo del fare” ma forse bisognerebbe ribattezzarlo “governo del rimandare”… Imu, Iva, Tobin tax, Tares (per quel che riguarda le tasse) e ora anche gli F35… Il “fare” è in realtà un continuo prorogare, spostare, posticipare che rischia di portarci in autunno a navigare a vista.
Il rimandare, in attesa di improbabili tempi migliori, mostra tutta la debolezza di un governo che poggia su delle larghe intese che non gli permettono di camminare verso riforme economiche vere di cui il Paese ha bisogno, quelle per cui è necessario il coraggio, il malcontento di alcuni (verrebbe da dire sempre i soliti e sempre meno ignoti…), la ridistribuzione degli oneri fiscali in maniera davvero proporzionale in base ai redditi, la certezza della pena per chi evade (l’evasione fiscale costa ogni anno al nostro al Paese oltre 180 miliardi)…
E mentre si parla di incentivare l’assunzione di giovani con meno di 30 anni, disoccupati da almeno sei mesi o in possesso della sola licenza media, Tito Boeri scrive del “Grande falò delle occasioni sprecate” e un insegnante racconta (sempre su Repubblica, tra le lettere) di un genitore costretto a chiedere la bocciatura del figlio all’esame di maturità per permettergli di essere assunto in un ristorante… Siamo un Paese che continua a giocare al ribasso sul futuro, che si avvale di una Commissione di saggi che ha dimenticato la vecchia saggezza popolare del “non rimandare a domani quel che puoi fare oggi”.
Fonte: Newsletter suore Comboniane del 27 giugno 2013