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Insieme per la pace! Manifestazione a Pontremoli del 24 febbraio 2023. Intervento di A.N.P.I. "L. Seghettini" - Pontremoli

A tutti i presenti - organizzatori e partecipanti - in questa intensa e significativa giornata promossa all’insegna di un forte impegno europeo per la PACE, volentieri porto il cordiale saluto ed il fraterno abbraccio del direttivo e dei soci dell’A.N.P.I. “Laura SEGHETTINI” di Pontremoli.

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che qui sono onorato di rappresentare, si sta riorganizzando in tutta Europa per portare attivamente, anche oltre i confini del nostro Paese, i valori democratici e le sfide antifasciste che sono alla base del suo Statuto e, a livello sia locale che nazionale e sovranazionale, sta acquisendo nuove adesioni e nuovi consensi, a conferma della crescente consapevolezza collettiva della drammatica criticità del momento storico che stiamo attraversando e della necessità di accantonare ogni sterile contrapposizione per ritrovare unità e compattezza intorno a princìpi inderogabili unanimemente condivisi.

È questo lo spirito che ci anima, lo stesso con cui il presidente dell’A.N.P.I., Gianfranco Pagliarulo, ha recentemente rivolto un appello a tutti gli iscritti esortandoli a “partecipare ad ogni iniziativa che abbia come obiettivo finale il ristabilimento della pace”.

Il ripetersi - a distanza di poco tempo - degli stessi errori che hanno portato nel secolo “breve” alle carneficine di due conflitti mondiali può davvero sollevare dubbi sull’efficacia della consapevolezza storica (“La Storia” scriveva amaramente Eugenio Montalenon è magistra di niente che ci riguardi”), ma è altrettanto vero che non possiamo continuare ad assistere indifferenti a invasioni e massacri: abbiamo tutti il dovere di tener viva la memoria del passato e di smascherare le ragioni occulte della folle corsa agli armamenti, della mostruosa deriva bellicista che provoca un tragico aumento a livello esponenziale di vittime e di distruzioni lasciando intravedere per l’immediato futuro scenari catastrofici.

In un agile volumetto appena dato alle stampe (“Di guerra in guerra. Dal 1940 all’Ucraina invasa”) un ex partigiano francese che a luglio compirà 102 anni, davvero ben portati - filosofo, sociologo e pedagogista di grande lucidità, studioso interdisciplinare per eccellenza - ricorda le tante guerre che, direttamente o indirettamente, ha vissuto, riscontrandovi numerose analogie: Edgar Nahoum, che molti dei presenti meglio conosceranno con il suo nome di battaglia da partigiano: Edgar Morin (autore – tra l’altro – dei notissimi saggi “La testa ben fatta” e “Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione”), nell’ultimo libro - piccolo ma profondo - riflette, con la sua irripetibile originalità, sul trauma della guerra tornata a devastare il cuore dell’Europa, attraverso l’irresponsabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Affiorano alla sua memoria i terribili ricordi dei conflitti che hanno segnato la sua lunga esistenza (la 2^ guerra mondiale, in cui ha combattuto da “maquisard” a fianco di François Mitterrand, ma anche le guerre d’Algeria, Jugoslavia, Iraq…) e l’invasione dell’Ucraina gli fa rivivere l’orrore dei tratti comuni a tutti i conflitti che ha conosciuto in un secolo di vita: le città devastate e rase al suolo, gli innumerevoli morti militari e civili, le fosse comuni, gli esodi in massa, i crimini di guerra…

Morin, intervistato di recente sui rischi connessi alla radicalizzazione del conflitto in corso, che si è protratto per un anno intero e non accenna ad attenuarsi, ha affermato: “Il problema è che nessuno pensa veramente alla pace. Siamo coinvolti in una escalation che rischia di allargare questa guerra… Non sappiamo dove arriverà. Non sappiamo nemmeno se sarà possibile evitare la follia nucleare. Ma dobbiamo fare attenzione: c’è una crisi ecologica nel pianeta, e c’è anche una crisi economica che peggiorerà e creerà gravissime carestie, soprattutto in Africa. Dopo la pandemia, tutte queste crisi assieme aggraveranno la guerra e ne saranno a loro volta aggravate con effetti devastanti.

Come papa Francesco, che esorta a far cessare subito una “guerra assurda e crudele”, anche Edgar Morin sostiene la necessità di negoziati ed accordi immediati che facciano tacere subito le armi: “la logica del fino alla fine - scrive Morin – sarà come un tragico boomerang che, una volta lanciato, si ritorcerà contro i popoli in guerra e contro l’umanità intera.”

Per questo, a partire da qui, dalle tante piccole realtà locali, è bene manifestare e lottare tutti insieme, senza inutili frizioni, senza odiosi “distinguo”, senza vuoti sofismi, a sostegno delle regioni ingiustamente occupate e delle popolazioni duramente vessate e martoriate, per riconoscere quanto è loro dovuto.

Confesso che negli ultimi mesi mi sono spesso chiesto se davvero la strada giusta da percorrere fosse quella del sostegno militare a coloro che rischiavano di soccombere in una guerra iniqua. Ho cercato inutilmente risposte nei saggi di geopolitica, la cui lettura mi ha fatto sentire ancor più dubbioso, scettico ed ignorante. Un numero intero di “Limes” («La guerra continua») - oltre 300 pagine con dettagliate mappe a colori - non mi ha dato certezze. Ne ho solo dedotto un vago auspicio: che il “quartetto” (Berlino-Parigi-Roma-Madrid) possa “costituire un forum permanente per la pace (leggi: tregua) aperto a tutti e destinato a suggerire le condizioni minime per una lunga sospensione della guerra”: un po’ poco, poco davvero, dopo un anno intero in cui le armi hanno fallito, ma almeno un segno, un segno di inversione di ròtta; certo meglio di niente!

Nessuno – sia chiaro – può arrogarsi il diritto di possedere la verità, di additare ad altri la strada da seguire, ma forse, se fossimo tutti disposti ad ascoltarci reciprocamente abbandonando un po’ delle nostre presunte certezze, se davvero credessimo tutti nella PACE come unico traguardo a cui tendere senza provocare ulteriori lutti, se provassimo ad accordare fiducia a chi si sforza di uscire dalla logica perversa del “dover trattare da posizioni di forza”, si potrebbe convenire – tutti insieme davvero – sulla necessità di far prevalere a livello mondiale la tutela dei più deboli: il principio sacrosanto dell’autodeterminazione dei popoli va riconosciuto su tutti i tavoli della pace, senza bisogno di “vittorie sul campo,” non dagli Stati Uniti d’America o dalla NATO ma dall’ONU, organismo internazionale preposto alla soluzione delle controversie, alla ricostruzione di un clima di coesistenza pacifica e di feconda collaborazione tra gli Stati e i popoli d’Europa e del mondo.

Uno sforzo in questa direzione sarebbe, sì, più faticoso, ma forse più produttivo e più duraturo, perché d’ora in poi potrebbe illuminare a giorno il buio di questa notte senza stelle destinata altrimenti ad alimentare all’infinito il lucroso commercio di pietre, di fionde, di carri armati, di missili a lunga gittata e di armi, convenzionali e non, sempre più potenti e letali.

Sarebbe bello, per una volta (e potrebbe essere quella decisiva!), che al gelo delle ideologie, figlie del secolo ormai sepolto, potesse contrapporsi con successo crescente - come in tante gioiose, spontanee manifestazioni libertarie di donne e di giovani pronte a sbocciare e a diffondersi nel mondo a macchia d’olio - il calore intenso dell’utopia, vista non come follia velleitaria ma come grande sogno collettivo capace di avverarsi per la tenacia di tutti quelli che ci hanno creduto.

Grazie dell’invito e… buon lavoro a tutti!

Pontremoli, 24 febbraio 2024

A.N.P.I. “L. Seghettini” - Pontremoli (Angelo Angella)