• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ricerca documenti

Intervento di apertura alla manifestazione del 24 febbraio contro le guerre a Massa

Nel ringraziare tutte e tutti per la vostra partecipazione, prima di annoiarvi con la mia introduzione a questa manifestazione, permettetemi di esprimere la nostra solidarietà a quei giovani studenti che ieri, in occasioni di una manifestazione contro la guerra in Palestina, hanno subito un'inaudita ed assurda violenza da parte delle forze dell'ordine.

Azione questa che purtroppo non è un fatto isolato e davvero si configura come un attacco alla libertà di espressione e a quella di manifestare liberamente, confermando come l'atteggiamento violento del potere nei confronti del dissenso sia il grimaldello con il quale si possano davvero mettere in discussione i fondamentali della nostra carta costituzionale.

Ormai la guerra ci viene proposta, nel miglior dei casi, come un male inevitabile per ripristinare un ordine e un diritto, che di volta in volta cambia a seconda delle latitudini, e che ci porta verso la terza guerra mondiale a pezzi, come sostiene Papa Francesco.

Siamo avvolti da un Pensiero Unico Bellicista che avvolge le nostre vite, la politica e tutti i media facendo tabula rasa del bisogno di dubbio, che ci dovrebbe accompagnare ogni qual volta analizziamo un fenomeno complesso quali sono, soprattutto, i rapporti tra i popoli, le nazioni, i conflitti e le guerre.

La storia di questi ultimi 50 anni ci dice chiaramente che l'opzione militare per risolvere le controversie internazionali (che la nostra Costituzione “ripudia”, verbo forte!) non crea condizioni di maggiore convivenza pacifica, ma anzi crea situazioni in cui i conflitti si rigenerano, in cui aumentano le disuguaglianze e le ingiustizie e si facilita la radicalizzazione delle posizioni: radicalizzazione che non riguarda solo il mondo medio orientale, ma anche il nostro mondo occidentale!

Proprio per questo motivo diciamo che, dopo il fallimento della logica militare, la via da sperimentare è proprio quella della pace. Ma la pace non è una parola magica, non è una semplice aspirazione. E' un progetto politico, è un insieme di scelte concrete da iniziare a mettere in atto e che si sviluppano nell'arco del tempo intervenendo prima che il conflitto deflagri, durante il conflitto per mitigarlo e dopo, andando ad immergerci nella complessità e nelle diverse verità, che dobbiamo riuscire a metterle in contatto per ricucire le relazioni tra le persone e i popoli.

E' un orizzonte verso il quale ci incamminiamo nel costruire, a 360 gradi, il nostro mondo.

E in ogni caso fare scelte di pace significa scegliere una strada opposta al pensiero militare.

Volere la pace non è un anelito neutrale, richiede scelte concrete, cambio radicale di strada e di passo: il disarmo, che comporta la riduzione delle spese militare e il finanziamento di politiche sociali e di politiche finalizzate a costruire pace (governo democratico internazionale per la gestione dei conflitti, corpi civili di pace, interposizione, dare organizzazione metodologica ad un know-how sulle strategie e le modalità per gestire un conflitto partendo dalla nonviolenza...).

Ed è così forte il Pensiero Unico Bellicista che accettiamo quasi supinamente l'incremento delle spese militari, giustificandole appunto come necessarie per assicurare la pace, laddove invece l'incremento delle spese militari è funzionale solo ad incrementare le possibilità di conflitto: le armi sono ormai merci che si producono per essere sperimentate, usate e rinnovate. Le armi si producono per fare le guerre!

Dobbiamo invertire questo pensiero, nella società e nelle istituzioni, dimostrare che il disarmo ci conviene, perché si liberano risorse da investire in servizi, salute, lavoro, cooperazione e perché rende il mondo più sicuro e più bello.

L’unica via per fermare la follia criminale delle guerre ed eliminare il rischio di un conflitto nucleare, è unire le forze, assumere le nostre responsabilità civiche e democratiche, schierarsi per la pace, per il diritto internazionale, per la riconversione civile e sostenibile dell’economia, promuovendo la cooperazione e la sovranità dei popoli, eliminando vecchie e nuove forme di colonialismo insieme alla politica dei “due pesi e due misure”, alla sicurezza impostata sulla deterrenza nucleare e sui blocchi militari contrapposti; abbiamo il compito di costruire insieme una società globale pacifica, nonviolenta, responsabile, per consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto.

Non ci sarà giustizia sociale e climatica, lavoro dignitoso e piena democrazia in un mondo sempre più in guerra, che usa le risorse per la morte e non per la vita, nel quale la giustizia, il diritto internazionale e umanitario vengono calpestati nell’impunità dei colpevoli.

La guerra non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine.

Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta.

Per questi motivi, siamo di nuovo qui in piazza (ora a Massa e Carrara, stamani a Pontremoli), aderendo alla mobilitazione nazionale lanciata il 24 gennaio da Rete Italiana Pace e Disarmo - Coalizione Assisi Pace Giusta, Europe For Peace, così come lo siamo stati nei mesi scorsi e in tanti appuntamenti che ormai si susseguono spinti dalla tragicità delle notizie che ci arrivano da tutte le zone di conflitto dove inermi cittadini vengono sacrificati per la logica militare e di potere (come sta accadendo nel genocidio messo in atto da Israele a Gaza, con la complicità dei nostri governi occidentali).

E continueremo ovunque e in ogni momento a lottare per la pace chiedendo con forza il cessate il fuoco a Gaza, in Ucraina, in tutti quei conflitti in Africa che non hanno spazio sui nostri media.

Per continuare questa battaglia nelle prossime settimane saremo presenti con Accademia Apuana della Pace in diverse iniziative.

Il pomeriggio dell'11 marzo, saremmo presenti alla scuola Don Milani di Massa, all'assemblea indetta dalla CGIL, con una scelta coraggiosa e lungimirante, dei rappresentanti sindacali dal tema “LAVORATORI E LAVORATRICI CONTRO LA GUERRA PER UN MONDO DI PACE”.

Sempre l'11 marzo, di sera, saremo con ANPI, Circolo ARCI 31 settembre, Associazione Benetti, Il coraggio della pace disarma a riflettere su UCRAINA E PALESTINA L’OMBRA DELLA GUERRA NEL MONDO insieme a ALI RASHID (ex Primo Segretario della Delegazione generale palestinese in Italia), MONI OVADIA (uomo di teatro) e VINCENZO CALO’ (presidenza nazionale ANPI)

Il 22 marzo, giornata internazionale dell'acqua, saremo insieme all'associazione Benetti e ad altre associazioni nella presentazione della nuova edizione dell'ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI NEL MONDO.

Non stanchiamoci di lottare perché la guerra deve essere espulsa dalla storia... e con la guerra dobbiamo espellere tutte le forme di violenza che respiriamo nelle nostre società.

Ed ora urliamolo lasciandoci contagiare dalle emozioni e dalle parole della performance di Alessandra Berti, Gaetano Vacca, Riccardo Bardoni e al Laboratorio di Teatro Civile Teatrolabofficina23 condotto da Alessandra Berti.



Il Portavoce AADP

Gino Buratti



Massa, 24 febbraio 2024