La pericolosa deriva razzista e xenofoba che si è registrata negli ultimi tempi in Italia fa pensare ad un rigurgito di autoritarismo, ad una fuga dalla ragione, ad una deriva reazionaria come superamento onirico e brutale delle evidenti contraddizioni sociali e politiche. Tutti si appellano alla pace, credenti e non credenti, sinistra e destra, una pace che è tanto più conclamata quanto più la violenza appare l'unico reale fattore prospettico di lavoro per l'uno e l'altro degli elementi in contesa.
Così ogni uomo che è condotto da una volontà di pace non riesce a superare una diffidenza che rovina ogni aspetto di sicurezza. Nella nebbia di emergenze e di paure che dalla fine del drammatico XX secolo gravano sul futuro risulta sempre più difficile trovare un uso vero della parola pace nelle grandi trame della politica e dell'economia globalizzata. La religiosità come dimensione della vita che investe qualsiasi formula, implicando un ultimo scopo per cui un uomo accetta la sofferenza e agisce, rappresenta il sentimento umano che meglio delinea il peso del sentimento della pace.
In un Hadith, classificato dagli studiosi musulmani come autentico, si riporta che il Profeta, Pace e Benedizione su di Lui, ha detto: "Il Misericordioso si mostra clemente verso coloro che danno prova di misericordia. Abbiate misericordia verso coloro che si trovano sulla terra, Colui che si trova nei cieli vi farà scendere misericordia".
Queste parole, però, risulteranno in netta contrapposizione con l'immagine o piuttosto con la caricatura dell'Islam che, nel corso del XX secolo e con una maggiore eco dall'11 settembre, è stata propagata dagli ideologi della mondializzazione in subordine all'egemonia americana. L'Islam è stato presentato in modo strumentale come una religione intollerante, sanguinaria, violenta e di oppressione per rafforzare, dal punto di vista strategico, l'obiettivo, sotto il profilo materiale, del controllo delle fonti energetiche del medio oriente, da attuarsi mediante la sua riorganizzazione, la semplificazione forzata delle sue complessità e molteplicità, e l'imposizione della squilibrata modernizzazione Occidentale. I musulmani vengono assimilati nell'immaginario collettivo ad un popolo di "barbari" invasori che minaccia l'identità culturale e religiosa del Paese e sovverte le radici di un passato che non viene concepito come un tesoro sepolto, che richiede di essere studiato nelle sue profondità, ma semplicemente come superficiali e parziali schegge che riaffiorano dal passato in funzione del sentire collettivo del presente. Tra le false accuse e la disinformazione da una parte, e le azioni violente, condannabili e ingiustificabili, dall'altra parte, l'autentico messaggio dell'Islam viene dissimulato e deformato.
La radice della parola "Islam" in arabo è composta dalle lettere " Sîn ", " Lâm " e " Mîm ", che quando vengono legate rendono il senso della Pace. La stessa radice si ritrova nella formula rituale di saluto, il Salam. In alcuni versetti del Corano il compiere il bene risulta non solamente il fine precipuo del credente, ma anche il modo per manifestare la propria gratitudine, abbandonandosi a Colui che Si Dona effondendo la Sua infinita grazia nella diversità dei colori del creato, nei sentimenti che l'uomo sviluppa come risultato delle relazioni con gli altri e con l'ambiente che lo circonda, aspirando ad uscire da sé e a riconciliarsi con il bene, nell'estetica della Parola rivelata. "Cerca, con i beni che Allah ti ha concesso, la Dimora Ultima. Non trascurare i tuoi doveri in questo mondo, sii benefico come Allah lo è stato con te e non corrompere la terra. Allah non ama i corruttori" (28; 77).
Ma non risulta contraddittorio chiedere che i cittadini europei di fede islamica conoscano la costituzione e la storia del Paese in cui vivono, dimostrino padronanza della lingua nazionale, escano dal ghetto sociale e/o culturale quando sempre più spesso si assiste a discorsi e pratiche che li condannano alla gogna pubblica? La perversa contrapposizione tra Islam o Occidente, come se fossero due entità separate, impermeabili e irriducibili, porta ad opposti fondamentalismi ed <> e trascura il fatto che oggi l'Islam vive e pulsa in Occidente. Il nuovo volto dell'Europa è segnato anche dal cambiamento storico, epocale della presenza dell'Islam come la seconda religione in quasi tutti i Paesi del vecchio continente: non è indifferente che l'ex nemico di lunghi secoli sia divenuto nello spazio di un ventennio un coinquilino. Un lungo percorso storico ci conforta nell'auspicare con fiducia un mondo mediterraneo basato anzitutto sulla consapevolezza di una esperienza storica e di una eredità di civiltà, nelle sue molteplici e differenti espressioni, frutto di un processo condiviso. Nella storia del Mediterraneo vi sono un'abbondanza di esempi di compiacenti e rispettose neutralità, di interessate complicità, di esplicite alleanze e di ricerca di aiuti e petizioni fra paesi, popolazioni, gruppi etnici e sociali appartenenti ad aree di civiltà diverse: senza dimenticare la proficua e perlopiù del tutto pacifica trasmissione nello spazio mediterraneo di valori, conoscenze, elementi di cultura intellettuale e materiale.
Impegno comune di tutti gli uomini di "buona volontà" dovrebbe essere nel ricercare un convergente interesse e dunque una fattiva volontà di operare non solo per una pacifica convivenza, ma altresì per un processo etico di cooperazione e di integrazione proiettato verso il futuro, che consenta di superare l'asfittica situazione di stallo politico ed economico.
AbdAllah Cozzolino
In un Hadith, classificato dagli studiosi musulmani come autentico, si riporta che il Profeta, Pace e Benedizione su di Lui, ha detto: "Il Misericordioso si mostra clemente verso coloro che danno prova di misericordia. Abbiate misericordia verso coloro che si trovano sulla terra, Colui che si trova nei cieli vi farà scendere misericordia".
Queste parole, però, risulteranno in netta contrapposizione con l'immagine o piuttosto con la caricatura dell'Islam che, nel corso del XX secolo e con una maggiore eco dall'11 settembre, è stata propagata dagli ideologi della mondializzazione in subordine all'egemonia americana. L'Islam è stato presentato in modo strumentale come una religione intollerante, sanguinaria, violenta e di oppressione per rafforzare, dal punto di vista strategico, l'obiettivo, sotto il profilo materiale, del controllo delle fonti energetiche del medio oriente, da attuarsi mediante la sua riorganizzazione, la semplificazione forzata delle sue complessità e molteplicità, e l'imposizione della squilibrata modernizzazione Occidentale. I musulmani vengono assimilati nell'immaginario collettivo ad un popolo di "barbari" invasori che minaccia l'identità culturale e religiosa del Paese e sovverte le radici di un passato che non viene concepito come un tesoro sepolto, che richiede di essere studiato nelle sue profondità, ma semplicemente come superficiali e parziali schegge che riaffiorano dal passato in funzione del sentire collettivo del presente. Tra le false accuse e la disinformazione da una parte, e le azioni violente, condannabili e ingiustificabili, dall'altra parte, l'autentico messaggio dell'Islam viene dissimulato e deformato.
La radice della parola "Islam" in arabo è composta dalle lettere " Sîn ", " Lâm " e " Mîm ", che quando vengono legate rendono il senso della Pace. La stessa radice si ritrova nella formula rituale di saluto, il Salam. In alcuni versetti del Corano il compiere il bene risulta non solamente il fine precipuo del credente, ma anche il modo per manifestare la propria gratitudine, abbandonandosi a Colui che Si Dona effondendo la Sua infinita grazia nella diversità dei colori del creato, nei sentimenti che l'uomo sviluppa come risultato delle relazioni con gli altri e con l'ambiente che lo circonda, aspirando ad uscire da sé e a riconciliarsi con il bene, nell'estetica della Parola rivelata. "Cerca, con i beni che Allah ti ha concesso, la Dimora Ultima. Non trascurare i tuoi doveri in questo mondo, sii benefico come Allah lo è stato con te e non corrompere la terra. Allah non ama i corruttori" (28; 77).
Ma non risulta contraddittorio chiedere che i cittadini europei di fede islamica conoscano la costituzione e la storia del Paese in cui vivono, dimostrino padronanza della lingua nazionale, escano dal ghetto sociale e/o culturale quando sempre più spesso si assiste a discorsi e pratiche che li condannano alla gogna pubblica? La perversa contrapposizione tra Islam o Occidente, come se fossero due entità separate, impermeabili e irriducibili, porta ad opposti fondamentalismi ed <> e trascura il fatto che oggi l'Islam vive e pulsa in Occidente. Il nuovo volto dell'Europa è segnato anche dal cambiamento storico, epocale della presenza dell'Islam come la seconda religione in quasi tutti i Paesi del vecchio continente: non è indifferente che l'ex nemico di lunghi secoli sia divenuto nello spazio di un ventennio un coinquilino. Un lungo percorso storico ci conforta nell'auspicare con fiducia un mondo mediterraneo basato anzitutto sulla consapevolezza di una esperienza storica e di una eredità di civiltà, nelle sue molteplici e differenti espressioni, frutto di un processo condiviso. Nella storia del Mediterraneo vi sono un'abbondanza di esempi di compiacenti e rispettose neutralità, di interessate complicità, di esplicite alleanze e di ricerca di aiuti e petizioni fra paesi, popolazioni, gruppi etnici e sociali appartenenti ad aree di civiltà diverse: senza dimenticare la proficua e perlopiù del tutto pacifica trasmissione nello spazio mediterraneo di valori, conoscenze, elementi di cultura intellettuale e materiale.
Impegno comune di tutti gli uomini di "buona volontà" dovrebbe essere nel ricercare un convergente interesse e dunque una fattiva volontà di operare non solo per una pacifica convivenza, ma altresì per un processo etico di cooperazione e di integrazione proiettato verso il futuro, che consenta di superare l'asfittica situazione di stallo politico ed economico.
AbdAllah Cozzolino