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La decrescita - riflessioni più che personali

Bauman ha spiegato l'incertezza che padroneggia il nostro mondo globalizzato con il fatto che ormai esistono solo consumatori immersi nel brodo frenetico dell’acquisto, un mostro che considera l’uomo, e la sua appartenenza alla società civile, solo ed unicamente attraverso le cose che riesce a comprare, in una sorta di obbligata omologazione che comporta l’alienazione di sé, ed ha definito tale situazione come Società liquida. Questa sua figura comporta metafore a vari livelli. Se si pensa all’Italia, infatti, non può non venir in mente una vera e propria liquefazione, ossia una liquidazione, che non può che rimandare al fallimento.
Non so ben individuare una soluzione futura a tale situazione, ma di certo so che il curatore fallimentare difficilmente diventa artefice della nuova società che può scaturire dalla fine-salvataggio della vecchia, perché egli è appunto un tecnico, che si intende di tagli, di economie, di quadrature di conti, di correttezza delle carte, ecc., mentre per rifondare una società occorre soprattutto anche animo, cioè soffio vitale. Per questo, cioè per come la intendo io, non vedo proprio un futuro per Monti, né tantomeno per Renzi.
Se si pensa al mondo in generale la liquidità di Bauman alla fine fa venire alla mente il mito del diluvio, e di conseguenza quello dell’arca. Io c’ho le mie idee sul chi farvi salire, ma mi sembrano quisquiglie di fronte al tema del disastro totale, e oltretutto non sono un vendicativo. Intravvedo invece con maggiore sicurezza una risposta sul che fare dopo: aspettare che tutto asciughi e poi tornare alla terra.
Anche questa è una metafora che si apre a moltissime interpretazioni di vario genere: filosofico, sociale, materiale, etico, economico e via dicendo. La mia si può riassumere in una parola: decrescita, che se intesa in maniera giusta e positiva, e non certo come accade nel senso dell’impoverimento, non deve spaventare assolutamente nessuno. In effetti la decrescita deve essere intesa come riequilibrio. Che a sua volta non deve essere visto, con i sentori miopi dell’homo economicus, come l’atto che permette la salvaguardia del bilancio di una s.p.a.. Io in verità penso più propriamente all’uomo ed alla natura e lo intendo come un ritorno alla vita, un ritorno della vita.
Riequilibriamoci!