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Le Fosse del Frigido

Il 26 settembre 2024 ho partecipato alla commemorazione dell'Eccidio delle Fosse del Frigido, avvenuto il 13 settembre 1944.

Per me è la prima volta e sono stata coinvolta, insieme a Gino, a leggere delle pagine tratte dal discorso tenuto a Massa il 21 gennaio 1954 da Piero Calamandrei “Realtà della Resistenza Apuana”.

L'emozione è stata fortissima.

Mi ha stimolata ad approfondire e leggere l'intero discorso, dedicato alla nostra terra e alla nostra gente.

La descrizione del paesaggio toglie il respiro: il mare, le pinete, le montagne. Il posto più bello del mondo anche per me, sopratutto nei miei ricordi di bambina.

Poi sono arrivate le truppe tedesche a offendere non solo uomini e donne, ma anche la natura.

Tutto di loro è odioso: il colore delle divisa, le loro armi, la loro parlata; hanno violato il mare, le pinete con i loro corpi irriverenti, i loro bivacchi, i loro canti sguaiati.

Poi le stragi, le devastazioni, le rappresaglie atroci.

A leggere queste pagine, a rievocare quegli orrori, veramente piange il cuore.

Non ho potuto fare a meno di immedesimarmi in quelle madri, impotenti, di fronte a tante atrocità, a difendere i propri figli infilzati dalle baionette, bruciati vivi. Ho sentito la loro disperazione, gli urli strazianti.

Ho pianto.

E poi ancora la bellezza delle montagne che hanno dato asilo a tanta gente e che hanno visto la lotta partigiana.

E il mare che ha offerto a donne coraggiose e disperate il sale, usato come merce di scambio per sfamare non solo i civili inermi, affamati e spaventati, rimasti a valle.

E le pinete che hanno offerto la loro legna indispensabile per bollire la tanta acqua necessaria per ricavare un pugnetto di sale, così prezioso.

Penso a tutti quei ragazzi che hanno dato la loro vita per la libertà di tutti noi.

I giovani. Dal palco, mentre leggevo, mi sono guardata introno e mi sono detta “I giovani dove sono?”.

A parte gli studenti del liceo musicale “Palma” che hanno accompagnato l'intera manifestazione con la loro bella musica, c'erano tante teste bianche, come la mia. Mi viene da pensare “sempre i soliti che vedo alle varie manifestazioni.

Allora mi chiedo “la scuola dov'è?”. Cosa fa per ricordare ai giovani la nostra storia? Per infondere in loro quei valori indispensabili perché quelle atrocità non si ripetano?

I giovani, nelle cui mani c'è il futuro.

Mi dico “è colpa del maltempo. Sono rimasti nei loro istituti scolastici all'asciutto, spero a parlare di quello che stiamo facendo noi qui a San Leonardo. Noi, semplici mortali, abbiamo tanta paura delle calamità naturali!”.

Ritorno alla mia lettura.

Giovanna Menchetti

Massa, 27 settembre 2024