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Lettera al Direttore Generale dell'ASL n. 1 di Massa Carrara
- Comitato Usciamo dal Silenzio di Massa Carrara
- Categoria: Movimento delle donne
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Come abbiamo già fatto notare nel corso di questi tre anni, riteniamo che i consultori rappresentino un punto fermo di un modello socio-sanitario di cui condividiamo pienamente la filosofia, ma misurandoci con la loro concreta organizzazione sul nostro territorio abbiamo messo a fuoco alcune criticità che vogliamo sottoporle.
Massa lì, 10 luglio 2009
Al Direttore Generale della ASL 1 di Massa Carrara
Dott. Antonio Delvino
p.c. All'Assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana
Dott. Enrico Rossi
Alla responsabile dell'Ufficio Relazione con il Pubblico di Massa Carrara
Dott.ssa Lia Laura Bruschi
Gentile Direttore,
"Usciamo dal silenzio Massa Carrara" è un comitato nato, come molti altri in Italia, dall'iniziativa di un gruppo di donne che si sono riconosciute nelle intenzioni delle promotrici della manifestazione di Milano del 14 gennaio 2006 in difesa della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza.
Sono passati tre anni da quelle manifestazioni, anni in cui gli attacchi ai diritti alla salute delle donne e alla loro autodeterminazione si sono susseguiti.
Abbiamo sentito il bisogno di riprendere la parola sulle scelte politiche ed amministrative che incidono sulla vita delle donne e che, molto spesso, dei nostri bisogni, dei nostri problemi e delle nostre aspettative non tengono gran conto.
Come abbiamo già fatto notare nel corso di questi tre anni, riteniamo che i consultori rappresentino un punto fermo di un modello socio-sanitario di cui condividiamo pienamente la filosofia, ma misurandoci con la loro concreta organizzazione sul nostro territorio abbiamo messo a fuoco alcune criticità che vogliamo sottoporle.
Rispetto alla già disagevole situazione degli scorsi anni, i consultori oggi lamentano una grave carenza di medici non obiettori, peggiorata dal fatto che pochi mesi fa un altro medico è diventato obiettore. La situazione che si è venuta a creare oggi nella nostra provincia è quindi insostenibile, con soli 5 medici non obiettori su un totale complessivo di circa 25.
Già negli scorsi anni, rispetto al consultorio di Massa, molte donne ci segnalavano la difficoltà di far conto su medici non obiettori sia per l'inserimento dello IUD, sia per la prescrizione della pillola del giorno dopo. Troppo spesso, le donne che si sono rivolte a quella struttura sono state indirizzate altrove, col rischio, soprattutto nel secondo caso, di non poter fruire in tempo utile del servizio. La situazione era poi leggermente migliorata, riuscendo a garantire un minimo servizio, anche se sulle spalle di pochi medici.
Cosa succede oggi?
Abbiamo apprezzato l'introduzione di nuove figure professionali come quella del medico specialista in andrologia e il potenziamento del servizio prestato dai mediatori culturali, ma dobbiamo rilevare ancora la mancanza del supporto che potrebbe essere fornito da uno psicologo e da un sessuologo.
Oltre a questo permangono alcuni punti davvero critici. Accade, ad esempio, che per una visita di controllo consultoriale l'attesa sia di diversi mesi.
Anche il consultorio adolescenti di Massa risulta fortemente penalizzato da questa situazione, seppur l'unico medico non obiettore operante nella struttura ne continui a garantire il funzionamento.
Se nei consultori in qualche modo i servizi vengono garantiti, più grave è la situazione degli ospedali.
Ad esempio quello di Pontremoli, unico punto nascita della Lunigiana rimasto, dove addirittura non ci risulta garantita la possibilità di interrompere la gravidanza: ricordiamo infatti che la legge 194 prevede espressamente che "gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale".
Non consideriamo ammissibili carenze organizzative che obbligano donne in situazioni psicologiche di enorme disagio a peregrinare di struttura in struttura; così come non riteniamo accettabili liste d'attesa anche di venti giorni in caso di IVG, come quelle che ci risultano nell'Ospedale di Massa, dove ci risulta che operino solo 3 medici non obiettori.
Se il problema è quello della preponderanza di medici e di personale sanitario obiettore, può essere affrontato con contratti od assunzioni ad hoc; non devono essere le donne a pagare le scelte, pur legittime, degli obiettori.
Invece non corso degli ultimi 3 mesi sono stati assunti due medici nella provincia di Massa Carrara, uno con incarico di 10 ore da suddividere nei due consultori, l'altro con incarico presso l'Ospedale Pediatrico Apuano a tempo pieno. Ebbene entrambi, invece di andare a colmare la carenza di medici non obiettori hanno ingrossato le fila degli obiettori. Addirittura uno dei suddetti medici era stato assunto come non obiettore, probabilmente per riequilibrare in parte la situazione, ma questo medico dopo poche settimane dall'assunzione è diventato obiettore.
Ci chiediamo come mai questi repentini cambiamenti, e come mai non sia possibile trovare una modalità di assunzione che, nel rispetto delle coscienze dei medici, riesca comunque a garantire nel tempo le prestazioni sanitarie a cui le donne hanno diritto.
Discorso a parte merita la prescrizione della cosiddetta pillola del giorno dopo, il Norlevo. Questo contraccettivo infatti spesso viene inserito nelle pratiche che i medici obiettori si rifiutano di espletare, insieme ad IVG ed inserimento IUD, dando luogo a peregrinazioni notturne, che avvengono soprattutto nei weekend, di giovani ragazze e ragazzi, spesso minorenni, intimoriti da atteggiamenti anche scortesi del personale medico provinciale. Del caso si era già parlato lo scorso febbraio, e siamo certi ci sarà modo per riparlarne nei prossimi giorni.
In attesa di un vostro riscontro, porgiamo
Distinti saluti,
(per il Comitato )
Monica Del Padrone
Al Direttore Generale della ASL 1 di Massa Carrara
Dott. Antonio Delvino
p.c. All'Assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana
Dott. Enrico Rossi
Alla responsabile dell'Ufficio Relazione con il Pubblico di Massa Carrara
Dott.ssa Lia Laura Bruschi
Gentile Direttore,
"Usciamo dal silenzio Massa Carrara" è un comitato nato, come molti altri in Italia, dall'iniziativa di un gruppo di donne che si sono riconosciute nelle intenzioni delle promotrici della manifestazione di Milano del 14 gennaio 2006 in difesa della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza.
Sono passati tre anni da quelle manifestazioni, anni in cui gli attacchi ai diritti alla salute delle donne e alla loro autodeterminazione si sono susseguiti.
Abbiamo sentito il bisogno di riprendere la parola sulle scelte politiche ed amministrative che incidono sulla vita delle donne e che, molto spesso, dei nostri bisogni, dei nostri problemi e delle nostre aspettative non tengono gran conto.
Come abbiamo già fatto notare nel corso di questi tre anni, riteniamo che i consultori rappresentino un punto fermo di un modello socio-sanitario di cui condividiamo pienamente la filosofia, ma misurandoci con la loro concreta organizzazione sul nostro territorio abbiamo messo a fuoco alcune criticità che vogliamo sottoporle.
Rispetto alla già disagevole situazione degli scorsi anni, i consultori oggi lamentano una grave carenza di medici non obiettori, peggiorata dal fatto che pochi mesi fa un altro medico è diventato obiettore. La situazione che si è venuta a creare oggi nella nostra provincia è quindi insostenibile, con soli 5 medici non obiettori su un totale complessivo di circa 25.
Già negli scorsi anni, rispetto al consultorio di Massa, molte donne ci segnalavano la difficoltà di far conto su medici non obiettori sia per l'inserimento dello IUD, sia per la prescrizione della pillola del giorno dopo. Troppo spesso, le donne che si sono rivolte a quella struttura sono state indirizzate altrove, col rischio, soprattutto nel secondo caso, di non poter fruire in tempo utile del servizio. La situazione era poi leggermente migliorata, riuscendo a garantire un minimo servizio, anche se sulle spalle di pochi medici.
Cosa succede oggi?
Abbiamo apprezzato l'introduzione di nuove figure professionali come quella del medico specialista in andrologia e il potenziamento del servizio prestato dai mediatori culturali, ma dobbiamo rilevare ancora la mancanza del supporto che potrebbe essere fornito da uno psicologo e da un sessuologo.
Oltre a questo permangono alcuni punti davvero critici. Accade, ad esempio, che per una visita di controllo consultoriale l'attesa sia di diversi mesi.
Anche il consultorio adolescenti di Massa risulta fortemente penalizzato da questa situazione, seppur l'unico medico non obiettore operante nella struttura ne continui a garantire il funzionamento.
Se nei consultori in qualche modo i servizi vengono garantiti, più grave è la situazione degli ospedali.
Ad esempio quello di Pontremoli, unico punto nascita della Lunigiana rimasto, dove addirittura non ci risulta garantita la possibilità di interrompere la gravidanza: ricordiamo infatti che la legge 194 prevede espressamente che "gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale".
Non consideriamo ammissibili carenze organizzative che obbligano donne in situazioni psicologiche di enorme disagio a peregrinare di struttura in struttura; così come non riteniamo accettabili liste d'attesa anche di venti giorni in caso di IVG, come quelle che ci risultano nell'Ospedale di Massa, dove ci risulta che operino solo 3 medici non obiettori.
Se il problema è quello della preponderanza di medici e di personale sanitario obiettore, può essere affrontato con contratti od assunzioni ad hoc; non devono essere le donne a pagare le scelte, pur legittime, degli obiettori.
Invece non corso degli ultimi 3 mesi sono stati assunti due medici nella provincia di Massa Carrara, uno con incarico di 10 ore da suddividere nei due consultori, l'altro con incarico presso l'Ospedale Pediatrico Apuano a tempo pieno. Ebbene entrambi, invece di andare a colmare la carenza di medici non obiettori hanno ingrossato le fila degli obiettori. Addirittura uno dei suddetti medici era stato assunto come non obiettore, probabilmente per riequilibrare in parte la situazione, ma questo medico dopo poche settimane dall'assunzione è diventato obiettore.
Ci chiediamo come mai questi repentini cambiamenti, e come mai non sia possibile trovare una modalità di assunzione che, nel rispetto delle coscienze dei medici, riesca comunque a garantire nel tempo le prestazioni sanitarie a cui le donne hanno diritto.
Discorso a parte merita la prescrizione della cosiddetta pillola del giorno dopo, il Norlevo. Questo contraccettivo infatti spesso viene inserito nelle pratiche che i medici obiettori si rifiutano di espletare, insieme ad IVG ed inserimento IUD, dando luogo a peregrinazioni notturne, che avvengono soprattutto nei weekend, di giovani ragazze e ragazzi, spesso minorenni, intimoriti da atteggiamenti anche scortesi del personale medico provinciale. Del caso si era già parlato lo scorso febbraio, e siamo certi ci sarà modo per riparlarne nei prossimi giorni.
In attesa di un vostro riscontro, porgiamo
Distinti saluti,
(per il Comitato )
Monica Del Padrone