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Monti e olimpiadi

Monti sulle Olimpiadi ha fatto una scelta ovvia perché conseguente alla sua politica. Sarebbe stato invero inammissibile che mentre chiede ai cittadini rigore e sacrifici si impantanasse in progetti e spese derivate incontrollabili e insostenibili. Comunque in ogni caso ha dimostrato serietà e preso quindi dei punti. L’avvenimento induce ad una riflessione più profonda. Tutti ricordiamo le risate telefoniche degli imprenditori che esultavano alla notizia del terremoto all’Aquila, già si fregavano le mani per gli affari che avrebbero lucrato. La cosa apparve a tutti davvero orrenda.
Se la coscienza civica del nostro paese sta crescendo dobbiamo avere la capacità di mettere sullo stesso piano gli imprenditori che appoggiavano il sogno Olimpico. Dobbiamo aprire gli occhi e non pensare che questi ultimi fossero più motivati idealmente di quelli che tutti abbiamo condannato come banditi.
Anche loro miravano agli affari. I cittadini devono essere conseguenti come lo è stato Monti. I tempi delle favole sono finiti. In tutti i sensi.
La struttura della nostra società ha bisogno non più di grandi eventi ma di centinaia di migliaia di piccoli interventi, altrimenti crollerà.
Se Monti sarà capace di  limitarsi ad un lavoro concreto in tutti i campi e con il medesimo  rigore il suo operato non potrà essere contestato più di tanto. Se tenterà di sostenerlo, come già purtroppo avvenuto,  con disquisizioni ideologiche i cittadini smaschereranno anche lui come gli imprenditori del sogno olimpico.
Un paese maturo, se l’Italia lo sarà, sa che i salvatori della patria non esistono, né le prediche, né le filosofie a loro sostegno. Esiste solo a possibile rimedio la vecchia pratica di rimboccarsi le maniche. Con una postilla irrinunciabile. Il dettato deve valere veramente per tutti.