È razzista anche chi - a sinistra e tra i cattolici - inizia ad accettare come normale la distinzione tra chi fugge dalla povertà e chi fugge dalla guerra; è razzista anche chi - a sinistra e tra i cattolici - per rispondere ai razzisti dichiarati spiega che i migranti ci servono perché aiutano la nostra economia; è razzista chiunque, in qualsiasi modo si ponga su un piano diverso da quello sul quale sono quelle povere persone che vengono dall'Africa o faccia distinzioni di genere economico, religioso, culturale o altro.
Chi ragiona così dimentica - in buona fede o meno - che i migranti sono persone e l'esser migranti è soltanto uno stato, una condizione temporanea e incidentale, mentre persone, esseri umani, si nasce e si resta sino alla morte. Come ogni essere umano, anche chi si trova nella condizione di migrante gode di diritti senza nessun limite. Lo afferma la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti". È il punto più alto raggiunto dalla civiltà occidentale, dalle rivoluzioni francese e americana in poi, e venne affermato solennemente nel Novecento, dopo fascismi, distruzioni e il tentativo infame di sterminare interi gruppi umani formati da milioni di persone. Questa è la storia.
E, se è così, se quelle persone godono degli stessi nostri diritti in quanto esseri umani, salvando quelle persone che arrivano dall'Africa non salviamo soltanto un certo numero di vite umane: salvando quelle persone semplicemente obbediamo a un obbligo e rispettiamo il loro diritto ad essere salvati in quanto esseri umani; e si tratta di un diritto che noi occidentali abbiamo stabilito tale dopo secoli di storia.
Quel diritto rappresenta la nostra civiltà: in quel diritto sta la nostra civiltà. Salvando quelle vite, insomma, salviamo anche noi stessi e la nostra vita civile. Negare quel diritto significa negare la nostra stessa civiltà ed è ciò che stanno facendo sempre più persone non soltanto a destra ma oramai anche a sinistra, avvicinandosi a un confine che non andrebbe superato, facendolo con una inconsapevolezza che fa paura, soprattutto tra le persone che governano il potere.
Oltre quel confine non so proprio cosa ci possa essere, e non vorrei scoprirlo nei prossimi anni, ripiombando in un incubo che già abbiamo vissuto un secolo fa: Weimar, i fascismi, le leggi razziali, la guerra, lo sterminio.
Fonte: Huffingtonpost.it del 10.08.2017
Segnalato da Michele Borgia