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Non è folklore, è il "doppio stato" nazista che sovverte

di Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Si commette oggi da parte di molti nei confronti del colpo di stato razzista del governo Berlusconi e della Lega Nord lo stesso errore che si commise a lungo nei confronti dei nazisti: di derubricare a brutali eccessi di una condotta rozza e di costumi pittoreschi quelli che sono infami, scellerati, abominevoli crimini contro l'umanità.
Si commette oggi da parte di molti lo stesso errore di non prender sul serio per ciò che realmente sono i ripugnanti proclami criminali, le infami istigazioni a delinquere, l'atroce apologia di reato, le efferate misure amministrative e i criminali dispositivi legislativi intesi ad espropriare di ogni diritto degli esseri umani innocenti, ad umiliare, ferire, opprimere in forme barbare e fin letali persone che non hanno fatto alcun male.
Si commette oggi da parte di molti lo stesso errore di non prender sul serio per ciò che realmente è la concreta scientifica totalitaria criminalizzazione e persecuzione di milioni di persone innocenti.
Il colpo di stato nazista in Italia prende corpo così: con un duplice movimento dall'alto e dal basso: dal basso, con le delibere di amministratori locali crudeli e imbecilli oltre ogni misura; dall'alto, con le leggi ad hoc del grande eversore piduista e dei suoi sodali neofascisti, razzisti e mafiosi.
E si sta svuotando ed assassinando la democrazia e lo stato di diritto con la tecnica che fu dei nazisti, quella del "doppio stato" hitleriano indagata e denunciata da Ernst Fraenkel, quella che Hannah Arendt notomizzò nei suoi capolavori.

Ciò che vedo e non posso tacere
La maggior parte degli italiani indigeni neppure si accorge che è in corso nel nostro paese una spaventosa persecuzione razzista: che milioni di persone oneste e del tutto innocenti - ed anzi: spesso benemerite e degne di essere ringraziate e portate ad esempio di civile e generoso condursi - stanno subendo in Italia l'apartheid, lo schiavismo, ogni sorta di sfruttamento e di umiliazioni, la vera e propria caccia all'uomo, l'incarcerazione senza processo e la deportazione.
Diversi dei miei amici immigrati, tra cui persone eccellenti, che fino a poco tempo fa mi capitava di incontrare in piazza per fare quattro chiacchiere, adesso si nascondono. Sono costretti a nascondersi per sottrarsi alla persecuzione.
A qualche chilometro da casa mia vengono denunciati ed arrestati lavoratori immigrati solo perché la notte si riparano dormendo in un capannone nei pressi dei campi di pomodori in cui lavorano in condizioni di supersfruttamento.
A un orrore come quello dei campi di concentramento in cui persone che non hanno commesso alcun male vengono chiuse in gabbia per 180 giorni filati, quasi solo le vittime medesime trovano la forza di opporsi e protestare, pur sapendo di rischiare rappresaglie crudelissime e fin omicide. Mentre la quasi totalità degli italiani non ha nulla da ridire su questa immane oscena Guantanamo sparsa per la penisola, ed anzi vi è chi propone di aprire ancora altri campi di concentramento.

Un dialoghetto
Ai miei amici della pubblica amministrazione e delle forze dell'ordine della città in cui vivo che incredibilmente numerosi in questi giorni mi chiedono cosa devono fare di fronte a tanto orrore che suscita in loro un penoso, sincero, drammatico conflitto di coscienza (sembrerà strano, ma lo chiedono a me, che dal secolo scorso non ho più incarichi pubblici; lo chiedono a me e non al sindaco, al questore, al prefetto: e forse sindaco, questore e prefetto dovrebbero riflettere sul motivo per cui questo accade), dico con decisione di astenersi dal fare cose di cui si vergognano, gli dico di rispettare la legge secondo la gerarchia delle leggi, e la prima e principale - mater et magistra - delle leggi italiana è la Costituzione della Repubblica Italiana, e giacché le misure razziste, schiaviste e squadriste del cosiddetto "pacchetto sicurezza" sono incostituzionali ed antigiuridiche, esse non vanno applicate perché illegali, perché criminali, perché fasciste, e chi le applica si rende complice del colpo di stato, traditore della Repubblica cui ha giurato fedeltà. Mi dicono: "E col ministro come la mettiamo?". Rispondo: "Sappiamo tutti che per questo ignobile crimine quel ministro finirà in galera cinque minuti dopo che sarà finito in galera il presidente del consiglio dei ministri, e sappiamo tutti che il presidente del consiglio dei ministri non appena non godrà più dell'impunità per le sue malefatte ci finirà eccome in galera, e che poi butteranno la chiave. E quando i golpisti oggi al governo saranno messi in condizione di non più nuocere, e saranno stati condannati in tribunale alla giusta punizione per gli scellerati delitti loro, allora anche nei loro confronti saremo pietosi, e ci batteremo perché siano ammessi alla misura alternativa del rendere un servizio sociale ai migranti che da governanti a tal punto perseguitarono". "Scherzi?". "No".

"Insorgere per risorgere"
Dovremmo erigere le barricate contro il colpo di stato razzista, e invece il dibattito politico è occupato dalle squallide avventure galanti mercenarie, dalle squallide boutades di gentaglia che a un dipresso non ha mai aperto un libro ed oggi delibera le leggi dello stato, dai deliri razzisti di pubblici amministratori hitleriani che in un paese civile sarebbero già in galera.
Dovremmo erigere le barricate contro il colpo di stato razzista, e invece i mass-media che narcotizzano giorno e notte la nostra gente fingono che non esista.
Dovremmo erigere le barricate contro il colpo di stato razzista, e invece la quasi totalità del ceto dei burocrati e dei privilegiati che pur pretende di dirsi democratico, solidale, pacifista, antirazzista, onlussino ed ongino, eccetera eccetera, continua a rimirarsi l'ombelico.
Dovremmo erigere le barricate contro il colpo di stato razzista.
E almeno noi facciamolo, dunque.
Chiamiamo tutte le persone di volontà buona, tutte le associazioni e le organizzazioni democratiche, tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana all'insurrezione nonviolenta in difesa della legalità e dell'umanità.
Chiamiamo all'insurrezione nonviolenta in difesa della verità e della giustizia.
Chiamiamo all'insurrezione nonviolenta in difesa della Costituzione e della Repubblica.
"Insorgere per risorgere" era il motto di "Giustizia e libertà" nella lotta per la patria e per l'umanità contro la barbarie nazifascista.

Quid agendum
In questo contesto, tra le cose che siamo facendo la più importante è la campagna degli esposti contro il colpo di stato razzista: presentiamoli a tutte le magistrature ed a tutte le istituzioni, facciamone la base di un consapevole e responsabile movimento di massa del popolo italiano che vuole difendere la civiltà e l'umanità, la democrazia e l'ordinamento giuridico, la dignità propria ed altrui.
Questa è la prima e decisiva cosa, quella a contribuire alla quale chiamiamo tutti coloro che ci leggono.
Poi tra le cose che stiamo facendo ad esempio qui a Viterbo - come ho già scritto sopra - stiamo anche cercando di convincere (con colloqui pubblici e diretti, e sulla base di ineccepibili ed irrefutabili argomenti giuridici) gli operatori, i funzionari e i dirigenti degli organi dello stato preposti ad applicare le illegali misure razziste del cosiddetto "pacchetto sicurezza" (ed anche gli amministratori locali) ad attenersi scrupolosamente al dettato costituzionale ed al giuramento di fedeltà alla Costituzione e alla Repubblica Italiana che hanno implicitamente od esplicitamente prestato come precondizione per il loro incarico, ed a rendere quindi immediatamente ineffettuali quelle illegali misure razziste e squadriste palesemente incostituzionali ed antigiuridiche, nelle more dell'iter che porti alla loro abrogazione per pronunciamento della Corte Costituzionale o per nuova deliberazione del Parlamento.
E tra le cose che stiamo facendo c'è anche l'aiuto materiale diretto e personale alle vittime innocenti perseguitate: un posto per dormire, due soldi per campare, un pasto caldo, un luogo protetto, un volto e una voce amica, una consulenza gratuita, un'indicazione utile per accedere a diritti e servizi, per trovare altre persone non dimentiche della propria ed altrui umanità. C'è bisogno anche di questo.
E sempre tra le cose che stiamo facendo c'è anche diffondere l'informazione sulla sanatoria di settembre per colf e badanti, che non è la panacea ma intanto può sottrarre alla persecuzione immediata alcune centinaia di migliaia di persone.
E ancora: l'invito, a chiunque ne abbia la possibilità, ad assumere - anche con orari assai ridotti - e mettere in regola persone che così potranno essere salvate dalla criminalizzazione.
E infine e soprattutto: premere affinché siano abrogate al più presto le misure razziste, schiaviste e squadriste; premere affinché siano aboliti i campi di concentramento; premere affinché cessino le deportazioni (e cessi l'omissione di soccorso mostruosamente "legittimata" dal criminale governo golpista, omissione di soccorso corresponsabile delle stragi in mare).
Non si tratta solo di salvare milioni di innocenti dalla persecuzione razzista: si tratta anche di salvare la democrazia, il diritto, la civiltà, le nostre comuni libertà, la nostra qualità medesima di esseri umani.
Dateci una mano.

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 21 agosto 2009

Mittente: Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/