Non è più possibile tacere di fronte al mercimonio che dei principi religiosi viene fatto da alcune forze politiche con l' intento di carpire il voto dei cattolici.
Non si può permettere che chi, nuovo pagano, predica la religione del dio Po o ha definito il crocifisso come un talismano portafortuna, o si è sempre abbeverato ad altre fonti, oggi si presenti e venga accreditato come paladino dei valori del cristianesimo.
Si dichiarano contro il divorzio e l'aborto molti di coloro che, in passato, hanno esaltato quelle leggi come segno di civiltà, irridendo quei credenti che, con tormento interiore, cercavano di coniugare insieme la laicità dello stato e la difesa del matrimonio e della vita.
Non ci interessano le contraddizioni della vita personale, perché ognuno ne risponde alla propria coscienza; non ci riteniamo giudici delle debolezze umane delle quali è intrisa la vita di tutti, ma non possiamo accettare che costoro e la loro parte politica si presentino come simbolo di una nuova eticità nella politica e nel sociale.
Di nuovo i mercanti sono nel tempio e nessuno, questa volta, sembra deciso a rovesciare i loro banchi. Anzi!
Si diffonde una cultura che inneggia al successo raggiunto con ogni mezzo, che nega dignità agli umili, che vede nella donna un oggetto, che non freme per la sofferenza degli emarginati, che premia l'esteriorità e non la competenza, una politica ed una cultura che parlano al ventre e non allo spirito.
Contro questo degrado la voce di chi ha autorità morale e religiosa o non si alza o è troppo flebile e supinamente si accetta che gli atei devoti usino la religione come instrumentum regni. Si privilegia un cristianesimo senza Vangelo, un cristianesimo senza riscatto, ed è su questo che si devono interrogare i credenti.
Bisogna riscoprire, specie per i giovani, l'insegnamento di quegli uomini e di quelle donne impegnati nella politica, nel sociale e nella cultura che mettevano in gioco la propria immagine e non quella della Chiesa e, rispettosi della laicità delle istituzioni, sentivano un loro dovere garantire anche le opinioni e le scelte dei non credenti.
Scandalizza l'atteggiamento di quei pastori che, a volte anche nelle Chiese locali, di fronte alle strumentali e provocatorie dichiarazioni di fedeltà alla Chiesa, accreditano certi partiti come partiti di ispirazione cristiana e permettono che si ergano a difensori della vita quegli stessi che vogliono respingere i barconi degli immigrati.
Vogliamo contribuire a svelare l'inganno e sollecitare l'incontro con quanti, non importa l'appartenenza politica , rifiutano la strumentalizzazione della religione.
Firmano: Luigi Bianchi, Carlo Manfredi, Fabrizio Geloni, Giuseppe Vignali, Sara Vatteroni, Gino Buratti, Giacomo Bugliani, Liliana Bassi, Giuseppe Mandorli, Sara Benedetti, Franca Leonardi, Giuliana Marinucci, Luciano Bertocchi, Gino Cappè, Walter Fiani, Davide Tondani, Pietro Baruffetti, Luigi de Carli, Roberto Nani, Agostino Dagnini, Pietro del Sarto, Dario Galassi, Pietro Iacopetti, Giulio Armanini, Angela Bertocchi, Andrea Figaia.
Chi intende aderire all'appello e organizzare insieme iniziative future, può contattare: