Tremezzina, comune con poco più di 5000 abitanti in provincia di Como. G.(nome e cognome estesi non sono stati resi noti), migrante che lavora in un hotel della zona e ospite di una struttura della cooperativa Simploké, lunedì 23 settembre dopo aver terminato l’orario di lavoro in bicicletta sta tornando a casa quando viene aggredito.
“E’ stato colpito alla testa – denuncia sul sito della cooperativa il presidente Stefano Sosio – probabilmente con un bastone o un oggetto simile, dagli occupanti di una macchina che, sopraggiungendo, ha rallentato per poi proseguire la sua corsa”. E, sottolinea Sosio, “non è la prima volta che uno o una dei nostri ospiti subisce minacce, insulti e altri episodi aggressivi, specialmente dopo che una certa politica ha nei fatti sdoganato come legittimi certi comportamenti”. Come in altre parti d’Italia nel comasco un’onda anti-migranti e nazifascista negli ultimi anni sta avanzando. Il 28 novembre 2017 l’irruzione di un gruppo di nazifascisti interruppe la riunione mensile di “Como senza frontiere”. Dopo aver letteralmente circondato i presenti imposero l’ascolto della lettura di un volantino farcito di insulti, menzogne e dell’armamentario solito della loro propaganda.
Il 2017 è l’anno di svolta finale della (in)civiltà nel nostro Paese. Dopo un processo politico, e poi sociale, lungo vent’anni partito con la nascita della “Fortezza Europa” e proseguito con la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini e i decreti Maroni del 2009 e del 2011 (quelli che, in nome dell’emergenza NordAfrica dopo lo scoppio della guerra in Libia, crearono i CAS contro cui poi le destre hanno coltivato la loro propaganda in questi anni), si è giunto al culmine. In pochi mesi nel Paese si è diffusa, mentre i decreti Minniti-Orlando e altri provvedimenti dell’ex delfino del bombardatore di Belgrado chiudevano definitivamente il cerchio legislativo, la criminalizzazione di ogni opera solidale, di ogni coscienza critica nei confronti del vero pensiero dominante in termini di sicurezza, umanità, integrazione, sguardo verso il mondo. Un processo diventato così becero che sui social, persino sulla pagina facebook di Famiglia Cristiana, fu colpito da un’ondata di insulti persino un bambino che decise di donare i soldi ricevuti in occasione del compleanno a bambini africani. Dopo aver taciuto, sostenuto e foraggiato (con leggi e finanziamenti di ogni tipo) il vero business sulla pelle dei migranti (quanti di coloro che in questi anni hanno mietuto consensi su questo tema con campagne contro i migranti erano di casa, applaudivano e poi difesero il Regina Pacis di Lecce? Se non tutti, poco ci manca), si è scatenata una campagna contro ogni organizzazione impegnata nel mondo della solidarietà internazionale, ogni umanità e tentativo di andare oltre l’egoismo sociale e nazionale. Indistintamente, fino ad arrivare a trasformare in carnefici le vittime di tratte, business, mafie e ingiustizie sociali che – nella loro propaganda razzista e intollerante – affermavano di voler combattere.
Qualsiasi tentativo di non intrupparsi, di esprimere pensiero critico e di ragionamento è stato seppellito sotto un’orda di becera propaganda, insulti, minacce di ogni tipo. Il resto è cronaca degli ultimi due anni, l’estrema destra e l’ex partito secessionista e anti-italiano hanno solo raccolto, cavalcando quest’orda nera. E accentrando su di sé tutto il dibattito politico e sociale in un plebiscito quotidiano. Costruendo un processo (a)sociale che ha lasciato nell’ombra, grazie alla quale ha continuamente alzato la testa, il peggior nazifascismo di ieri e di oggi. Basti pensare a quante volte, sui social o sulla stampa, si è fatto riferimento a “Mafia Capitale”. Però neanche l’assassinio di Piscitelli, Carminati che si è vantato in tribunale di essere un “vecchio fascista” e i video di Gaudenzi hanno portato ad illuminare la zona grigia dove sono alleati neofascisti (nuovi o degli Anni Settanta, i primi a denunciare l’attività nello spaccio di Carminati furono Fausto e Iaio), mafiosi di varia estrazione e altri. Senza dimenticarsi le simpatie e le amicizie neofasciste degli Spada ad Ostia.
L’irruzione squadristica del 28 novembre 2017 s’inserisce in questo quadro. Primo di vari episodi che hanno visto nel mirino il movimento di Como o altri in varie parti d’Italia. Ultimo episodio in questi giorni, con le minacce di aggressione e morte ricevuti da Fabrizio Baggi, attivista di Como senza Frontiere e dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre e militante della segreteria regionale di Rifondazione Comunista. Condito dalla solita strumentale propaganda dell’estrema destra (“perché non ti trovi un lavoro serio dove alla sera rientri con le ossa rotte dalla fatica”, ovviamente senza punto interrogativo finale perché come sempre i difensori della cultura italiana hanno qualche problema con l’italiano, e “noi il 99% x centro degli italiani non vogliamo mantenere tutti i clandestini”, percentuale frutto probabilmente di un sondaggio nelle fogne dopo aver visto al rovescio le loro solite marce bufale… risparmiamo il resto del nauseante delirio) e da insulti a Baggi, definito tra le altre “lurido schifoso vomitevole maiale”, “sai di cosa hai bisogno te di un manicomio brutto comunista dal cervello bacato” e anche qui per l’italiano valgono le considerazioni di cui sopra, “squilibrato che non sa neanche di stare al mondo” e “personaggio politico dei miei coglioni” che raglia “cazzate di ogni tipo”, ed esplicite minacce, “vedi di non farti mai trovare davanti a noi se non quella faccia da demente che ti ritrovi ti verrà cambiata a legnate”, “attento omuncolo che se ti becchiamo in giro ti linciamo” e altro ancora, con riferimenti offensivi oltre che a lui al suo partito, agli africani tout court e a Carla Rackete. Missiva da parte dei coraggiosi “difensori della patria” ovviamente totalmente anonima … Al fianco di Baggi, condannando le minacce e denunciando la montante e violenta intolleranza nazifascista, si sono immediatamente schierati Como senza Frontiere, Osservatorio Democratico sulle nuove destre che sul profilo facebook scrive “le minacce sono serie ma non ci fanno paura”, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo e il partito a tutti i livelli, l’Arci che sottolinea che non basta ovviamente un cambio di governo “per risolvere i problemi che in Italia sono posti dall’eversione nera, violenta e fascista” e (come evidenziato anche in quest’articolo) “la legittimazione dello squadrismo è stata criminalmente favorita nella società e gli esiti sono pericolosissimi”, “I Sentinelli di Milano” e Sinistra Italiana.
Alessio Di Florio