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Petrolgoverno

La ditta inglese Mediterranean Oil and Gas ha annunciato ai propri investitori di essere pronta a sviluppare la concessione Ombrina Mare lungo la costa teatina. Il progetto prevede la trivellazione di un pozzo e l’installazione di una piattaforma petrolifera permanente a soli 5 chilometri da riva e di una nave desolforatore FPSO a 9 chilometri dalla costa. L’amministratore delegato della Mediterranean Oil and Gas, Bill Higgs, dichiara agli investitori che la MOG è attivamente impegnata con i ministeri romani per accelerare la ratificazione dei permessi. Higgs afferma che il “Decreto Sviluppo” varato il 3 Agosto 2012 soprassiede la precedente bocciatura imposta nel 2010 durante la precedente amministrazione e sotto il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.

La FPSO servirà per una prima raffinazione del greggio e sarà completa di fiamma perenne per smaltire gli eccessi di idrogeno solforato. Emetterà circa 200 tonnellate di rifiuti da combustione al giorno e sarà illuminata 24 ore su 24, come descritto nei progetti della MOG. La località scelta dalla MOG per questo “centro oli a mare” è fra San Vito Marina ed Ortona, fra due riserve costiere, e comprende una zona di ripopolamento ittico finanziato dalla UE.

Nel 2010 Ombrina Mare fu bocciata per incompatibilità ambientale, a causa della presenza di due siti naturalistici di interesse comunitario, di stringenti vincoli paesaggistici. La bocciatura fu anche dovuta all’enorme mole di osservazioni di contrarietà inviate da cittadini, associazioni, sindaci e dalla provincia di Chieti nello spirito del trattato di Aarhus ratificato anche dall’Italia e secondo il quale la volontà popolare è vincolante. Il decreto Prestigiacomo fu uno, ma non il solo o il principale motivo di rigetto di Ombrina Mare.

Si può ancora parlare parlare di democrazia o di tutela ambientale?

I petrolieri ringraziano...

Fonte: Rossana Bonuccelli