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Pioltello: un'altra strage che poteva essere evitata

Il Deragliamento di un treno di pendolari tra cremona e Milano, allo stato attuale ha causato 3 morti e oltre 50 feriti, tra cui 4 gravi, ma il bilancio della strage potrebbe salire! Era un vecchio treno Regionale delle Ferrovie dello Stato, sempre più privatizzate, strapieno di pendolari, come avviene in tutti i treni regionali.

Le cause del deragliamento sono ancora in corso, ma sono già state appurate tre cose:

  • Che un binario della linea ferroviaria era rotto;

  • Che in quel punto era già deragliato un altro treno, per fortuna senza conseguenze;

  • Che il treno deragliato ha percorso ben due Km prima di fermarsi andando a sbattere contro un palo di ferro.

Ora a differenza del disastro di Andria del 2016 dove in uno scontro tra due treni (che causò 25 morti) si parlava di errore umano, la sciagura ferroviaria di Pioltello, appare con chiarezza una strage dovuta alla mancata manutenzione; alla mancanza di un sistema di sicurezza che bloccasse il treno appena deragliato; ad una struttura ferroviaria vecchia fatiscente.

Quello che è avvenuto, non è in un Paese del Terzo mondo… NO, è avvenuto in Italia nell'anno “di grazia” 2018. Non occorre essere ingegneri per sapere che esistono dei meccanismi computerizzati, dove in caso di deragliamento o ostacolo sul binario, il treno si blocca automaticamente. Ma detti meccanismi hanno un costo ed esistono solo sulle tratte ferroviarie per i treni ad alta velocità, mentre le morti dei pendolari, “non costano niente”!

Se un treno che viaggiava a 140 Km orari, prosegue il suo percorso fuori dai binari per circa due Km, non è certo per colpa del macchinista ma dei responsabile delle FF.SS che pur di fare profitti preferiscono non investire nella prevenzione e sicurezza.

Sono oltre 100 gli incidenti avvenuti sulle linee ferroviarie Italiane negli ultimi 20 anni. Essi sono costati molti morti e feriti di lavoratori, utenti, pendolari e semplici cittadini. Tutti incidenti che potevano essere evitati se da parte della direzione delle FF.SS. o direzione di ferrovie private, si fosse proceduto ad effettuare la prevenzione alla “fonte” spendendo le risorse economiche necessarie al fine di effettuare investimenti tecnologici e informatici necessari ed invece si è proceduto a:

  • Ridurre la formazione/informazione e addestramento del personale impiegato;

  • L’introduzione di un solo macchinista alla guida dei treni (anziché due come era in precedenza) con grave compromissione della sicurezza;

  • Il taglio della manutenzione;

  • La chiusura di impianti di verifica e controllo;

  • La cessione della medesima manutenzione a piccole ditte private spesso in subappalto, con scarsa professionalità;

La verità delle responsabilità, stanno nel fatto che nelle ferrovie, negli ultimi 25 anni, abbiamo assistito ad una politica economica dei trasporti, che ha visto ridurre di due terzi il personale ferroviario (da 224.000 nel 1990 a 68.000 odierni). Tutto ciò in nome del profitto! Credo quindi che senza dubbio, anche la strage di Pioltello, come quella di Andria e come fu quella di Viareggio del 29 giugno 2009, rientra in una strategia economica miope di chi gestisce le ferrovie dello stato privatizzate. Una strage che è il frutto di una politica che punta alla riduzione di tutti i costi del lavoro compreso quello della prevenzione. Sono i processi di liberalizzazione, deregolamentazione del lavoro e privatizzazione delle Ferrovie, che hanno portato al decadimento ed all’insicurezza del trasporto ferroviario.

A ciò va aggiunto l’indebolimento del potere di contrattazione dei lavoratori e del sindacato che a causa della crisi e del lavoro sempre più precario, sono spesso costretti a subire il ricatto tra la scelta del lavoro a danno della sicurezza.

Credo che già dopo la tragedia di Viareggio , sarebbe stato necessario un ruolo dello Stato e del Governo ben diverso da quello che c’è stato fino ad ora… ed invece prima abbiamo avuto, un Ministro del Lavoro del governo Berlusconi (Sacconi) , che ha disposto e fatto approvare ben 46 modifiche sostanzialmente peggiorative al Testo Unico sulla Sicurezza, ed oggi il governo Renzi/Gentiloni, sembra non avere capito, che non si crea lavoro continuando con la flessibilità, il precariato , i pochi investimenti, la riduzione dei diritti a partire dall'abolizione dell'art. 18.

Umberto Franchi

Lucca 25 gennaio 2018