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Quattro cose che io vorrei

Fra poco si aprirà la campagna elettorale in Italia. Io voterò per il partito che mi sembrerà più credibile nell'affrontare i quattro problemi che a me sembrano i più gravi per noi tutti.

Il primo è il dilagare della guerra, che crea sofferenze estreme, genera profughi e un'instabilità che finirà per coinvolgerci. Il secondo è il riscaldamento globale, e le altre urgenze ecologiche, che mettono seriamente a rischio l'umanità stessa. Il terzo è l'attuale aumento senza freno della diseguaglianza economica e della concentrazione della ricchezza, che è immorale e genera conflitto. Il quarto è la presenza di vasti arsenali atomici, che continua a rappresentare un rischio reale e terribile, aumentato dalle diverse minacce recenti di voler usare queste armi.

Questi, dalla mia prospettiva, mi sembrano i rischi più seri per tutti noi. Solo la politica può risolverli, ma lo farà solo se noi cittadini premiamo una forza politica che voglia affrontarli. In politica estera, l'Italia è uno dei grandi Paesi industrializzati del mondo e, con l'uscita della Gran Bretagna, uno dei tre principali Paesi dell'Europa politica. Non ha bisogno di essere sempre al rimorchio degli altri Paesi occidentali. Può fare sentire il suo peso, la sua voce, per portare valori e un contributo propositivo verso ciascuno di questi problemi. Può per esempio prendere una posizione chiara contro la guerra, ritirando i molti soldati che ha nel mondo a combattere guerre, e mettendoli a sola disposizione delle Nazioni Unite. Internamente, l'Italia può fare scelte serie rispetto a ciascuno di questi problemi, scelte che non sta facendo. Può smettere di contribuire ai massacri, come sta ora facendo come uno dei grandi esportatori di armi. Famiglie di innocenti sono massacrate in Yemen quotidianamente da bombe costruite in Sardegna. Può prendere misure avanzate per la riduzione della produzione di ossido di carbonio e la promozione di politiche ambientali, come fanno altri stati lungimiranti. Può arginare le disparità sociali al suo interno, nel modo più semplice e tradizionale: tassando là dove c'è più ricchezza. La ridistribuzione è funzione principale dello Stato e l'attuale crescente concentrazione della ricchezza è esagerata e pericolosa. Con un sussulto di orgoglio, può semplicemente liberarsi dalle armi nucleari altrui sul suo territorio. A mio parere ne ha il diritto e il dovere morale verso se stessa e verso l'umanità.

Sono quattro obiettivi maggiori, non sono velleitari: nel passato l'umanità ha saputo ripetutamente trovare modi per diminuire le guerre, accordarsi su misure di salvaguardia ecologica, correggere esagerate disparità sociali e diminuire gli arsenali atomici. Non c'è motivo per cui non riesca a farlo ora. Per farlo serve un impegno da parte di ciascuno, nella forma più semplice: votando per un partito che lo faccia.

Ciascuna di queste scelte ha un costo politico, perché spiace a qualcuno. Io voterò per il partito che saprà fare queste scelte, sperando di non essere il solo a farlo. Ritengo che il futuro possa essere migliore per tutti noi e i rischi peggiori possano essere evitati solo se l'interesse generale prevale sugli interessi particolari e la collaborazione prevale sul conflitto. Se la discussione prevale sulla forza, e il dialogo sulla paura degli altri. All'interno del nostro Paese e nel mondo. Aspetto un partito che parli questa lingua.

 

Corriere della Sera, 3 gennaio 2018

 

Fonte: Il corriere della sera

Segnalato da Buratti Maria Stella