Con il deposito degli strumenti di ratifica di 7 Stati viene raggiunto e superato il numero di 50 adesioni al Trattato, necessario per far partire il processo di entrata in vigore. Proprio il giorno di Natale questo accordo, che fissa per la prima volta regole internazionali sui trasferimenti di armi, diventerà vincolante per gli Stati aderenti.
Rete Italiana per il Disarmo e le realtà italiane che fin dal principio hanno sostenuto la campagna mondiale Control Arms esprimono tutta la loro soddisfazione per il risultato raggiunto. Obiettivo centrato anche grazie alla ratifica dell’Italia, avvenuta nel 2013 con voto unanime del Parlamento.
Da oggi sono 52 i Paesi del mondo che hanno ratificato il testo di Trattato sugli armamenti, adottato in sede ONU ad Aprile 2013 e già sottoscritto da 121 Stati (lo spazio per ulteriori ratifiche è quindi ampio). Con il deposito ufficiale di sette nuovi aderenti (Argentina, Bosnia, Bahamas, Repubblica ceca, Senegal Uruguay, Saint Lucia e Portogallo) si è quindi superato il limite minimo per l’entrata in vigore, fissato a 50. Parte quindi da oggi un periodo transitorio che porterà proprio nel giorno di Natale ad una legge internazionale vincolante per tutti i Paesi che avranno completato il processo di ratifica. Un bel regalo per chiunque in tutto il mondo creda nella necessità di controllare strettamente i percorsi delle armi in giro per il mondo.
L’avvenimento di oggi alle Nazioni Unite, in cui anche la campagna Control Arms ha potuto esplicitare le proprie considerazioni, concretizza un enorme passo in avanti per la protezione di i milioni di persone, le cui vite sono devastate ogni giorno a causa di un commercio globale di armi oggi quasi per nulla regolamentato. Il cosiddetto “Arms Trade Treaty” (ATT) è una pietra miliare su cui costruire un percorso solido nella lotta per porre fine alla sofferenza umana causata dal flusso irresponsabile di armi.
Un notevole progresso raggiunto grazie alla volontà di 52 Stati, ma che non sarebbe stato possibile senza il sostegno alla campagna internazionale di oltre un milione di persone che – tramite la “Million Faces Petition” - hanno contribuito a mantenere alta la pressione sui Governi chiarendo esplicitamente che le forniture di armi per sostenere atrocità e abusi di diritti umani devono finire. Oltre 40.000 di questi volti sono stati raccolti in Italia grazie anche agli sforzi della Rete Italiana per il Disarmo.
La campagna comunque non si ferma qui: tutti gli Stati hanno fin da ora il dovere di aderire e poi impegnarsi nella realizzazione concreta dei principi iscritti nel Trattato. "Se i leader politici intendono sul serio porre fine al flusso di armi utilizzate per commettere crimini contro l'umanità, crimini di guerra e la violenza armata persistente che nega alle persone i più basilari diritti umani – commenta Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo - allora i Governi di tutto il mondo devono non solo ratificare questo Trattato ATT ma soprattutto iniziare ad attuarlo in maniera efficace”. Quando si tratta di regole che potrebbero salvare la vita di milioni di persone non ci possono essere timidezze o doppi giochi.
Già cinque dei primi dieci esportatori mondiali di armi - Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito - hanno ratificato l'ATT, mentre gli Stati Uniti (paese chiave anche in questo ambito) hanno finora solo firmato il testo. Ad oggi permane invece una resistenza alla ratifica da parte di altri grandi produttori di armi come la Cina, il Canada, Israele e la Russia e per questo la campagna Control Arms non ha esaurito il suo compito.
"Il messaggio più importante di oggi è che l'imminente entrata in vigore del Trattato ATT apre la possibilità di cambiare davvero il commercio di armi – sottolinea Anna Macdonald coordinatrice di Control Arms - La possibilità di cambiare il flusso incontrollato di armi e munizioni nelle peggiori zone di conflitto del mondo. La possibilità, soprattutto, di cambiare la cultura diffusa che fa dire a molti 'se queste armi non le vendiamo noi, lo farà qualcun altro'…”
Il contributo di Rete Disarmo in questo senso continuerà ad essere forte, anche utilizzando l’esperienza maturata nel nostro paese sul controllo dell’export di armi. La trasparenza è un elemento fondamentale in questo ambito, forse ancora più delle stesse regole. Il nostro auspicio è quindi che si inverta la tendenza di impoverimento a livello italiano, anche per costruire un serio e preciso meccanismo di rendicontazione da parte di tutti gli Stati sotto l’egida del Trattato ATT: lo si può fare migliorando l’attuazione della legge n. 185 del 1990 e valorizzandola come modello a livello internazionale.