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Razzisti, violenti, censori: ecco i "nuovi mostri"

Giù la maschera, si mostrano per come sono Il ministro della cultura diserta Cannes per ripicca il sindaco di una città multietnica connota come criminali i suoi abitanti, il giornalista armato contro chi critica il suo padrone, un neofascista rozzo. LETIZIA MORATTI, immigrazione di Laura Matteucci
I clandestini che non hanno un lavoro regolare normalmente delinquono». Con la consueta grazia e la profonda conoscenza del fenomeno migrazione che spesso sfoggia, il sindaco di Milano Letizia Moratti dà la sua chiave di lettura. Paradossalmente, ad un convegno all’Università Cattolica dal titolo «Per un’integrazione possibile». Persino tra gli astanti del paludato incontro - presente anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni - si levano parecchi mormorii di dissenso, che nell’eco nazionale diventeranno una netta censura di quella che viene definita una «indegna generalizzazione», da parte del Pd, e pure da qualche parlamentare Pdl.

Lei, il sindaco già in campagna elettorale, tenta poi un’inutile marcia indietro, spostando l’attenzione su un altro suo cavallo di battaglia (agli immigrati), l’appello ad una riforma del reato di clandestinità per renderlo prevalente rispetto ad altre fattispecie delittuose, in modo da rendere immediata l’espulsione degli irregolari: «Bisogna studiare delle formule per garantire l’efficacità (testuale, ndr) della legge». L’inciampo nel sostantivo rivela forse un certo qual disagio per una frase che, se anche «sfuggita» di bocca, proprio per questo riflette il suo esatto pensiero. Moratti non manca di agitare lo spauracchio via Padova (quartiere ghetto creato dal Comune dove, a febbraio, una lite tra extracomunitari finì con un morto e ore di guerriglia urbana). Ma nemmeno Maroni la segue fino in fondo, e si limita a commentare che la Moratti non avrebbe fatto l’equazione clandestini uguale delinquenti, «non proprio», oltre a proporre un generico parallelismo con le banlieues parigine. Persino la senatrice Pdl Maria Ida Germontani sbotta: «Ancora una volta ricordiamo che il 9,6% del Pil è frutto del lavoro degli immigrati, molti dei quali per ritardi burocratici vivono in clandestinità».

E ricorda quanti giovani senza lavoro vengono arruolati dalla criminalità organizzata. Per il Pd si tratta di «parole irresponsabili», dice Livia Turco. «Moratti dovrebbe sapere che, a causa della Bossi-Fini, tantissimi lavoratori in Italia anche da 10 anni, che pagano le tasse e i contributi all’Inps e che fanno i lavori più umili, se perdono il lavoro e non riescono a trovarlo entro 6 mesi diventano clandestini e vengono espulsi». In Italia vivono 5 milioni di stranieri (il 10,7% irregolare), 500mila in più rispetto all’anno precedente. Nell’arco di 8 anni potrebbero raddoppiare. E a breve la legge sulla cittadinanza approda in Parlamento.

EMILIO FEDE, attacco a Saviano di Roberto Brunelli
È tutto nella mimica, il fenomeno Fede. Sta lì, mezzobusto d’antica scuola, al centro dello schermo e sospira vistosamente quando tocca citare parlare di un tema sgradito al capo. Sta lì e finge di non ricordare i nomi: Nanni Moretti è capace di chiamarlo Morsetti mentre Franceschini magari diventa Franceschelli. Ieri l’altro, per dire, il film Draquila, di Sabina Guzzanti, diventava «Draquiiila, Tequila... insomma quella roba lì». Da antologia lui e le sue mitiche bandierine durante le consultazioni elettorali, gli sketch con le meteorine, lui che si imbufalisce - in vari velenosi fuorionda - con qualche suo redattore colpevole di non si sa quali misfatti (tipo l’aver dato notizie). Insomma, il primo tg satirico d’Italia l’ha inventato lui, Emilio Fede (certo non Antonio Ricci).

Si potrebbe pensare che ora che il suo primato è duramente insidiato da Minzolini fosse necessario dare qualche scossone: l’uscita del tg delle 19 di domenica sera, quel «Basta! Di Saviano non se ne può più...» potrebbe essere interpretato come un coup de theatre. Sarebbe logico: lo scrittore sta sotto protezione da anni, la sua vita è seriamente minacciata, quell’oleosa creatura tutto italiano tra mafia, camorra, politica e affari è letalmente allergica alla parola scritta e a quella parlata di Roberto Saviano, parlarne male ovviamente fa notizia. E invece no: Fede proprio non si tiene. Proprio non lo soffre Saviano, come non soffre la Guzzanti, Moretti, Veltroni e tutta quella gente lì. Rivelatorio il fatto che stava dicendo la notizia di Bondi che snobberà Cannes per via, appunto, di Draquila, film che lorda l’immagine del nostro paese. Di colpo, da Bondi-Guzzanti scatta su Saviano. E improvvisa: «Non è lui che ha scoperto la camorra, non è lui il solo che l’ha denunciata, ci sono magistrati che l’hanno combattuta e sono morti, lui è superprotetto, e giustamente dev’essere sempre protetto, però, come dire, non se ne può più di sentire che lui è l’eroe...».

E ancora: «Ha scritto dei libri contro la camorra, ma lo ha fatto tanta altra gente, senza fare clamore, senza andare sulle prime pagine, senza rompere... scusate, volevo dire senza disturbare la riflessione della gente che ha capito bene. Un paese come il nostro è contro la malavita organizzata». Chissà da quanto se la teneva, il povero Fede. È che in lui alberga una versione perfetta dell’idem sentire con Re Silvio, colui che meno di un mese fa se l’è presa con La piovra e i vari libri di mafia, anche loro colpevoli di rovinare l’immagine della nostra bella Italia in formato pubblicitario. Questo sì che è amore.

FORZA NUOVA Nuova, Ru486 di A.C.
Donne che inneggiano allo stupro di altre donne. È successo anche questo domenica a Massa, a margine di un rovente dibattito con il leader di Forza Nuova Roberto Fiore sulla pillola Ru486. Una decina di donne di associazioni pro 194, di tutte le età, ha deciso di partecipare al dibattito, in una sala concessa dal Comune tra mille polemiche all’associazione Ordine futuro, legata a Fn. All’ingresso i primi insulti. Alle donne che chiedevano un programma, due giovanotti hanno risposto: «Il programma è che oggi le compagne fanno i pompini ai fascisti». E ancora: «Siete venute nella casa dei fascisti, oggi comandiamo noi». Due ragazze, a quel punto, hanno deciso di andarsene, una in lacrime. Altre hanno scelto di restare, hanno ascoltato la discussione e hanno anche avuto uno scambio di opinioni, corretto, con Fiore. «L’aborto è come l’eutanasia», ha tuonato il leader di Fn, «è un diritto», hanno risposto. Quando il gruppo ha deciso di andarsene, altre due donne,simpatizzanti dell’estrema destra (Forza Nuova sostiene che non sono iscritte) le hanno aggredite verbalmente: «Stupratele che tanto poi abortiscono».

I toni si sono arroventati, altri simpatizzanti dell’estrema destra sono corsi a dare manforte, con nuovi insulti: «Assassine», «Compagne bagasce». A una ragazza incinta sono stati rivolti commenti pesanti sulla sua gravidanza. Nessun contatto fisico, anche grazie alla massiccia presenza di forze dell’ordine che presidiava la sala, il Teatrino dei Servi, mentre fuori a distanza manifestavano varie sigle di sinistra, dai Carc al Prc, contro la decisione del sindaco Pucci (che guida una maggioranza di sinistra senza Pd) di concedere la sala all’estrema destra. Un cameraman della tv locale Antenna Tre, che stava riprendendo il parapiglia, è stato aggredito: un giovane ha tentato di strappargli la telecamera, ma lui ha difeso il suo strumento di lavoro. Una delle donne aggredite racconta: «Ho chiamato io la Digos per difenderci, ma gli agenti hanno deciso di accompagnarmi fuori».

Nella maggioranza si levano voci per portare in Consiglio una “carta dei valori” che in futuro dovrebbe essere firmata per poter avere in uso le sale del Comune. Il Pd rivendica la primogenitura della proposta e critica il sindaco: «Non si doveva dare la sala a un’associazione che inneggia al razzismo». E il segretario Brizzi ricorda: «Nella lista Udc a sostegno del sindaco era candidato anche Francesco Mangiaracina, referente locale di Forza Nuova...».

Fonte: L'Unità del 11 maggio 2010